piazza alimonda

La grande buffonata e il grande buffone


Io credo che se faceste un'esegesi di tutti i giudizi del signor Berlusconi,cedreste che ha sempre avuto ragione,nel calcio e non soloL'EX - 17 agosto 2004E' finita la grande buffonata. Quella del processo per il calcio. Non mi interessano particolarmente gli esiti (che la mia Juve finisse in B era scontato e ci ero rassegnato). Non mi interessano neppure le cose curiose che ci sono state, per quel poco che ho seguito (tutti sapevano cosa facevano Moggi e Giraudo, e da un po' di tempo gli addetti ai lavori dicono di averne sempre scritto e parlato: non me lo ricordo. Ci sono state migliaia di telefonate intercettate, e tutto si è basato su una quarantina. L'Inter non compare mai. Neanche una telefonata per salutare. Non è che Tronchetti Provera ha avuto qualche ruolo?). Mi interessa un'altra cosa. Un mio ex amico aveva preso una multa, secondo lui ingiusta. Si è rivolto al giudice di pace. L'ha tirata avanti per quattro mesi. Quattro mesi per una multa. Di contro 20 giorni per processare quattro società, decine e decine di indagati, ore e ore e ore di intercettazioni. No so, mi sembra che ci sia una velata sproporzione. Mi sembra che per quanto sia importante il calcio (a proposito, perché il campo da calcio è l'unico posto nel quale puoi dare del figlio di mignotta ad un'altra persona, rompergli il naso a gomitate, spezzargli una gamba senza beccare una denuncia o finire in galera?), forse i poveri Cristi con i loro problemi, le loro rogne, i loro guai, dovrebbero essere un po' più importanti. Ma lo spettacolo degli affari, e in minima parte del pallone, deve andare avanti. E allora condanne più miti. Sperando che nessuno faccia ricorso. Perché il campionato deve iniziare. Una buffonata, insomma.Dopo le nozze del figlio di Mastella, La Stampa di oggi mi ha regalato un'altra perla, anche questa volta su una pagina intera. Ammetto di non averla letta, non ho avuto il fegato. Mi sono bastate le dieci righe messe in prima pagina (perché la cosa era così importante da meritare la prima pagina). La vicenda è questa. Veronica Lario in Berlusconi ha celebrato il suo compleanno in Marocco (come facciamo un po' tutti, del resto). Il di lei marito si è travestito da marocchino e, nel salone delle feste dell'hotel (o qualcosa di simile), l'ha invitata a ballare. Lei non l'ha riconosciuto, e da donna morigerata si è rifiutata. Lui, da galantuomo, l'ha quasi trascinata di peso in mezzo alla pista, dove si è palesato e le ha regalato una collana di diamanti (come facciamo un po' tutti, del resto). Mi sono venute in mentre tre cose: A) Deve guardarlo spesso in faccia, la Veronica al marito. Se la persona con cui vivi, mangi, dormi, si traveste, può farlo bene quanto vuoi, ma la riconosci, penso. Lei no. Forse perché lo spettacolo non è così interessante da guardare con troppa attenzione. B) Mi ha fatto pena la Lario, che avrà pensato: "Ma come? Lascio un nano nella camera d'albergo e me ne trovo un'altro qui che rompe le balle? Ma li attiro tutti come la carta moschicida?". C) Il nano ha dato l'ennesima prova di quel che é: un guitto di quarta categoria. Con tutti il rispetto per i guitti.