piazza alimonda

Incipit. Senza incipit


Dapprima Ossimora, poi Stefy14 e infine LaPinha, mi hanno invitato a partecipare al gioco degli incipit. Ora, qualunque uomo sposato sa quanto è pericoloso disobbedire ad una donna. Farlo con tre è addirittura un suicidio. Ragion per cui procedo.Resta, però, un problema. Vivo in questa casa da poco più di un anno. Al momento mancano tre cose: la vernice al cancello, la vernice al balcone e la libreria. Mancanza (quella della libreria, non quella delle vernice) che fa sì che i miei (e sottolineo miei) libri poltriscano in alcune scatole di cartone posizionate in ogni dove (solo i miei. Quelli di mia moglie, inspiegabilmente, hanno trovato posto dell'unico spicchio di libreria a disposizione). Quindi, o aspetto di avere i libri sotto mano (con il rischio di uscire con questa cosa degli incipit quando nessuno se ne ricorderà più, e tutti mi prenderanno per matto), o faccio il gioco degli incipit senza incipit. Il lusso che mi posso permettere è quello di citarli nell'ordine in cui, nel corso degli anni, li ho letti.I vagabondi del Dharma, di Jack KerouacPer me, per tutta una serie di motivi lunghi da dire, è stato impossibile non leggere Kerouac. Prima avevo letto Sulla Strada. E mi era piaciuto. Poi un amico mi aveva passato questo. Ed era stato un'altro mondo. Per la prima volta mi erano risultato simpatici anche gli Stati Uniti. E per la prima volta avevo provato il desiderio di andare a vivere in una baita.L'inverno del nostro scontento di John SteinbeckLa mia passione per Steinbeck è nata quasi per caso. Un'estate di tantissimi anno fa quando guardavo con mestizia una lunga serie di esercizi di matematica che proprio non sapevo da che parte prendere. Poco più in là una mia amica guardava con mestizia un libro che doveva leggere e riasumere, e proprio non sapeva da che parte prenderlo. Ci scambiammo i compiti delle vacanze. Quel libro era La Perla, di Steinbeck. Quando, anno dopo, ho iniziato a comprare libri, ho cominciato proprio da lui. Citarne uno solo non è stato semplice. Ha vinto dopo un serrato ballottaggio mentale con Furore. Di Steinbeck li ho letti quasi tutti. Me ne manca uno, In viaggio con Charlie. Ce l'ho, ma non lo leggo. Mi piace pensare di non avere ancora letto tutto quello che ha scritto.Pao Pao di Pier Vittorio TondelliLeggere Pao Pao (vale a dire Picchetto Armato Ordinario) naja facendo è come vedere Airport 77 mentre si vola verso l'Australia. Io l'ho fatto (leggere Pao Pao a naja, non volare in Australia). Posso dire questo: è così. E' davvero così. In alcuni casi può essere davvero così.Strade blu di William Least Heat - MoonQuesto l'ho apprezzato dopo. Mesi dopo averlo letto. In fase di lettura sono stato tentato più volte di scaraventarlo giù dalla finestra. E' la storia di WLHM che un giorno, non sapendo che pesci pigliare, parte con il suo furgone, spinto dal gusto di andare. E descrive in maniera maniacale posti, strade, persone, case, villaggi incontrati nel corso del viaggio. Provo a spiegare perché una cosa che può sembrare una mattonata mi è rimasto destro. Perché, ripensandoci, dopo, a mentre fredda, quei posti, quelle strade, quelle persone, quelle case, quei villaggi rappresentano pezzettini di felicità. Attimi in cui capisci che descrivendo quel particolare albero, lui era felice di essere lì a guardarlo. E questa è una cosa che serve a tutti, tutti i giorniLa peggio gioventù di Valerio MorucciMorucci non è proprio uno scrittore. E' un ex terrorista. Uno di quelli che hanno sparato alla scorta di Moro, per intenderci. Questo è il suo terzo libro. Racconta della sua esperienza nelle bierre. Non come un diario o un libro di storia, ma attraverso una serie di aneddoti, riflessioni, considerazioni. Il primo capitolo, però, si apre con quello che ha sentito lui quel mattino in via Fani. E, cazzarola, è una cosa da levare il fiato