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SIMONE DE BEAUVOIR

Post n°30 pubblicato il 30 Luglio 2005 da phiIalethes

sintesi del suo pensiero .....


La condizione femminile del presente è, per la de B., quella di una astratta eguaglianza contrapposta ad una concreta ineguaglianza.

Le donne hanno di fatto raggiunto il pieno inserimento nella società: non è quindi più il momento delle rivendicazioni generali o delle battaglie di principio, ma bisogna che la donna scenda nell'individuale e approfondisca la conoscenza di se stessa ....

Conoscere se stessa è per una donna una prassi difficile .... (molto difficile al punto di soggiacere alternativamente alla sua oggettività o alla sua soggettività alienata)

Tutte le identità che le vengono proposte dalla cultura ufficiale sono identità alienanti, che la mortificano, che registrano il suo stato di assenza culturale, di minorità sociale.

La donna deve rifiutare di essere l'Altro dell'identità maschile e pagare il prezzo che questa scelta comporta.

Nella storia della specie umana, la preminenza è stata accordata non al sesso che genera ma al sesso che uccide.

L'uomo ha il "coraggio" di uccidere e di farsi uccidere, ha la spinta ad utilizzare attrezzi e a lavorare, a trascendere se stesso e la natura, e fonda così il complesso dei valori della civiltà, e sovente lo fa trascendendo se stesso, oltre se stesso .....

Di fronte ad essi la donna non ha mai opposto dei "valori femminili".... da sottolineare ancor oggi questo passaggio!

Si è limitata a modificare la propria posizione in seno alla coppia e alla famiglia .... neanche di tanto....

Ma la donna oggi può provare a cercare la strada per la sua libertà.

Una libertà che la pone in questione come individualità ,come questa donna qui, come "IO donna" ... sottolineo DONNA, a differenza di Nietzsche che ha sempre utilizzato "femmina" come epiteto ......

E' una libertà difficile.

Il binomio lavoro + diritto di voto non è la formula per la libertà.

Solo infatti per un ristretto numero di privilegiate l'attività lavorativa porta con sé l'autonomia economica e sociale.

La sintesi fra femminilità e libertà, fra femminilità e soggettività è ancora un problema aperto.

In conclusione, la verità della donna non si può ancora fissare in un concetto o cogliere in forma definitiva ma solo "raccontare". (parole non mie ma della de B. )

Alla donna tocca decidere che cos'è la donna. ( verità sacrosanta nel momento in cui la donna sa d'essere, ossia non soggiace ma decide CONSAPEVOLMENTE sapendo, mai nella parvenza di sapere )

La donna, dopo aver svelato la realtà della propria condizione, deve adesso viverla, ridefinirla.

Un momento importante in questa ricerca di identità sarà costituito dai rapporti con l'altro sesso.

Ma sul futuro dell'identità femminile e sul rapporto fra i sessi la de B. non intende azzardare pronostici ....

________________________________________

SE .... neppure delle menti "raffinate" (tra virgolette perchè anche lei come tutte ha piegato la testa su testi e concetti maschili) ... se neppure delle menti raffinate come la sua azzardano pronostici ...............


Posso solo aggiungere che l'essere sia uomo che donna, è il prodotto di altri esseri che l'hanno preceduto, e che le modificazioni nell'essere, hanno tempi darwiniani, quasi ininfluenti nel presente, però si può tracciare la via !

Anche se sono consapevole che per tracciare una via maestra è necessario possedere la consapevolezza della via sin quì seguita senza trascurare l'apporto della Beauvoir o delle altre donne che ci provano a "raccontare", ma quale via può tracciare un essere dal passato impostole che ha già la traccia da seguire preconfezionata, e quanto sia facile seguire tracce preimpostate piuttosto che progettarne una che inizialmente è irta di ostacoli, dilemma solvibile solo dalla conoscenza di sé, e l'accettazione di ciò che si è realmente e non ciò che le induzioni divenute nel tempo comode o scomode, hanno prodotto, rammentandosi sempre che si è pensiero e materia inscindibili, il seguirne e perseguirne uno solo .... NON si è.

