piazza alimonda

Family Day


Di manifestazioni in piazza ne ho viste tante. Qualcuna per televisione, una per radio. Ad altre c'ero dento, ad altre ancora ero lì per scriverne. Tutte avevano lo stesso filo conduttore: alzare la voce contro dei diritti che ti vogliono levare, contro dei diritti che non ti vogliono dare, contro diritti che non vogliono dare ad altri. Poi ti arriva sulle croste il Family Day, e quelle quattro certezze che avevi nella vita ti si ribaltano. Perché questa è una discesa in piazza non per dei diritti che ti vogliono levare (e che volevano togliere alle famiglie? Nulla), che non ti vogliono dare (e che non volevano dare alle famiglie? Nulla), che non vogliono dare ad altri (e che non volevano dare ad altri? Nulla). Questa, per la prima volta, è una manifestazione CONTRO dei diritti che volevano dare ad altri. E la cosa mi sembra di una ipocrisia infinita. Un po' perché le solite orde di divorziati, che i sostenitori della famiglia dovrebbero prendere a calci in culo invece di osannare, se ne sono fatti carico per dare contro al Governo. Un po' perché i Bagnaschi, i Ruini e quelli della loro cricca, dopo aver fatto fuoco e fiamme per difendere la famiglia (che, solo per ricordare, loro non hanno), quando arriva il momento di sporcarsi le mani e marciare che fanno? Non partecipano. Avanti i parroci, sotto con la carne da macello. Del resto, il mai abbastanza rimpianto Bertoli, anni fa cantava: "Perché a stare in tricea sono gli uomini normali, non i vescovi e neanche i cardinali". Non ci vado, ovviamente, a questa presa peri fondelli. Non perché non abbia una famiglia, e non perché no ci tenga alla mia famiglia. Ma solo perché non ne ho motivo. Nessuno ha messo un perciolo la mia famiglia, primo, e, secondo, non sono razzista. Perché, diciamocelo pure, questa è una cosa sotto sotto razzista. Il mettere una riga tra noi e gli altri è il fondamento del razzismo. E allora vadano a marciare loro, gli ipocriti e anche quelli in buona fede che si sono lasciati convincere che è cosa buona e giusta. E magari, già che ci sono, facciano pure qualche coretto contro i gay. Quella razza orrenda che pretende di amare e di avere dei diritti pur vivendo contro natura. Già che ci sono li mettano di nuovo all'indice come fossero nemici della pubblica stabilità. Così, la prossima volta che qualche ragazzotto, figlio di quelle ottime famiglie di cui sopra, prenderà la parola gay come un insulto, e si divertirà a perseguitare qualche povero cristo fino a quando il povero cristo si tirerà giù da una finestra (gay e suicida...chissà Ruini e Bagnasco quante ne avranno tirate dietro a quel povero cristo di Torino), allora a quei ragazzotti daremo una medaglia. Magari dopo aver fatto una marcia in loro onore: hanno fatto sparire un gay, uno in meno che un domani pretenderà di fare una famiglia contronatura. EvvivaBuona pasqua. A tutti quelli che, a prescindere dal fatto che siano credenti o meno, pensano che quel povero Cristo (con la C maiuscola, questa volta) si è fatto mettere in croce anche per i gay, i separati, i divorziati, quelli che non credono e quelli che non sfilano per il Family Day. Anche per Bagnasco e Ruini. Ma se avesse saputo che le sue truppe sarebbero diventate un giorno così ipocrite, magari ci avrebbe pensato due volte, prima di farsi appendere.