LA VITA E L'AMORE

Post n°13 pubblicato il 16 Novembre 2005 da GENOVESE80
Foto di GENOVESE80

La vita deve essere difesa, sempre. Benedetto XVI lo ha ripetuto oggi in Udienza generale e salutando i delegati del "Movimento per la Vita", presenti oggi in piazza san Pietro tra i circa 30 mila fedeli, è tornato sul tema dell'aborto: "Vi ringrazio - ha detto il Papa - per la vostra coraggiosa attivita' trentennale volta a promuovere e difendere il diritto alla vita e la dignita' di ogni persona umana dal suo concepimento alla sua morte naturale".

"Impegnandovi a prevenire l'aborto volontario, con un'attenta azione di supporto per le donne e le famiglie, voi - ha concluso Benedetto XVI - collaborate a scrivere pagine di speranza per il futuro dell'umanita', proclamando in maniera concreta il Vangelo della Vita".

Il tema scelto dal pontefice per la riflessione settimanale del mercoledì è stato la gratitudine che l'uomo deve a Dio, prendendo spunto dal Salmo 135, "Rendimento di grazie per la salvezza operata da Dio", in cui, emerge l'intenzione del salmista di "risvegliare nell'uomo la memoria del bene ricevuto. Spesso la memoria dei mali sofferti appare più forte, ma il Signore ci offre talmente tante opere buone che possiamo vederle e a quel punto il nostro cuore diventa attivo e conoscere la gioia. Perché è vero che la Misericordia di Dio è eterna e sempre presente, ogni giorno".

- da Rainews24 -

 
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VIVERE

Post n°10 pubblicato il 15 Ottobre 2005 da GENOVESE80

Insegnami, Signore,

a librarmi con te,

perché vivere

non è "trascinare la vita",

non è "strappare la vita",

non è "rosicchiare la vita".

Vivere è abbandonarsi,

come un gabbiano,

all'ebbrezza del vento.

Vivere è assaporare

l'avventura della libertà.

Vivere è stendere l'ala,

l'unica ala, con la fiducia

di chi sa di avere nel volo

un partner grande come te.

 

(don Tonino Bello)

 
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Vivi la vita (di Madre Teresa di Calcutta)

Post n°9 pubblicato il 12 Ottobre 2005 da GENOVESE80

La vita è un’opportunità, coglila.

La vita è bellezza, ammirala.

La vita è beatitudine, assaporala.

La vita è un sogno, fanne una realtà.

La vita è una sfida, affrontala.

La vita è un dovere, compilo.

La vita è un gioco, giocalo.

La vita è preziosa, abbine cura.

La vita è una ricchezza, conservala.

La vita è amore, godine.

La vita è un mistero, scoprilo.

La vita è promessa, adempila.

La vita è tristezza, superala.

La vita è un inno, cantalo.

La vita è una lotta, accettala.

La vita è un’avventura, rischiala.

La vita è felicità, meritala.

La vita è la vita, difendila.

 
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PER NON DIMENTICARE

Post n°5 pubblicato il 12 Ottobre 2005 da GENOVESE80

Anche l’Italia avrà il suo primo museo della Shoah, come a Washington, Gerusalemme, Londra e Berlino. A sessant’anni dalla fine del secondo terribile evento mondiale, per ricordare le migliaia di ebrei morti durante le persecuzioni nazifasciste, sarà costruito un parallelepipedo scuro con le pareti esterne coperte dai nomi luminosi delle vittime nel quartiere Nomentano a Roma.

 

La “struttura”, comprendente di tre piani di cui uno seminterrato, sarà alta dieci metri su 1.300 metri quadrati di base. Il progetto racchiude alcuni elementi che riportano la memoria alle drammatiche immagini che, molte volte, riappaiono in bianco e nero sui teleschermi della nostra televisione: un grande camino su un lato e una lunga rampa di accesso, simili ed evocativi del campo di concentramento di Auschwitz, all’entrata del quale compariva la scritta «ARBEIT  MACHT  FREI» , cioè «Il lavoro rende liberi». Questa scritta sovrastava la porta d’ingresso del campo di concentramento di Auschwitz. Questo era il passaggio obbligato per i deportati. Questo era il punto d’avvio di un viaggio verso l’orrore, spesso senza ritorno.

