Sottouncielodistelle

Luci da un matrimonio.


Luci da un matrimonio. Ho penetrato il tuo amore e ne sono rimasto indomitamente penetrato. Da allora ogni gesto ci ha consacrati, confessati e poi chiusi, radicati: resi invincibili agli altri. Nessuno ci ha potuti violare, neppure noi stessi, contro i quali ci siamo auto eretti barriere difensive. La nostra casa è piena, le pareti hanno spalmato sopra il nettare di questa essenza, di questa vita. Luci da un matrimonio. Ma questa vita è il suo cimitero, il suo triste peregrinare e naufragare. Vorrei uscire una mattina, nel fresco umido dell'autunno e sfociare nel mio inverno inoltrato e non dovermi più santificare all'altare dell'insofferenza quotidiana. Da questo paradiso che mi opprime e non so spiegare dove ci stia portando. Non mi accoglie come volevo, come volevamo. La tua, la mia corona l'abbiamo appesa al chiodo. Luci da un matrimonio. Fammi scomparire dietro la coltre dell'indifferenza prima che tu mi dica che sono uno sconosciuto. Aprimi la chiave di questa gabbia dorata che si ossida ogni giorno di più. Oggi ti porterò in una chiesa buia e ti lascerò il braccio in silenzio e vedrò se sai camminare senza di me. La neve da sola non cade, e io ne ho vista persino in agosto, perché mi ero inginocchiato al rimorso che pareva perduto. La ruota ora gira e pare ben oleata. albertomattei