Sottouncielodistelle

La storia di un Re, di Tommasina e di un amor perfetto… che finì


Era l’agosto del 1502 quando il re di Francia Luigi XII giunse a Genova con l’intento di convincere il Doge e i nobili ad aiutarlo nella sua lotta contro gli spagnoli. Per l’occasione il Marchese Cambiaso organizzò a Villa Imperiale un ricevimento grandioso a cui furono invitate tutte le personalità più importanti della città, tra cui l’anziano Luca Battista Spinola e la sua giovanissima neo sposa Tommasina Lomellini. In quello scenario magico il Re si ritrovò quasi per caso a ballare con Tommasina e tra i due fu un amore a prima vista, violento e ricambiato. Ballarono per tutta la notte, il sovrano e la ragazzina, una tra le braccia dell’altro, guardandosi negli occhi, senza parlare per non spezzare l’incantesimo, incuranti degli sguardi incuriositi, pettegoli o malevoli che avevano intorno. Ballarono tutta la notte consapevoli che da quel momento nulla sarebbe più stato lo stesso. Non accadde nient’altro tra loro.Solo danze e sguardi. Il mattino successivo Luigi dovette ripartire e l’addio fu struggente. Quello stesso giorno Tommasina lasciò il marito e la loro casa, trasferendosi con la sua vecchia nutrice in un palazzo nella zona della Maddalena dove si chiuse in un ostinato silenzio, continuando a piangere senza voler vedere né parlare con nessuno. Persino la luce era malvista in quel vicolo.Tommasina teneva le persiane sempre accostate e non si affacciava quasi mai a vedere il mondo sotto le sue finestre. Dimagriva e piangeva. Non faceva altro. Passarono tre anni e della bella giovincella che era stata non era rimasto che un pallido ricordo. Nel 1505 la fedele nutrice,preoccupata per la sua salute, pensò che se la ragazza avesse saputo che il suo amato era morto si sarebbe rassegnata e avrebbe smesso di aspettare il suo ritorno. Così una mattina andò da lei e le annunciò che Luigi era gravemente ammalato e che non si sarebbe più ripreso. Di colpo Tommasina cadde a terra morta. Il suo cuore provato dal dolore non aveva retto un colpo così forte. Poco tempo dopo Luigi tornò a Genova, questa volta da nemico, e appresa la notizia della morte di Tommasina, si travestì da frate e una notte si recò a vedere la casa dove la sua amata aveva trascorso i suoi lunghi anni di sofferenza. Camminò lungo lo stretto vicolo e, arrivato alla minuscola piazza dove si affacciavano le sue finestre sempre chiuse, mormorò: “Avrebbe potuto essere un Amor Perfetto“. Quel nome, allo stretto vicolo e alla minuscola piazza, rimase per sempre.