Non ultimo la solitudine del percorso interiore, a parte la Beauvoir, che oltre al "raccontare" mirabilmente con arguzia argomentativa e riconoscere che è necessario la RIDEFINIZIONE dell'essere, si astiene dal pronosticarne il futuro, dichiarando così l'enorme difficoltà insita nel concetto, se si tiene conto della quasi totale assenza di donne filosofe con la F maiuscola, ci si rende conto in quale irto e solitario percorso ci si inoltra, non è assolutamente semplice capire ciò che si è oggettivamente, soggettivamente e socialmente, colta una simile ed enorme consapevolezza, è il momento di buttare all'aria tutti gli orpelli costrittori, e ciò porta a delle rinuce immense che la proverbiale pigrizia insita nell'essere rende ancor più difficoltoso, se poi ci aggiungiamo il rapportarsi con l'altro sesso nel mentre, con tutti gli stati d'animo che ciò comporta, può sembrare un intento utopistico, ma non lo è !

Ed è sufficente rammentarsi di appartenere ad una specie che ha in comune molte più cose di quanto si pensi, quindi l'utopia viene elisa dallo sforzo comune.

Il compito dell'altro sesso, è propedeutico solo nel caso si ponga nella condizione di accoglimento e sostegno incoraggiante quale moto accelleratore, allo scopo di giungere ad una felicità per entrambi che non sia più alternata dai moti di insoddisfazione, concordando con "Alla donna tocca decidere che cos'è la donna." ma anche consapevole che nell'essere scevro da induzioni v'è sopratutto la ricerca della felicità, NON quella singola ... quella Epicurea che recita .... per poter essere felici, debbono esser felici almeno le persone che ci circondano ..... non colgo l'utopistico, neanche nel fattore di cambiamento dell'uomo, ma solo la consapevolezza che per poter addivenire, è necessario l'apporto fattivo e collaborativo di entrambi....... CONSAPEVOLMENTE FATTIVO E COLLABORATIVO ... altre tipologie ... disvelano l'intento, i secondi fini ...... NON tenerne conto .... è condannare le nuove generazioni a ripercorrere vie impervie e dolorose ....... obbligandole a nutrirsi di "racconti" .........

Commenti al Post:
ciailan
ciailan il 30/07/05 alle 15:22 via WEB
il pensiero di SIMONE DE BEAUVOIR parte dagli anni '40 per arrivare col pensiero sulla terza età negli anni '70, diciamo che ha, se pur come dici tu chinato la testa su testi e concetti maschili, molto veritiera, cosa che forse oggi la cosa è cambiata un pochino, trovo il passaggio: 'alla donna tocca decidere che cosa è una donna' sia oggi più che mai necessario per poi avere la consapevolezza di poter apportare il fatto collaborativo fra uomo e donna, ma temo che nonostante l'emacipazione della donna e il conservatorismo dell'uomo la cosa dia difficile da attuare, almeno per la maggior parte delle persone, concordo sul fatto che si se non si arriva a questa collaborazione le nuove generazioni sono condannate a leggere solo racconti..."Non si nasce, ma si diventa, donna"
 
 
phiIalethes
phiIalethes il 30/07/05 alle 17:24 via WEB
Ciao .... campanellina .... anche Nietzsche afferma che : non esistono fatti ma interpretazioni ----- alla donna, manca l'interpretazione storica vergata da se ---- questa è la prima difficoltà del divenire donna ---- i "racconti" soggettivi, quando vi sono e vengono adottati dalla cultura, la lasciano ancora femmina ---- è la femmina riesce a "collaborare" solo con il maschio ---- l'uomo le resta sconosciuto ed incompreso ..... condannando le nuove leve a quella barzalletta dei corsi e ricorsi, a quel detto di bestia ... tutto ritorna .... ma solo per le bestie, non per l'essere che sa e decide di risolvere affinchè non vi sia ritorno ......... la differenza tra la bestia e l'essere è la volontà d'essere, NON è un diritto che può essere dato, quindi è inutile questuarlo al cielo od ad altri, è in sé per chi VUOLE ........
 
   
ciailan
ciailan il 30/07/05 alle 18:44 via WEB
"alla donna, manca l'interpretazione storica vergata da se" è giusto quello che dici, ma perchè? non credi che alla donna magari glie lo si è proibito? la si sia boicottata?....e guarda caso sempre per mano dell'uomo....l'orgoglio di essere diventata donna non lo si è certo questuato a nessuno....
 
