E' stata istituita una giornata in ricordo delle vittime del terrorismo. E va bene, ci può stare. L'hanno messa per il 9 maggio. Anniversario della morte di Aldo Moro. Fosse dipeso da me l'avrei fatta il 12 dicembre, anniversario di piazza Fontana. Perchè è da quella piazza che, per certi versi, comincia tutto. Comunque lasciamo stare. Ho guardato con curiosità le cose dette e trasmesse. Ho visto la versione politically correct della storia di quegli anni. Peccato che non sia la storia vera. La storia vera l'hanno nascosta, perchè in Italia si fa sempre così, no? Le cose scomode non si dicono. Stefania Craxi torna alla ribalta e vuole che si dedichino vie a suo padre. E non uno, a parte Travaglio, che si ricordi di dirle: "Ciccia...capisco tutto. Ma tuo padre era un ladro e latitante...". Torniamo al terrorismo. Le cose più becere le hanno dette su Calabresi. Il commissario. Per la cui morte è stato accusato Sofri. Statue, busti, commemorazioni (e ci può anche stare), visita del presidente della Repubblica alla vedova (e ci può pure stare), figlio (giornalista di Repubblica) che parla del padre (e ci può stare). Morale: Calabresi, barbaramente assassinato ecc ecc. Ce ne fosse stato uno (forse solo Mentana ha sfiorato la cosa) dicesi uno che abbia spiegato perché Calabresi è stato ammazzato. Non è bello da dire che dalla finestra del suo ufficio è caduto (o scaraventato) Giuseppe Pinelli, meglio conosciuto come l'anarchico Pinelli. Ingiustamente accusato di aver messo la bomba a Piazza Fontana. Ingiustamente incarcerato. Ingiustamente maltrattato. Ingiustamente interrogato in quel modo. Ingiustamente caduto (o precipitato) dalla finestra. Esemplificare della morte di Calabresi ci può stare. Ma non si può parlare di Calabresi senza, prima, parlare di Pinelli. Perché se sull'innocenza di Calabresi (cioè che non gli abbia dato una spintarella) qualche ombra c'è sempre stata, sull'estraneità di Pinelli a Piazza Fontana mai. La storia la si modifica così. La storia non sono i fatti. La storia sono loro. Altra meraviglia venduta come fatto storico. La "vergognosa campagna di stampa contro Calabresi". Detta così sembra che un bel giorno della gente si svegli e dica: «Allora, oggi sul giornale facciamo il culo a...vediamo a chi....ecco Calabresi. Chiunque egli sia». Non è andata così. La campagna stampa è stata fatta con uno scopo ben preciso. Visto che nessuna indagine si voleva aprire su come PInelli avesse saltato la finestra, alcuni direttori si erano detti: "Picchiamo sui giornali fino a farci denunciare per diffamazione. Quando si denuncia si va in tribunale, e si deve parlare di questa cosa". Così è stato fatto. E' una cosa un po' diversa da come è stata venduta. Calabresi (e ci sta). Hanno parlato di Moro (e ci sta). Hanno parlato dei fratelli Mattei (e ci sta). Hanno parlato di Casalegno (e ci sta). Nessuno, o quasi, ha parlato di Giorgiana Masi.
La storia siamo noi. Anzi, sono loro
E' stata istituita una giornata in ricordo delle vittime del terrorismo. E va bene, ci può stare. L'hanno messa per il 9 maggio. Anniversario della morte di Aldo Moro. Fosse dipeso da me l'avrei fatta il 12 dicembre, anniversario di piazza Fontana. Perchè è da quella piazza che, per certi versi, comincia tutto. Comunque lasciamo stare. Ho guardato con curiosità le cose dette e trasmesse. Ho visto la versione politically correct della storia di quegli anni. Peccato che non sia la storia vera. La storia vera l'hanno nascosta, perchè in Italia si fa sempre così, no? Le cose scomode non si dicono. Stefania Craxi torna alla ribalta e vuole che si dedichino vie a suo padre. E non uno, a parte Travaglio, che si ricordi di dirle: "Ciccia...capisco tutto. Ma tuo padre era un ladro e latitante...". Torniamo al terrorismo. Le cose più becere le hanno dette su Calabresi. Il commissario. Per la cui morte è stato accusato Sofri. Statue, busti, commemorazioni (e ci può anche stare), visita del presidente della Repubblica alla vedova (e ci può pure stare), figlio (giornalista di Repubblica) che parla del padre (e ci può stare). Morale: Calabresi, barbaramente assassinato ecc ecc. Ce ne fosse stato uno (forse solo Mentana ha sfiorato la cosa) dicesi uno che abbia spiegato perché Calabresi è stato ammazzato. Non è bello da dire che dalla finestra del suo ufficio è caduto (o scaraventato) Giuseppe Pinelli, meglio conosciuto come l'anarchico Pinelli. Ingiustamente accusato di aver messo la bomba a Piazza Fontana. Ingiustamente incarcerato. Ingiustamente maltrattato. Ingiustamente interrogato in quel modo. Ingiustamente caduto (o precipitato) dalla finestra. Esemplificare della morte di Calabresi ci può stare. Ma non si può parlare di Calabresi senza, prima, parlare di Pinelli. Perché se sull'innocenza di Calabresi (cioè che non gli abbia dato una spintarella) qualche ombra c'è sempre stata, sull'estraneità di Pinelli a Piazza Fontana mai. La storia la si modifica così. La storia non sono i fatti. La storia sono loro. Altra meraviglia venduta come fatto storico. La "vergognosa campagna di stampa contro Calabresi". Detta così sembra che un bel giorno della gente si svegli e dica: «Allora, oggi sul giornale facciamo il culo a...vediamo a chi....ecco Calabresi. Chiunque egli sia». Non è andata così. La campagna stampa è stata fatta con uno scopo ben preciso. Visto che nessuna indagine si voleva aprire su come PInelli avesse saltato la finestra, alcuni direttori si erano detti: "Picchiamo sui giornali fino a farci denunciare per diffamazione. Quando si denuncia si va in tribunale, e si deve parlare di questa cosa". Così è stato fatto. E' una cosa un po' diversa da come è stata venduta. Calabresi (e ci sta). Hanno parlato di Moro (e ci sta). Hanno parlato dei fratelli Mattei (e ci sta). Hanno parlato di Casalegno (e ci sta). Nessuno, o quasi, ha parlato di Giorgiana Masi.