Sottouncielodistelle

Ossidazione di una lontananza


Ossidazione di una lontananza (viaggio interminabile di pensieri) Armonica e disarmonica, disgiunta e congiunta, presupposta e composta, disposta e risposta, sì!... è così. Dammi la vita ora, di "morte (colo)(rata)" ne ho molta: troppa vita per riempire armadi assentivuoti dalla puzza di legno stantio che conservano aria e solitudine chiusa a forza dove non nutre più il perdono dell'assenza nell'oscurità. Le formiche lavorano sodo e non sanno cosa sia una carezza che manca: portano grano e molliche di pane tutto il giorno, ma tu hai vissuto il tepore dell'ultima volta e lo ricordi bene. Oh sì che lo ricordi: ci sei ancora aggrappata a quella carezza che trema piano l'aria che non sposta più; e la lontananza è una fata senza bacchetta magica e il solo cappello non fa magie... L'ossidazione del ventre dell'amore porta infezioni al senso del ricordo, al senso della compagnia e della voce afona della luna che dei suoi lamenti blues fa briciole di stelle sparse. Se vivere i bassifondi dell'amore ti raggela vivi i suoi acumi maggiori e toccalo come fosse l'aria che esce dall'armadio, portalo nella piazza del tuo piacere inestimabile e contratta la sua distanza, anzi...non dire a nessuno come io ti faccio visita, perché amarti non sta nella presenza, ma nell'aria buona che ogni volta ci lasciamo, e che cura la pelle delle attese sotto un sole cocente o una pioggia dirompente... ma chi la sente? albertomattei