piazza alimonda

Arte e dintorni


Chi non saltainterista èL'EX in visita ai soldati italiania Nassyria - 10 aprile 2004L'altro giorno, martedì, sono andato a fare delle foto ad una mostra, allestita da due artisti abbastanza noti in zona: tal Stefano Rollero e tal Michele Privileggi. Fanno cose strane, curiose. Non credo che qualcuno attraverserà mai lo stivale per venirle a vedere, ma chi abita vicino a Torino un pensierino lo può fare in tutta tranquillità.Ora, la cosa più curiosa non è stata la mostra in sè, quanto il posto dove è stata allestita. Un centro naturistico. Fondato da Natasha Kiss. Una pornodiva. Anzi, la pornodiva. La regina, dicono le cronache, delle gang bang. Per chi non sapesse cos'è una gang bang andiamo a spiegare. Supponiamo che ci sia una partita di calcio uomini contro donne. E che l'arbitro, in barba a tutti i regolamenti del gioco del calcio (cosa abbastanza abituale negli ultimi tempi) tiri fuori il cartellino rosso dieci volte e cacci dieci donne in campo. Ecco, nella gang bang l'unica donna a giocare se la deve vedere con 11 (o più) uomini, tenendo loro testa (e dicendo tenendo testa so di prestare il fianco a battute di varia fattura). La Kiss (nome d'arte, ovviamente) è la campionessa italiana di questo genere di pratica. Il record mondiale mi dicono essere olandese. Ottenuto da una fanciulla di cui ignoro il nome pare con la collaborazione della mamma. Sì, perché (proviamo a spiegare anche questo) quando il giorcatore è in panchina, magari, prima di entrare in campo (e so che anche dicendo entrare in campo presto il fianco) subisce un cedimento muscolare, una caduta delle migliori intenzioni, un momento di barzottismo carnale. A questo punto, perché la partita si svolga nei tempi previsti, entra in scena l'aiutante che, manu militari (o con altri mezzi. Così su due piedi me ne vengono in mente quattro o cinque) provvede a ridare la necessaria vigoria all'atleta. Torniamo alla mostra. Vado lì, e mentre aspetto vedo passare un tizio, ignudo come mamma l'ha fatto, col suo bel giacomino pendulo e sbattuto dal vento di qui e di là, con il suo bravo bicchiere di coca cola, che va a prendere posto accanto ad una piscina tra creature vestite allo stesso modo. Poi arriva la Kiss, con i ferri del mestiere al vento. Recupera velocemente il telefonino che sta suonando. Io un po' di tempo fa come suoneria avevo YMCA. Lei ha due che, nella migliore delle ipotesi, ansimano in preda ad un attacco d'asma. Risponde. Poi si veste...oddio, veste...e si mette in posa per la foto. Poi racconta che fanno anche dei tornei di calcio balilla. E qui mi rivolgo a chi ha giocato nella vita a calcio ballila, e sa cosa vuol dire, in un momento di fregola difensiva, beccare l'asta dei terzini sui marroni. E credo che per chi ci gioca nudo la situazione sia ancora peggiore.Ancora una cosa su questo posto, che sul campanello ha una bella targa con scritto "privè". Nulla in contrario, ognuno faccia quel che vuole. Io rimango dell'idea che certi lavori, a casa mia, finché sono in grado li faccio io. E comunque preferisco di gran lunga chi si balocca con giacomini e giacomine e lo dice, che chi lo fa in segreto e condanna chi lo fa.Ma quello che mi sono chiesto è una cosa. Se c'è una mostra di Picasso la gente si affolla. Se c'è una mostra di onesti artigiani dell'arte, per avere il giusto spazio e la giusta considerazione, devi per forza accostarti a tette e culi? Come fa la pubblicità, del resto? Siamo arrivati a questo punto? Per emergere, far farti sentire, per avere la tua onesta possibilità di fare il salto di qualità bisogna per forza forzare le situazioni perché qualcuno ti guardi non per quello che sai fare ma per la cornice nella quale ti sei inserito?