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© L'IO è libero? NON è più l'io, autore delle parola, è la parola che genera l'io Di ciò dobbiamo "ringraziare" la logica che troncando violentemente il significato in un punto ben preciso, ha separato il significante dal significato, il conoscibile ucciso dal conosciuto. L'errore della logica risiede nel differenziale della temporalità dell'essere che è diversa dalla temporalità delle cose Il dogma del noto esige che non ci sia nulla d'ignoto, procedendo secondo quei tracciati geometrici che le teorie dei sistemi prevedono, impedisce all'ignoto di fecondare il noto NON tollerando l'esilio da sè, l'io rincorre la parola assoggettandovisi, ridotti a funzionari di un linguaggio che li trascende e che si recita da solo, nella sua convenzione discorsiva Chiusi nel cerchio geometrico, ritornano sempre sui medesimi passi calpestando la propria ombra, barattano il dono dell'esperienza dell'essere con la certezza ripetitiva della cosa La pigrizia umana fa interpretare la parola "fuori" logicamente, così "fuori" significa ciò che NON è dentro, omettendo di dirsi che si può portare fuori solo ciò che è già dentro, in sè. La cultura delle risposte chiuse, uccide la cultura del perchè teso alla conoscenza. Quale singolarità significante è possibile in un codificato uguale per cosa ed essere? NON più autori, ma semplici portatori di segni che il linguaggio logico ha già assegnato Siamo ciò che sappiamo e ricordiamo, stiamo barattando la felicità per l'interpretazione illusoria di un pò della certezza propria della cosa, il desiderio d'immortalità che uccide la vita stessa. écute LIBERTA' 1 LIBERTA' 2 ®