piazza alimonda

Il fascino del cubo di Rubik


Da giovane ero bravino col cubo di Rubik. Non perché fossi un genio di mio ma perché, dopo aver lungamentissimamente guardato questo strano oggetto senza riuscire a venirne a capo, mi ero comprato un manualetto di istruzioni, l'avevo mandato a mente e fine dei problemi. Senza stabilire record di levatura mondiale, in un paio di minuti riuscivo a rimetterlo a posto. Il che mi aveva anche, immeritatamente, portato una certa qual popolarità... Il cubo di Rubik ha un suo banale quando innegabile fascino. Sai dove devono andare i pezzetti. Magari non sai come fare a farceli andare, ma almeno basta guardarlo per capire esattamente qual è il posto di ogni tessera. Nella vita non sempre è così. Vedi delle tessere, dei pezzi di vita, e non sai dove metterli. Mi spiego: richiesta delle intercettazioni telefoniche. I Ds dicono: fate pure. Bertinotti, alleato dei Ds, dice: nessuno privilegio alla politica. E i Ds si incazzano e ci litigano. I forzaitaliuti sono contro: non vogliono che quelle intercettazioni siano date. An, alleata dei forzaitaliuti, spara sui Ds. Ecco, dimmi te se si riece a capire dove si devono mettere i pezzetti. Tutto è il contrario di quello che logica vorrebbe. E allora, per venirne a capo, serve un manuale. Il mio "manuale" l'ho sentito qualche sera fa. Si parla di partito Democratico. Uno dal pubblico fa: "Vabbè, ma tanto non cambia niente, a parte il nome. Le facce sono le stesse, stesse le persone, stesse le idee e stesse saranno anche le alleanze. Cosa c'è di nuovo?». Il «relatore -manuale» dà una spiegazione illuminante: «Per le alleanze fino ad oggi abbiamo guardato a sinistra. Domani si potrebbe anche guardare dall'altra parte». E lentamente i pezzi iniziano ad andare a posto...