philo-sophia

inculati contenti


Lo psicoanalista Theodor Reik ha introdotto l’interessante concetto di masochismo di massa. Con questo termine vuole intendere la fusione di due tendenze: la rinuncia al proprio potere personale e la gioia di delegarlo. Questa dinamica è osservabile nell'entusiasmo e nella devozione che le masse dimostrano verso un dittatore il quale esige da loro sofferenze e sacrifici che non potrebbero sopportare se non vedessero in lui una propria immagine idealizzata. Come non cedere alla suggestione di questa tesi quando, guardando le immagini della manifestazione di sabato scorso a Roma del popolo della libertà, vorremmo tentare di dare una spiegazione al comportamento da invasati di molti dei suoi partecipanti? Se a livello individuale il masochismo (= condizione in cui il soggetto trae godimento dalle sofferenze che riceve), secondo Freud, deriva dalla fissazione ad una fase precedente (quella anale) dello sviluppo della personalità, a livello sociale potremmo interpretarlo come una regressione del cittadino che abdica al proprio potere dissolvendolo nella venerazione del capo? Una dissoluzione del proprio potere civico che comporta l’annebbiamento del senso critico ormai incapace di vedere i fatti (ai devoti si possono esibire anche prove compromettenti del loro dio: non ci crederanno mai perché la fede è più forte della ragione che osserva). L’ideale (o meglio l’ideologico) ha il sopravvento sulla realtà e quindi la maschera. I devoti non riusciranno mai ad indignarsi quando gli si spiattelleranno le contraddizioni di cui il loro dio è complice. Solo gli infedeli possono ancora indignarsi, ad esempio di fronte agli sprechi della politica, perché mantengono il senso della misura: un deputato che lavora (quando lo fa) due giorni a settimana non vale 25 volte di più di un cassintegrato; possono arrabbiarsi quando la scuola non ha i soldi per la carta delle fotocopie o non può pagare i docenti che formano i nostri figli mentre lo Stato regala un miliardo di euro ai giornali che non svolgono la stessa funzione educativa della scuola! Il masochismo di massa della società italiana è stato brillantemente esposto dallo psicologo della sessualità Daniele Luttazzi, il quale attraverso la metafora del rapporto anale – riprendendo quindi il nesso freudiano tra masochismo e regressione alla fase anale – racconta l’evoluzione del comportamento di buona parte degli italiani spiegandone gli esiti attuali. Guardate.