la favola mia

Tempus fugit...


Raduno di coscritti, dello stesso luogo e degli stessi studi. Mi infiltro con curiosità.Siamo circa 70, ne conosco personalmente 10/15 e ne scopro altri 5 o 6, che non sapevo coetanei.Il posto è molto carino, il cibo è buono, la musica… di questo dopo.Arrivo con le mie amiche storiche del liceo e questo è davvero un bel ritrovarsi. I primi momenti sono di imbarazzo, curiosità ed incertezza. Tutti che scrutano tutti, cercando di capire chi sono, che ci fanno lì, dove li avranno mai visti. Qualcuno si riconosce, sotto i segni del tempo, e ritrova un antico sorriso. Qualcuno rievoca vecchie antipatie epidermiche del tempo in cui la tolleranza e la diplomazia erano parole sconosciute. Mani che si stringono, baci che si formalizzano, abbracci che “scappano” e si frenano a metà, perché “sarà forse inopportuno”?Si indaga su chi se ne è andato a vivere altrove e lo si cerca nei volti meno noti, finché lo si ritrova e si scopre che, da lontano, lui sa più cose di noi che quelli che ci vivono accanto. E ci si dibatte tra il come ed il perché e si conclude col chissenefrega, è bello così.Una Messa atipica, raccolta ed emozionante, che se fossero tutte così, forse potrei assistervi tutte le domeniche, partecipata da tutti i presenti e celebrata da un coetaneo frate giovane e vivo, che davvero trasmette il valore della vita. Bella, toccante e riflessiva nel momento in cui si rievocano gli amici scomparsi… e questo davvero ricorda che il tempo è passato.Poi gli aperitivi, i primi approcci con i ritrovati e gli sconosciuti, le domande di rito e nuova gente che arriva e nuove mani che si stringono e nuove voci che rievocano. E poi la cena, in cui si ricostituiscono più o meno gli assetti di quando si stava seduti nei banchi di scuola. E fa un po’ ridere realizzare che i vicini “di banco” sono ancora gli stessi e con alcuni non si riusciva a parlare allora e non ci si riesce neanche ora… ed è subito chiaro il perché.Ci si informa sugli assenti, alcuni molto cari, e si scoprono figli appena arrivati, risposte inattese, disinteresse conforme ai soggetti e ci si ride sopra e si tira un sospiro di sollievo.Tra il cibo ed il vino, ci ritroviamo tra le mani mille foto di figli e mogli e parenti ed ascoltiamo racconti di malattie infantili, di bizze e dispetti ed aneddoti, di cui queste fantastiche creature sono protagoniste. Nessun accenno al passato, ai bei tempi di scuola. Ci scappa uno sguardo e una battuta, a noi amiche storiche, ed usciamo a dare un po’ di respiro alle nostre povere orecchie. Fuori veniamo assorbite da un gruppo di fumatori incalliti, rigorosamente maschi, e chissà che loro parlino d’altro. Due battute d’approccio, complimenti vari, sondaggi su chi non si conosce (tipo la sottoscritta) e… ahhhhhhhhh “mia figlia, tua figlia, la figlia di tizio…”… accidenti, anche i maschi parlano solo di quello. E non capiscono perché stiamo ridendo. Concludiamo che forse non siamo normali e anche come il ruolo di madre/padre sembri annullare quello di persona. Che forse sarà anche giusto così, ma certo fa un poco impressione.Pensiamo a noi, alle nostre vite, ai nostri sogni, al lavoro, ai viaggi, agli amici che abbiamo, alle incazzature ed alle sfide che viviamo, all’entusiasmo ed alla paranoia, alla curiosità ed alla strada, cui non sappiamo rinunciare. E concludiamo di sentirci vive e un po’ meno monocordi, senza ritenerci per questo superiori. Solo diverse. Solo e grazie a Dio “non arrivate”, mentre speriamo di non arrivare mai.Sull’arraffa arraffa della torta, partono le note della musica. Un illusorio attacco di Clash, un riannodo di Depeche e poi… il risveglio dei dinosauri! Giuni Russo, Battiato, I Righeira e l’estate sta finendo (e io penso a come li odiavo ragazzina e come li odio tuttora)… e You Spin Me Round e Auha Auha, Enola Gay ed un terrificante revival. Bravi eh, quelli del gruppo bravi, senza dubbio. Peccato per la scaletta da “se non hai le ragnatele, te le creo”. E vorrei tanto ascoltare un po’ di Morphine e Placebo e Marta sui tubi e un po’ di blues e rock, anche duro, e persino Michael Bublè!Dopo un fallito tentativo di lasciarsi assorbire dalla musica, torniamo a guardarci, le mie amiche storiche ed io, e constatiamo che i nostri pazzi ex-compagni di scuola, grazie all’invasamento alcolico, si sono lanciati in balli aritmici e folli, che ci fanno sorridere. Il resto del mondo assiste in piedi, in religioso silenzio. Chissà che starà mai pensando. Rubiamo qualche novità ad un amico ritrovato, sorridiamo a qualche nuova conoscenza, promettiamo di rivederci più spesso e decidiamo che è ora di porre fine a questa strana avventura. Abbracciamo i più cari, stringiamo le mani ai più noti, ammicchiamo agli altri e torniamo alle nostre vite, tanto incasinate quanto preziose e vive.E’ stato un bel ritrovarsi? Per alcuni casi, sì.E’ stato un riflettere sul passato e sulle nostre vite? Non più di quanto già non si faccia.E’ stato un bilancio positivo? Alla grande!E’ stata un’esperienza da ripetere? Non saprei.Quello che so di sicuro è che avrei tanto voglia di un altro bel vivace ed allegro raduno con i “nuovi amici”… tipo l’ultimo a Milano;-)