 

Oggi Oswiecim (Auschwitz I) e Brzezinka (Auschwitz II – Birkenau) sono musei a cielo aperto. Auschwitz-Birkenau incute gelo e desolazione, ma anche malinconia e commozione, soprattutto osservando le baracche dove cercavano di sopravvivere i deportati o camminando su quella strada ferrata senza ritorno che termina in una piccola piazzola dove gli ufficiali e i medici delle SS decidevano le sorti dei detenuti: chi avrebbe lavorato e chi sarebbe morto in una camera a gas. Uomini, donne e bambini privati della loro dignità, mutilati, bruciati, resi oggetto di una complessa catena di montaggio che aveva come fase finale la cremazione dei loro corpi.

 

Questo museo non vuole copiare i sopra citati luoghi di storia, ma vuole non dimenticare i terribili eventi che hanno caratterizzato il secolo scorso: quei nomi hanno fatto la storia del nostro Paese.

 
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Taizé, ricordando frère Roger.

Post n°4 pubblicato il 12 Ottobre 2005 da GENOVESE80

Frère Roger, fondatore della comunità di Taizé nel 1945, è stato ucciso la sera di martedì 16 agosto, in mezzo alla folla che circondava la Comunità, nella Chiesa della Riconciliazione, nella sua comunità per mano di una squilibrata Visse in maniera semplice, impegnata accanto ai sofferenti, da vero testimone di pace.

La sua Comunità prese avvio nel 1940 quando, quando frère Roger (all’età di 25 anni) lasciò il paese dove era nato, la Svizzera, per andare a vivere in Francia, il paese di sua madre. Per diversi anni aveva sofferto di tubercolosi polmonare. Durante questa lunga malattia, aveva maturato in sé il richiamo a creare una comunità in cui la semplicità e la benevolenza del cuore potessero essere vissute come realtà essenziali del Vangelo.

Il piccolo villaggio di Taizé, dove si stabilì, era vicinissimo alla linea di demarcazione che divideva in due la Francia: era ben collocato per accogliere dei rifugiati che fuggivano la guerra. Alcuni amici di Lione furono riconoscenti di poter indicare l’indirizzo di Taizé a chi aveva bisogno di rifugio.

A Taizé, grazie a un modico prestito, frère Roger aveva comperato una casa abbandonata da anni con degli edifici adiacenti. E iniziò la sua opera: accolse tutti e per rispettare le fedi religiose decise di pregare lontano, nei boschi … ma il pericolo era incombente. Nell’autunno 1942, fu avvertito del pericolo: erano stati scoperti e tutti dovevano partire subito. Frère Roger poté ritornare nel 1944: non era più solo, nel frattempo era stato raggiunto da alcuni fratelli e avevano iniziato insieme una vita comune che continuarono a Taizé.

Lungo gli anni, il numero di visitatori che si reca a Taizé ha continuato ad aumentare. Dalla fine degli anni 1950, cominciò ad arrivare un sempre maggior numero di giovani. Nel 1966, le suore di Sant’Andrea, una comunità cattolica internazionale fondata più di sette secoli fa, sono venute ad abitare nel villaggio vicino e hanno iniziato ad assumere una parte dei compiti dell’accoglienza, aiutate talvolta da religiose da altre comunità. Molto più tardi, alcune suore orsoline polacche sono venute anch’esse a sostenere l’accoglienza dei giovani.

A partire dal 1962, dei fratelli e dei giovani, mandati da Taizé, non hanno mai smesso di andare e venire dai Paesi dell’Est Europa, per visitare con la massima discrezione chi era rinchiuso all’interno dei propri confini. Ora che i muri sono caduti e che i viaggi tra l’Europa dell’Est e dell’Ovest sono diventati più facili, i contatti con i cristiani d’Oriente, che erano sempre stati importanti, sono accresciuti in modo significativo.

 

A Taizé, i giovani sono accolti da una comunità di fratelli che si sono impegnati per tutta la vita al seguito di Cristo. Ma proprio la mano di una giovane accolta nella comunità ha ucciso Frère Roger! La mattina del 17 agosto, giorno dopo la sua morte, è stata pronunciata la seguente preghiera, nella sua chiesa: «Tu, il Cristo di compassione, tu ci doni di essere in comunione con loro che ci hanno preceduto e che possono restarci così vicini. Noi rimettiamo tra le tue mani il nostro fratello Roger. Egli contempla già l’invisibile. Al suo seguito, tu ci prepari ad accogliere un raggio della tua luce».

Questa luce illumini il cuore del mondo: guerre, violenze, abusi, calamità e malattie riempiono i quotidiani. I nostri cuori hanno mille altre preoccupazioni “quotidiane”: occorre questa luce per far brillare la nostra gioia, la gioia del nostro cuore.

 

 

 

 

 

 
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