     
phiIalethes
phiIalethes il 31/07/05 alle 08:25 via WEB
Ciao .... campanellina .... so bene che NON sei donna da questua .... ciò nulla toglie che ancora tante lo siano, pensando che le tutto sia dovuto, nulla fanno se non pensare che sia nella natura delle "cose" ------- per avviare una discussione intorno alla nozione di natura delle cose, può essere utile cominciare dalle parole con cui Gustav Radbruch chiudeva il suo saggio del 1941: Il problema della natura della cosa è appunto, nel momento presente della storia dello spirito, abbastanza importante per non essere, come è stato finora, soltanto l’episodico oggetto di una sempre rinnovata e sempre nuovamente dimenticata ricerca individuale, ma per diventare il tema di una assidua e comune ricerca. ------ eccoti fornita la leva ed il fulcro .... la leva è la voglia, la VOLONTA' VOLENTE, il fulcro .... la comunione fattiva d'intenti delle donne ----- è utile rammentare che la libertà e da VOLERE e ricercare, non è mai stata data da nessun sistema ..... anzi ..... ^____^
 
ladymiss0
ladymiss0 il 01/08/05 alle 06:14 via WEB
troppaletteratura, i percorsi alternativi ci sono sempre stati, dal femminismo in poi è esploso un sapere femminile sottocutanoe già da un pezzo silvi gherardi e co. hanno esplorato l'universo femminile, i simboli del genere e le differenze nell'organizzazione, molto spesso dobbiamo tener conto di un contesto se non vogliamo cadere nel vuot, io penso ke oggi la donna si trovi davanti a grandi contraddizioni tra presente e passato enon voglia rinunciare ad aver tutto, le sue conquiste sul piano razionale e d'altra parte sentirsi protetta, quindi spogliare l'uomo dell'unica costola ancora valida, scusa phil, non ho letto il tuo ultimo commento, il mio browser e l'ora, non permettono, un bacio a presto, grazie di esistere. milena
 
 
phiIalethes
phiIalethes il 02/08/05 alle 00:51 via WEB
Ciao ... Milena ... sei una delle note più gradevoli di questo lunedì di salsedine ..... vero che la nuova donna vuole tutto ma ...... chi insegue due lepri .... non ne prende neppure una .... figurati chi le insegue tutte, se va bene ... prende quelle già morte o "fallate" ..... ^____^
 
lastellinadimare
lastellinadimare il 01/08/05 alle 21:11 via WEB
Logico che si astiene di pronosticare il futuro, era una donna intelligente, ma devo dire anche pessimista, non dava un centesimo nel scommettere in un cambio del pensiero maschile o maschilista, non dimentichiamo che anche le donne della sua epoca consideravano giusta la "sottomissione" femminile. Oggi molti uomini hanno capito, grazie a queste nuove generazioni senza dubbio piu intelligenti la donna ha raggiunto una certa serenità nel confronto, non ci tocca piu lottare unghie e denti per ottenere la ovvia uguaglianza. Comunque, cari uomini, ne avete ancora molta di strada da percorrere per ragggiungere la "vostra emancipazione" non la nostra...Un bacio!!
 
 
phiIalethes
phiIalethes il 02/08/05 alle 00:52 via WEB
Ciao ... stellina marina .... NON solo era coscente delle difficoltà maschili, lo era financo nel cogliere che difficilmente la donna si sarebbe assunta degli oneri doverosi che non rientrassero nel suo "sentire" bello ----- LE emancipazioni ... dovrebbero svolgersi come due binari --- contemporaeamente e nella medesima direzione ...... ^____^
 
