la favola mia

che cosa siamo


che cosa siamo noi scrittori, che ci nutriamo di parole a trasformare le nostre emozioni, i sentimenti, il nostro vuoto dentro, così pesante di sensazione e di pensiero?noi, che ci crogioliamo nel dolore di un ricordo appena consumato, nel compiacimento di un profumo che ci sovviene piano, palpabile alle narici e che ci permea la pelle...noi, sospesi al filo della vita che scorre in lunghi attimi che vorremmo eterni, in brevi anni che ci lasciano perplessi e senza fiato...che cosa cerchiamo su questi fogli di carta intonsi, che disseminiamo di piccole sfumature fragili, eppure così possenti a rileggere, così pregne d'anima da farci fremere ad ogni rilettura?che cosa cerchiamo nei giorni tediosi e grigi, nei mattini di sole, nelle notti tacite e buie, in cui godiamo della nostra solitudine cercata e non voluta, dell'essere e sentirsi altro, nelle domande che si affollano senza risposta e si frangono in mille sfaccettate ed improbabili soluzioni?che cosa sentiamo nel silenzio che ci avvolge, che ci estrania e ci fa battere il cuore così forte da farci quasi male, quando tutto intorno sembra dormire e in noi si agita un mare burrascoso di tempesta che incombe e non travolge?che cosa urliamo, pacati e sommessi, al vuoto tutt'intorno, alle presenze vocianti ed atone che ci scorrono accanto, agli oggetti di cui ci circondiamo, ai ricordi di cui ci corazziamo, per esistere?che cosa rubiamo all'abitudine imperterrita, che ci attanaglia la gola e ci lascia scivolare incolori nella quotidianità del giorno, di ogni giorno in cui spendiamo il tempo senza accorgercene, in cui lasciamo inconsistenti piccole parti di noi, che si perdono nel marasma del tutto?siamo anime votate alla vita e dalla vita astruse, evanescenti; corpi in movimento, che afferrano l'aria per farne tesoro da difendere, e non da accumulare...siamo cuori monocordi, che anelano alla totalità dell'essere, all'infinita varietà del tutto, a comprendere in sè questi universi mondi e tutto quanto è sconosciuto al pensiero, ma ben noto alla fantasia, all'immaginazione, alla speranza, all'auspicio di potersi scoprire "altro ed altrove"...siamo spiriti senza sosta e senza luogo, in un continuo irrefrenabile anelito di saggezza, incoscienza e vanità, verso qualcosa a cui tendiamo inconsapevoli e che mai desideriamo raggiungere e possedere, insoddisfatti dell'avere ed ambiziosi del procedere sempre un po' più oltre...eroi di un passato che ci ha contornato di sogni disillusi, di ovvietà mai sfuggite, di improvvisazioni trovate, di sicurezze perdute e rivelazioni scomposte...guerrieri di una lotta senza scontri apparenti, combattuta tra i sorrisi ed i silenzi, tra il pianto e la gioia di sentirsi vivi...uomini che non chiedono nulla, se non di esistere e che si chiedono di dare, di ricevere, di condividere ed andare, sempre più in là, sempre avanti...mai fermi, neppure quando il tempo lo richiede...mai calmi, neppure quando tutto si concreta nell'immagine della perfezione...mai stanchi, neppure quando il corpo si assopisce e ruba al sonno inquieto...siamo vita... quella vita che tanto spesso odiamo, che vorremmo diversa...quella vita che ci affascina, ci attrae e ci trascina per strade che ancora ci chiediamo se mai avessimo non intrapreso, che ancora ci uniscono all'infinita vanità del tutto...siamo noi e siamo tutti, in un'immensa compagine di incoerenze e timori, in un'interminabile continuità di emozioni... siamo... ci siamo