GEAPRESS – Stava quasi sicuramente allattando la femmina di delfino che nei giorni scorsi è stata rinvenuta lungo la battigia della riviera nord di Pescara. Così riferisce a GeaPress la Capitaneria di Porto in merito al ritrovamento del povero animale, per il quale, oltre ad essere rimasto bloccato in una rete da pesca, non si è escluso neppure il suo successivo investimento da parte di imbarcazioni da diporto. Ovviamente nessuna possibilità di salvezza per il piccolo in mare, specie se ancora non del tutto svezzato, ed ennesimo ritrovamento di un cetaceo morto a causa delle reti da pesca.

In questo caso, i resti delle maglie presenti sul corpo della delfina, hanno consentito di potere risalire alla possibile causa dell’incidente, ma in genere i pescatori si sbarazzano velocemente di tali animali, specie se rimangono bloccati nelle famigerate reti a volante. Si tratta di un’ampia rete trainata a mezz’acqua da due pescherecci. Anche volendo evitare l’impatto con i delfini, non è possibile accorgersi dalla superficie  di quello che succede sott’acqua.

Gli animali, seguendo i banchi di pesce, rimangono bloccati contro corrente nella rete che inizia a trainarli. Nel turbinio di pesci che cercano di fuggire e delle reti che iniziano a stringere sempre più, il delfino dovrebbe avere la forza di girarsi, trovando lo spazio necessario per dare alcuni possenti colpi di coda in grado di vincere la corrente avversa. Praticamente impossibile in quel manicomio di pesce pigiato. La morte sopraggiunge per annegamento.

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