Invisibil.mente
Invisibil.mente il 03/08/05 alle 09:59 via WEB
Non ho letto che poche righe, ma potrei copincollare il commento fatto nell'altro tuo blog. La conoscenza di se stessi, uomini o donne che siamo, nasce dalla libertà mentale, questa è praticamente nulla perchè soggetta a troppe impostazioni esterne. C'è chi riesce più facilmente a tenere latenti certi schemi delle varie e differenti società collettive, e chi meno. Ma TUTTI ne siamo influenzati visto che viviamo in un "sistema". Questo impedisce molte cose, in forma pratica e astratta. Domanda: senza un sistema di massa preimposto che fine farebbe l'uomo come essere vivente? Tutti i sistemi sono in parte fallimentari, perchè per "donare" a una parte tolgono NECESSARIAMENTE a un altra. In questo è toccato a noi in quanto donne, forse in un ipotetico futuro i ruoli s'invertiranno. Non è giusto comunque, e NULLA cambierà, sarà solo un semplice rovesciamento del quadro. Ossequi.
 
 
phiIalethes
phiIalethes il 03/08/05 alle 15:53 via WEB
Ciao ... invisibil mente ...... sorrido sinceramente alla tua sincerità .... se la superficialità nella società dell'immagine o logo è ... il sistema di comunicazione .... non posso certo pretendere d'invertire il "common sense" in questo luogo che "parrebbe" ancor più superficiale ---- specifico meglio ----- quando trovo esposto un "pensiero" che mi colpisce ... ho l'estrema necessità di collimarlo con chi l'ha espresso, quindi mi leggo molto dei suoi pensieri ---- comprendo tutte le motivazioni che inducono al contrario e sorrido .... sorridendo ti copincollo porzioni di miei pensieri già espressi in questo luogo ----- Messaggio N° 10 03-04-2005 - 12:23 °*°*° DIALETTICA AUTO --- CONFUTATIVA °*°*° °*° OVVERO °*° ____ FRUSTA PER DATI OGGETTIVI _____ La VOLONTA' VOLENTE d'aver ragione, fin nella sua forma più logica, più sottile; è espressione di quello spirito d'autoconservazione che la dialettica ha appunto il compito di dissolvere nella temporalità temporale. Pensare dialetticamente significa che; l'argomento deve acquisire la drasticità della tesi, e la tesi contenere in se la pienezza delle sue ragioni. Esser tesi al GIUSTO piuttosto che all'UTILE; è pervenire ANCHE alla propria felicità atemporale nella temporalità. Il compito della dialettica è di evidenziare l'antinomìa che forma il "common sense", è quell'andare oltre, non indugiare mai presso l'inganno del privilegio arrogantemente presuntuoso del singolo dato oggettivamente scisso e cristallizzato nella sua inconfutabilità ......... Messaggio N° 5 13-05-2005 - 11:31 INDUSTRIA CULTURALE -----EFFETTI PROPRI DI GENERE Volendo collocare il sistema dell'industria culturale in una prospettiva storica universale, occorrerebbe definirlo come lo sfruttamento sistematico dell'antichissima frattura tra gli uomini e la sua cultura, le donne ne sono state per molto,troppo tempo escluse. L'ambivalenza del progresso , che ha sviluppato contemporaneamente la libertà e l'oppressione, con la legge del bastone e la carota, ha prodotto l'assoggettamento completo sotto l'organizzazione sociale e le sue regole razionalizzanti, ed ha reso incapaci di cogliere le recondite, ma neanche tanto, motivazione d'una cultura imposta invece che un altra. L'uomo in questo contesto; ha imparata ANCHE a confutare, la DONNE, è ancora ai primi albori di questa comprensione, molto raramente confuta ciò che proviene molto prima d'esser essa stessa, e s'espande oltre essa stessa, NON è una colpa .... NON le è stato mostrato come far spaziare nel tempo lo sguardo del sapere e del sentire ---- quando incontra un simile avvenimento, il più delle volte ne resta affascinata ed interdetta, senza saper decidere in quale dei due opposti posizionarsi, si limita ad espandere il suo innato carpe djem senza valutare se non in forza dell'indotto .... "io sono così" .... giova sempre rammentare che nulla è sempre così in natura, solo l'innaturale allevato in serra, ossia ingabbiato, è sempre medesimo --------- comprendo l'origine da carpe djem del tuo concetto di "rovesciamento del quadro", ma .... allunghiamo lo sguardo, lasciamolo spaziare almeno sulle nuove generazioni se si vuol modificare qualcosa ....... Si è liberi per ciò che si sa e si conosce ..... ^________^
 
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