la favola mia

"La gente non osserva,


  la gente passa".        (da "Un'ora e mezza" - Boosta)Meccanici e ritmati a scatto intermittente nell'ovattata metropoli alienante ed ottusa di rumori e polveri, nell'aria.Nervosi ed affrettati schivando a singhiozzo le buche sul selcialto nella stressata frenetica cittadina di provincia, sotto la pioggia.Pensierosi ed assorti, trascinati aggrottando la fronte o sorridendo al cielo nel piccolo paese ravvivato, nel sole.Risuonano. Rimbalzano dalla strada al cervello, se li cogli e li ascolti passare.Rimbombano come pensieri assordanti nella mente, come un coro di voci stonate, indifferenti come immagini deformi in una fotografia brutalmente stiracchiata.Passi.Passi di passanti in corsa col tempo, perduti in un sogno, rubati dal dolore, annoiati della quotidianità, spronati dalla sfida.Ognuno incanalato in un proprio sentiero, che si fa personale anche quando è convenzione. A volte devianti, ma solo per poco.Passi. Di gente che ti passa accanto, ti saluta e sorride. Non vede. Ti parla ed ascolta, conforta e confida. Non sente.Passi, che vanno sempre in coppia e non sono mai soli. Binari paralleli che scorrono sempre verso una meta, anche quando non lo sai. Anche quando non la vuoi.Si fermano un istante per poi ripartire. Altrove. La gente non osserva. La gente passa.Tu. Io. Tutti noi. La gente.