la favola mia

la favola mia


e racconto ogni giorno la favola miala racconto ogni giorno, chiunque tu siae mi vesto di sogno per darti, se vuoil'illusione di un bimbo che gioca agli eroie mi vesto da re, perchè tu siatu sia il re di una notte di magiaa volte mi piace pensare che sia proprio così... mi ritrovo a soffermarmi sui flashback di alcuni momenti, neanche troppo particolari, e rivedo "da fuori" me stessa che recito azioni, che sproloquio o sussurro parole... mi concentro sui gesti, sulla loro bellezza e sull'intensità, sull'apparenza estetica...e anche sull'errore di copione, sull'imprevisto sfuggito che forse si sarebbe potuto correggere, se non evitare... ma non è mai, o non è quasi più devastante... scivola via in un sorriso di autoperdono o in una scrollata di spalle, in un cenno consenziente del capo...stamattina mi sono ritrovata sdoppiata in una frazione di secondo...da un lato impegnata a rispondere all'immancabile richiamo al ruolo serio del lavoro, ad assumere un tono professionale e deciso, ad essere quella parte di me che ogni tanto vorrei anche poter mettere in "off"...dall'altro persa in momenti appena spenti e nemmeno del tutto, nell'euforia e nell'incoscienza di un'età a cui non so e probabilmente, non voglio rinunciare, temporaneamente in stand by, ma neanche tanto...e così ricomincio a pensare alla favola mia, come mi piace definirla quando sono buona con me stessa (e succede di rado, ma sarà poi così vero?)...a volte è davvero complicato e difficile restare fedeli ad un solo se stesso... e credo sarebbe forse meno rischioso, ma anche assolutamente di una noia mortale...se mi fermo a rivivere i momenti di oggi, non basta una tela a parete per racchiuderli tutti... una me che si sveglia e non vuole svegliarsi, perchè è bello restare ancora un po' avvolti in un profumo che richiama sensazioni... una me che ricorda una data e rivede un volto amato e sofferto e parte un messaggio, che equivale ad emozioni di anni luce fa e poi la risposta che arriva e risento la voce e ripercorro una strada per un po' condivisa e poi perduta... una me che si incarna risibilmente "donna in carriera", mentre cerco di fare la seria e flirto verbalmente con l'Uomo professionale, che diplomaticamente "ci sta"...... una me che si fuma una sigaretta tranquilla sul balcone di casa e lo sguardo che spazia nel verde e la mente che per un istante riposa... quanto adoro questi momenti...una me familiare, che condivide momenti di lieta quotidianità e preoccupazioni e speranze che tutto vada bene, ancora per tanto, tanto tempo, almeno in questo ambito, che riconosco il più sicuro, il più valido ed il più vero...una me, che si immerge e si perde in un nuovo libro appena iniziato e che si lascia avvincere e portare via e che nessuno mi disturbi... una me che si veste e si prepara ad uscire in mezzo al suo piccolo mondo, fatto di incontri e di persone, di cordialità e saluti, di formalità e sguardi mancati, di giudizi non espressi, ma colti negli occhi sfuggenti o negli ammiccamenti complici...una me che entra in casa, accende lo stereo e si siede al computer e cerca risposte che ancora non trova e si delizia a giocare con le parole in questa scatola magica e anche un po' ruffiana...una me che pensa che è ora di andare, che tante ancora sono per oggi le parti da mettere in scena, prima di sprofondare in un sonno, che sia tanto simile ad un piacevole oblio...per qualche ora... poi si ricomincia... di nuovo...e mi trucco perchè la vita mianon mi riconosca e vada via(ma non sono sicura, sai, che sia proprio tutto vero;-)... per ora mi piace così