philo-sophia

il potere è solo dominio?


L'esercizio del potere deve essere necessariamente coniugato all'azione del dominare? Osserva Hillman: "Nella tradizione occidentale crediamo che la capacità di fare, di agire comporti l'autoritarismo, il dominio, lo spadroneggiamento, il far sentire il proprio peso sulle cose, sulle persone, sull'ambiente: Dio stesso nel latino della Chiesa viene chiamato Dominus. E noi, umili uomini, fatti a sua immagine, diventiamo dei dominatori semplicemente facendo una qualsiasi cosa". E' coerente l'associazione dell'idea di potere a gerarchia, subordinazione, dispotismo, se si analizza l'etimologia della parola potere. La radice della parola è poti, che significa marito, signore, padrone; il greco posis, "marito", da cui deriva des-potes, "signore della casa", da domos e posis, "padrone". Dominus in latino significa "signore", "padrone", "colui che possiede", egli schiavi romani chiamavano il loro padrone dominus, mentre quelli greci lo chiamavano despotes. Perciò ci chiediamo se è possibile esercitare potere senza per questo dominare. Dall'affermazione della società industriale si sono andate radicando, nel nostro immaginario, alcune idee che hanno ulteriormente definito quella di potere: "progresso", "miglioramento", "sviluppo". Idee certamente retaggio di quel darwinismo sociale impostosi nell'800 secondo cui: "il progresso è naturale"; "ciò che è naturale è dato da Dio"; "quindi il progresso è buono"; "il progresso avanza mediante la selezione naturale: ciò che è superiore cresce, e ciò che è inferiore è destinato a finire"; "ci sono più individui in fondo che in cima, sono più le erbacce che le rose, quindi la gerarchia è naturale"; "dato che via via che si sale, la piramide va numericamente a restringersi, la selezione naturale impone la competizione, che permette agli elementi più adatti di sopravvivere"; "solo i più adatti sopravvivono alla competizione"; "la sopravvivenza è assicurata se si raggiunge la cima e vi si rimane". Potremmo condensare tutto in un'unica idea che rappresenta uno dei miti più forti della nostra società contemporanea: la crescita. Un'idea che evoca il diventare grandi, più forti, competitivi, comandanti, insomma un sinonimo di potere perchè la capacità di crescere presuppone un'innata potenzialità di sopravvivenza e di vittoria. Ma l'idea di crescita si accompagna ad un'altra idea altrettanto importante, quella di efficienza: affinchè la crescita sia funzionale alla sopravvivenza è indispensabile che essa sia organizzata. Il "più adatto" che sopravvive deve essere quello più efficiente. (potere - 1  successivo)