INVENTA UNA STORIA

Post N° 7


Non riusciva a smettere di correre. Lei era lì, ad un passo da lui ma non riusciva a raggiungerla, quasi appartenessero a mondi ormai diversi, a strade lontane e ad un futuro ormai diviso. La sua corsa inarrestabile aveva ferito i suoi piedi e l'indifferenza di lei aveva ferito i suoi occhi e la sua anima. Poi, si ritrovò a salire una lunga scalinata e lì l'aveva raggiunta. Indossava il vestito del loro primo incontro e sembrava che fosse ancora inzuppato di quella pioggia frizzante e rigenerativa. Ma le sue mani, che Andrea aveva tanto amato, stringevano quelle di un altro e il senso di appartenenza che lui sentiva verso di lei, l'amarezza e la sconfitta coloravano di inquietudine anche il cielo.Andrea si svegliò di colpo, sollevando la testa verso l'orologio. Quasi le otto. Era quasi ora di cena e non aveva ancora fatto il bagno. Si alzò, si spoglio completamente e si infilo nel dolce e sicuro tepore della doccia. Voleva togliersi di dosso quell'odore di fuliggine che sentiva in ogni momento, ricordo di quelle notti invernali cariche di passione e illuninate da quel timido camino che al mattino odorava la stanza di cenere. Andrea sollevò la testa verso l'alto e cerco di aprile gli occhi sotto il getto di acqua calda, quasi per accantonare quei pensieri che lasciavano un vuoto colmo di particolari dentro di lui. Come avrebbe ricominciato ora? Con quale forza avrebbe rimosso il dolore che sentiva? Era fuori discussione l'idea di potersi innamorare di nuovo e lì, tra le pareti umide del bagno, si ripromise di non lasciarsi mai più andare. Le goccioline di umidità scendevano lentamente sulla superficie dello specchio e impedivano la visione riflessa del suo viso bagnato.. così Andrea si asciugo e si infilò un paio di jeans chiari e un maglioncino azzuro. Era un bellissimo ragazzo, i capelli castanni e gli occhi  nocciola lo rendevano quasi misterioso e il contorno del suo sguardo sarebbe stato terribilmente sexy per ogni donna. Le sue labbra erano sottili e rosa e nascondevano un sorriso quasi spiazzante dalla brillantezza e le fossette gli regalavano quell'aspetto di bambino che non aveva ancora perso. Era pronto. Spruzzo  un po' di profumo qui e là e usci dalla stanza. Nel corridoio c'era il profumo di sua madre e abbozzando un leggero sorriso, penso a quanto fosse riconoscente a Margherita, una mamma che conservava il segreto della sua nascita nel cuore e che si contraddistingueva per la sua originalità. Si metteva sempre troppo profumo quando arrivavano clienti nuovi. Ma sul piano professionale era impeccabile: ottime camere, ottime cene e ottimi pranzi e ottima accoglienza e permanenza. Scendendo le scale, per raggiungere la sala da pranzo, Andrea pensò che avrebbe voluto accanto un giorno solo una donna come sua madre...