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Il Delfino rosa, Pinky, nuota beatamente nelle acque di Calcasieu Lake, in Louisiana. Un raro caso di delfino albino che non si era mai visto prima. Si tratta di un tursiope albino, una specie rarissima di delfino: in tutto il mondo ne sono stati avvistati solamente quattordici. Il colore rosa della pigmentazione della pelle è dovuta proprio all’albinismo. Gli occhi dei delfini albini sono rossi. L'albinismo è una condizione genetica causata da una mancanza di melanina. Ci sono solo altri 14 tursiopi albini, avvistati nel mondo, ma tutti gli altri sono di colore bianco. Esiste tuttavia una specie denominata “delfino rosa”, che vive in Amazzonia e si ritiene sia una sorta di parente stretto di questo unico esemplare. Il delfino rosa d'acqua dolce (Inia geoffrensis), conosciuto anche con il nome tradizionale di “boto”, è una delle specie di maggior interesse scientifico e naturalistico presenti in Amazzonia e una delle più minacciate d’estinzione a livello globale. |
GEAPRESS – Un baratto vero e proprio in una terra dove a non tutti servono i soldi. Se poi questa terra è un’ isola a nord del mare di Bering, è anche più probabile che tali scambi possono avvenire. Come ai tempi delle guerre indiane. Alcool e armi in cambio di pelli di animali selvatici da rivendere a prezzi stratosferici. Ad essere arrestati tre cittadini di Glennallen, nell’entroterra di Anchorage, il principale porto dell’Alaska. L’accusa è di avere contrabbandato avorio di tricheco, pelli di orso polare ed altri animali selvatici, esportando il tutto anche fuori dai confini americani. I tre trafficanti si rifornivano però da nativi dell’ isola di Savoonga pagavano in denaro ma anche con droga, alcool, armi e slitte da neve. I tre americani sono stati arrestati, dal momento in cui (a differenza dell’Italia) questi reati sono duramente puniti. Non è stato possibile risalire agli autori del bracconaggio e le autorità americane hanno comunque preferito concordare con i nativi dell’isola di Savoonga un approccio più … educativo. Ovvero degli incontri ove si è cercato di spiegare il danno causato al patrimonio faunistico in cambio, tra l’altro, di beni quanto meno discutibili. In America alcuni reati di bracconaggio e quelli di traffico di specie protette, sono duramente puniti. In Italia, entrambe le tipologie, sono giudicate in base alla debole categoria dei reati contravvenzionali. L’inchiesta americana è stata condotta da Agenti sotto copertura dell’Agenzia federale Fish and Wildlife Service. (GEAPRESS – Riproduzione vietata senza citare la fonte). |
Lipomo (CO): con l’ammoniaca negli occhi (fotogallery) nel box lager a disposizione dei bracconieriIntervento della Polizia Locale della Provincia di Como. GEAPRESS – Secondo le prime informazioni assunte dalla Polizia Locale della Provincia di Como, erano cacciatori bracconieri i rifornitori del medico radiologo di Como che, dentro un box-garage a Lipomo (CO), deteneva un lager di uccelli rapaci. Così a GeaPress riferisce il Commissario Aggiunto Luigi Galeazzi che tiene tra l’altro a precisare come in 29 anni di servizio non gli era mai capitato niente del genere. L’intervento è avvenuto lo corso 27 aprile ma la notizia è stata resa nota solo ieri. In tutto 32 animali tra cui gheppi, un nibbio bruno, addirittura un raro nibbio reale, e poi poiane, gufi, corvi imperiali, cornacchie grigie, ma anche gazze, un crociere, un coniglio ed una volpe. Tutti accatastati in gabbiette disposte l’una sull’altra, eccetto che per la volpe (nel senso che la gabbietta era in terra). Un lager dal fetore di ammoniaca insopportabile. Gli escrementi, infatti, secondo la Polizia Locale, non venivano rimossi da mesi. Almeno da due anni la vicenda era in qualche maniera stata notata dai vicini. Parrebbe, infatti, che della cosa ve ne fosse traccia nelle riunioni di condominio. Poi qualcuno ha informato la Polizia Locale, ed Enrico Casartelli, medico radiologo, è finito nei guai per maltrattamento di animali e furto aggravato al patrimonio indisponibile dello Stato. Un reato pesante per il quale, secondo una scandalosa impostazione della legge sulla caccia italiana, è stata possibile la contestazione perché il medico non è un cacciatore. Se lo fosse stato, per lui solo un blando reato contravvenzionale (il furto, invece, è un reato delitto) dal momento in cui la legge sulla caccia ha graziosamente previsto che ai cacciatori non si possano applicare alcuni articoli del Codice Penale, ovvero il furto al patrimonio indisponibile dello Stato. Di sicuro non erano gli stessi animali di due anni addietro. Questo secondo la stessa Polizia Locale. Impossibile che avessero così vissuto per tutto questo tempo. La Poiana, poi, era stata maldestramente operata ad un’ala, mentre tutti gli animali presentavano gravi infiammazioni agli occhi che apparivano, peraltro, opachi. Questo per le elevati concentrazioni di vapori di ammoniaca provenienti degli escrementi. Il box, inoltre, era privo di apertura, tranne piccole feritoie nella saracinesca. Secondo quanto appreso dalla Polizia Locale della Provincia di Como, diretta dal Comandante Claudio Comolli, il radiologo veniva notato solo per fugaci visite al box. La mattina presto e la sera intorno alle 23.00, forse per passare inosservato ai vicini. Il box era intestato alla moglie del medico. Di sicuro Casartelli non ha collaborato granché, anzi non ha rilasciato alcuna dichiarazione in merito alla presenza di così tanti uccelli protetti dalla legge. Ha subito chiamato il suo avvocato e si è trincerato nel silenzio. Secondo indiscrezioni la linea difensiva sarebbe quella del dono di un paziente. Tutti gli animali sono stati consegnati al Centro Recupero di Vanzago (MI), gestito dal WWF, ma solo per pochissimi animali è possibile ipotizzare il loro ritorno in natura. (GEAPRESS – Riproduzione vietata senza citare la fonte). VEDI PHOTO GALLERY: |
A colpi di spranga – nel circo con la telecamera nascosta (video)Il filmato shock di Animal Defenders International
La grande Associazione animalista con sedi in America, Africa ed Europa, è riuscita a registrare cosa avveniva nella stalla del Bobby Roberts Super Circus, ovvero nei cosìddetti quartieri invernali. Sono questi i luoghi dove i circensi non fanno mai entrare. Le sedi non itineranti dove, ad esempio, gli animali vengono addestrati. Non era certo il caso di Annie, una anziana elefantessa asiatica con seri problemi di artrosi, presa ripetutamente a calci e colpi di barra metallica da un inserviente del circo. Ben 48 volte nelle tre settimane e mezzo che gli animalisti di Animal Defeders hanno mantenuto la loro telecamera. Poi sputi ad un cammello e botte ad un piccolo pony. |