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pomodorino del vesuvio


ieri si è chiusa la settimana del pomodorino del vesuvio, manifestazione organizzata da Genius Loci, nell'incantevole scenario degli scavi archeologici di Ercolano. L'iter per ottenere le autorizzazioni è stato lungo e piuttosto travagliato, ma alla fine tutto è andato come doveva. L'impresa è valsa la spesa, nel senso del successo di pubblico che ha ricevuto la manifestazione. Come di solito capita in queste occasioni l'azienda produttrice (Casa Barone) non ha registrato incassi record: risulta molto difficile per un turista ritornarsene in patria con un piennolo intero, ma l'interesse verso questo tipo di prodotto (presidio slow food) risulta in grande crescita. E' un successo per Slow Food (che ha deciso di "adottare" questo alimento) e per le aziende della zona vesuviana (che cercano in tutti i modi di salvare le tradizioni agricole). Proprio questo ultimo punto risulta particolarmente critico. E' infatti facile osservare che l'età media dei lavoratori del settore è molto alta. Mancano degli eredi disposti ad affrontare il difficile (ma pieno di soddisfazioni) lavoro in campagna. Oggi siamo tutti orientati verso lavori che della manualità non hanno nulla, se non quella legata al movimento delle dita su una tastiera. E quindi l'agricoltura di qualità rischia di scomparire. Parlo dell'agricoltura di qualità, perchè non è la forza lavoro in generale che manca (grazie all'apporto di stranieri desiderosi di guadagnarsi da vivere in Italia), ma forza lavoro qualificata, cioè contadini, agricoltori in grado di esprimersi al meglio all'interno di quei contesti "bucolici". E questo ha conseguenza nefaste per l'economia ma anche per la tutela del territorio. Oggi l'agricoltura di qualità rappresenta un presidio fondamentale nella tutela del territorio. Queste forme di agricoltura (biologica, sinergica, biodinamica, ecc.) si preoccupano di conservare i luoghi di lavoro e di mantenerli quanto meno contaminati possibile. Chi si prenderà l'onere di continuare certe tradizioni?