GEAPRESS – Nei pressi del corpo inerme c’è ancora il bossolo. Un colpo di fucile da caccia, direttamente in bocca del grosso pastore tedesco detenuto in via Lanza di Scalea, periferia nord della città. Tra le ville milionarie e le case alveare dello ZEN si è consumato l’ennesimo misfatto di una città ormai pericolosamente abituata ai cani lasciati marcire per strada (vedi articolo GeaPress) ed ai cavalli che si vanno a schiantare durante una corsa clandestina.
Ad intervenire sul posto, intorno ad ora di pranzo, il Nucleo Cinofili della Polizia Municipale. Erano stati allertati da volontari (nei pressi sono accuditi alcuni randagi) che si erano messi in contatto con la sezione della LIDA (Lega Italiana Diritti Animali) cittadina. Il cane, a quanto pare, potrebbe avere il microchip padronale. Si trovava, infatti, in una zona recintata nei pressi di abitazioni. Sul corpo del pastore tedesco un delicato fiorellino di pietà.
Pochi dubbi sulla dinamica. Qualcuno, infatti, potrebbe aver puntato la canna del fucile in bocca al povero cane ed esploso il colpo. La rosa dei pallini ha creato un foro di uscita nella parte posteriore destra del collo. Il cane, probabilmente, è stato fatto avvicinare al cancello con un sacchetto contenente della pasta, sul quale poi, si è accasciato con il muso devastato dall’esplosione.
Nessuno, però, ha sentito niente, anche se il posto è inserito in un contesto urbano. Spetterà alla Polizia Municipale, cercare di capire il perchè di tale uccisione. Una intimidazione, oppure una maniera molto diffusa, ma non in ambito urbano, di eliminare i cani.
“Siamo in una città oltre la frontiera – ha dichiarato a GeaPress Alessandra Musso, responsabile cittadina della LIDA – Purtroppo non ci meravigliamo più di niente. Da Tao, il cane inbustato (vedi articolo GeaPress) alle corse clandestine di cavalli, oppure il mercato degli uccellini rubati alla natura e venduti nelle strade di Ballarò. Chi ha fatto una cosa così tremenda – ha concluso la Responsabile LIDA – deve sapere però che non vi è rassegnazione. La sua violenza non ci appartiene e speriamo che paghi per quello che ha fatto“.