IL TEMPO DI UN CAFFè

LETTERA AL MARITO


Mi guardi, e per l'ennesima volta mi chiedi "sei incazzata con me?".No, non sono incazzata con te, ma con me. Che ti ho scelto. Che non ho capito che in comune non avevamo altro che la voglia di fare sesso. Che sarebbe passata subito, non appena ci fossimo resi conto di essere come l'acqua e il fuoco e di avere esigenze totalmente diverse. Che mi sono annullata per non dover ammettere di avere sbagliato. Che non riesco a superare quella parte di me talmente responsabile da non avere il coraggio di andarmene. Che non riesco a guadagnare sufficientemente da poter avere più coraggio.Risultato? Tu vai a sciare con nostro figlio (io detesto sciare) e io stiro, mi lavo la macchina (a te non interessa che sia sporca), e mi sfogo su un blog che tu non sai nemmeno che esista... O forse lo sai, ci sei capitato sopra... Ma non penso: tu detesti leggere.Dubiti che io abbia un altro: no, non ho un altro. L'uomo che vorrei forse non esiste, o forse non rinuncerei più a quella libertà che sto cercando di ritagliarmi in ogni gesto, movimento o attimo che mi è concesso. Tu pensi che si tratti solo di scopare, ma non è così. Non alla nostra età. E infatti ogni volta che ho incontrato qualcuno con cui sono finita a letto, poi non è continuata: io voglio condividere dei concetti, sentire che sono desiderata perchè affine a dei pensieri, voglio essere corteggiata perchè so di poter dare molto... ma voglio anche ricevere. E invece mi sembra che nella testa degli uomini ci sia solo il concetto della conquista della preda fine a sè stessa.Io ho un lato maschile, mi piacciono gli uomini, mi piace "giocare" ( tu non hai mai saputo del mio complesso lato passionale, non sino in fondo... Quel poco che immagini me lo hai buttato in faccia al primo litigio...), ma sono anche altamente sensibile, emotivamente fragile... è un gran casino. Tu mi hai tolto tutto il piacere di essere "femmina", ma io ho reagito, ho toccato il fondo ma sono riuscita a riprendermi, e non rinuncerò mai più a questa prerogativa.Mi piaceva tanto andare a ballare. Ieri sera, stranamente, si era organizzato di andare quando ad un tratto tu mi hai detto "eh eh eh nostro figlio dice che non viene a vedere quei ridicoli che saltano su una pista".... Mi hai smontata. Mi sono immaginata per l'ennesima volta (in vent'anni saremo andati tre o quattro volte in una sala...) seduta su una sedia invidiando quelle coppie che si dedicavano al ballo ,con te vicino con la faccia "in cagnesco", tanto che nessuno si avvicina ad invitarmi perchè tu incuti timore...E quell'odore di sudore acido che emani quando sei in tensione.... Risultato: mi è venuta la febbre.Perchè non me ne sono andata? Perchè nel frattempo sono venuti al mondo due ragazzi, e separarsi è cosa per ricchi. Io ci spero sempre in un colpo di fortuna che mi porti ad avere denaro sufficiente per mantenere i ragazzi e anche me in maniera diginitosa, ma non è facile. Ogni tanto gioco al lotto... Sono stupida vero? Eppure, se la dea bendata avesse tenerezza di me e volesse designarmi... guarda, potrei darti praticamente tutto... ma poi non vorrei mai più vederti, non vorrei più dover sottostare a tutte quelle sciocche regole di vita che non servono a nulla, non vorrei accettare più compromessi.Quante volte ti ho parlato di queste cose.... E quante volte mi sono sentita dire che ero bacata, che ero solo figlia di genitori separati (ma tu, non sei al secondo matrimonio?), che ero una poco di buono.... Mi hai aggredita a parole ogni volta che ho cercato di spiegarti, di dirti cosa c'era che non andava dal mio punto di vista....Mi hai persa. Io non sono più tua. E non sono di un altro. Sono solo una "turineisa", come tu mi definisci a volte...Orgogliosissima di esserlo.Buona sciata.Tua moglie.