L'arte di pensare

Post n°23 pubblicato il 13 Dicembre 2005 da GENOVESE80
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«Tutti gli uomini per natura aspirano a sapere. Lo prova il fatto che si amano le percezioni dei sensi: anche quando non ne sentiamo il bisogno, esse ci piacciono per se stesse, e più di tutte quelle che riceviamo dagli occhi. Al di fuori di ogni considerazione pratica e, per così dire, al di sopra di tutte le cose noi amiamo vedere». (Metafisica di Aristotele).

 

Il semplice godimento della luce e di tutte le differenze ch’essa permette di scorgere nell’orizzonte ci dovrebbe colmare di stupore e di gioia. L’ideale sarebbe che ci comportassimo così in ogni occasione: non solo di fronte alle percezioni dei nostri sensi.

(Arte nuova di pensare – Guitton)

 
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SILENZIO

Post n°22 pubblicato il 12 Dicembre 2005 da GENOVESE80
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Tentare di vivere il silenzio è difficile: abbiamo tutti i mezzi per poter occupare gli spazi di silenzio in modo che la nostra mente e il nostro cuore siano sempre occupati da qualcosa da fare. Il silenzio è fastidioso: se siamo leali con noi stessi ci accorgiamo che fare silenzio significa iniziare a pensare con la nostra testa e subito siamo immersi in una marea di pen­sieri, problemi, domande e ricordi che spesso desideriamo cacciare. Si vive la percezione che un fracassante frastuono prende il sopravvento su noi stessi: non appena nasce il silen­zio fuori di noi nasce il fastidioso fracasso dentro di noi...

Ma allora che serve farsi problemi? Meglio evitarli e vivere come sempre! Se il silenzio mi fa soffrire: meglio evitarlo! E' meglio non farsi problemi!

In realtà non è così! Se siamo sinceri scopriamo che in realtà tutte le cose che occupano i nostri spazi di silenzio (stereo, TV, moda, interessi vari, desideri strani...) ci controllano: siamo marionette che per vivere felici hanno bisogno di un mucchio di cose altrimenti diventiamo tristi! Il silenzio, il deserto è il coraggio di restituire a noi stessi le cose più belle che ogni uomo ha. Subito sembrano ostacoli alla nostra feli­cità in realtà sono l'unica possibilità che abbiamo per diven­tare LIBERI!

 

Lasciati condurre nel viaggio dentro il tuo cuore … dove scappi come un bam­bino impaurito della sua ombra?

 

Rischia l'avventura del deserto, è l'avventura della vita!

 
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TRA LE MANI

Post n°21 pubblicato il 11 Dicembre 2005 da GENOVESE80
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Un giorno tra le mie mani, un giorno qui davanti a me,che cosa mai farò perché alla fine tu ne sia felice?

Oh come vorrei in ogni momento strappare questa oscurità che scende e non mi fa guardare al di là dei passi miei.

Come vorrei amarti in chi cammina accanto a me, in chi incrocia la mia vita,in chi mi sfiora ma non sa che Tu sei lì con lui, è quello che più vorrei, è quello che più vorrei per te.

La strada è piena di gente, ma l'orizzonte è tutto lì, la folla se ne va tra un negozio e un bar, indifferente.

Oh come vorrei parlare ad ognuno, così come faresti Tu, nella felicità di quella pace che Tu solo dai.

Così vorrò amarti negli ultimi della città,nel buio di chi muore solo, in chi dispera e non sa, che Tu sei lì con lui, così oggi ti amerò, così oggi ti amerò di più.

 
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Il paradosso del nostro tempo

Post n°20 pubblicato il 10 Dicembre 2005 da GENOVESE80
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Il paradosso del nostro tempo nella storia è che:
abbiamo edifici sempre più alti, ma moralità più basse,
autostrade sempre più larghe, ma orizzonti più ristretti.
Spendiamo di più, ma abbiamo meno,
comperiamo di più, ma godiamo meno.
Abbiamo case più grandi e famiglie più piccole,
più comodità, ma meno tempo.
Abbiamo più istruzione, ma meno buon senso,
più conoscenza, ma meno giudizio,
più esperti, ed ancora più problemi,
più medicine, ma meno benessere.
Beviamo troppo, fumiamo troppo,
spendiamo senza ritegno, ridiamo troppo poco,
guidiamo troppo veloci, ci arrabbiamo troppo,
facciamo le ore piccole, ci alziamo stanchi,
vediamo troppa TV, e preghiamo di rado.
Abbiamo moltiplicato le nostre proprietà,
ma ridotto i nostri valori.
Parliamo troppo, amiamo troppo poco
ed odiamo troppo spesso.
Abbiamo imparato come guadagnarci da vivere,
ma non come vivere.
Abbiamo aggiunto anni alla vita, ma non vita agli anni.
Siamo andati e tornati dalla Luna,
ma non riusciamo ad attraversare la strada
per incontrare un nuovo vicino di casa.
Abbiamo conquistato lo spazio esterno, ma non lo spazio interno.
Abbiamo creato cose più grandi, ma non migliori.
Abbiamo pulito l'aria, ma inquinato l'anima.
Abbiamo dominato l'atomo, ma non i pregiudizi.
Scriviamo di più, ma impariamo meno.
Pianifichiamo di più, ma realizziamo meno.
Abbiamo imparato a sbrigarci, ma non ad aspettare.
Costruiamo computers più grandi per contenere più informazioni,
per produrre più copie che mai, ma comunichiamo sempre meno.
Questi sono i tempi del fast food e della digestione lenta,
grandi uomini e piccoli caratteri,
ricchi profitti e povere relazioni.
Questi sono i tempi di due redditi e più divorzi,
case più belle ma famiglie distrutte.
Questi sono i tempi dei viaggi veloci, dei pannolini usa e getta,
della moralità a perdere, delle relazioni di una notte,
dei corpi sovrappeso e delle pillole che possono farti fare di tutto,
dal rallegrarti al calmarti, all'ucciderti.
E' un tempo in cui ci sono tante cose in vetrina
e niente in magazzino.
RICORDA SEMPRE:
la vita non si misura da quanti respiri facciamo,
ma dai momenti che ci tolgono il respiro.

 

(George Carlin)

 
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Riflessioni

Post n°19 pubblicato il 09 Dicembre 2005 da GENOVESE80
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Le lacrime sono parole che non nacquero,
sentimenti che ammutolirono,
sono sorrisi che non attecchirono,
la fede che fu contraddetta dalla disperazione.
La lacrima è la voce dei rassegnati.

È frutto della pace rubata al cuore ancora giovane,
che si è perso senza essere assaggiato.
Acqua che tracima dal suo letto senza direzione.
La lacrima è il grido che non può essere udito.
Sono reticenze collocate nel finale di chi non ha potuto continuare.

È il momento di dare il nodo in gola,
è l'angoscia espulsa per castigare l'anima di chi non ha potuto amare,
è la tristezza che si è stancata di restare accantonata,
è il canto che non ha motivi,
è il motivo di chi si rassegnò e si arrese.
Dio fece la lacrima per esternare quello che la paura rivela
o che l'allegria non supera.
La verità che non può essere detta,
il dolore che non può essere sentito,
il destino che non può essere mutato,
solamente vissuto...

 
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