Osservazioni

Post N° 66


Ho cercato qualcosa di bello, di adatto, da scrivere qui. Ma in questo periodo della mia vita mi mancano le parole. Allora affido il mio sentire alla poesia immortale che da sempre - il sempre umano - mi rappresenta, da quando l'ho conosciuta, da quando l'ho incontrata, quella di Khalil Gibran, e ti chiedo scusa se già mille volte l'ho postata e mille e più l'avranno postata gli altri, perchè è troppo bella. E possa l'autore aver raggiunto il paradiso che meritava."Quando l'amore vi chiama, seguitelo, anche se ha vie ripide e dure. E quando dalle ali ne sarete avvolti, abbandonatevi a lui, anche se, chiusa tra le penne, la lama vi potrà ferire. E quando vi parla, credete in lui anche se la sua voce può disperdervi i sogni come il vento del nord devasta il giardino. poi che, come l'amore v'incorona, così vi crocefigge, e come vi matura, così vi poterà. L'amore non dà nulla fuorché se stesso, e non coglie nulla se non se stesso. L'amore non possiede, né vorrebbe essere posseduto, poi che l'amore basta all'amore. L'amore non vuole che consumarsi. Ma se amate e bramerete senza scampo, siano questi i vostri desideri: sciogliersi e imitare l'acqua corrente che canta il suo motivo alla notte, Conoscere la pena di troppa tenerezzaPiagarsi in comprensione d'amore e sanguinare di voluta gioiaDestarsi all'alba con un cuore alato e ringraziare un nuovo giorno d'amore Riposare nell'ora del meriggio e meditare l'estasiato amore Grati, rincasare al vespro E addormentarsi pregando per l'amato in cuore, con un canto di lode sulle labbra"Gibran Khalil Gibran