piazza alimonda

Nemo che vola via


Domenica scorsa abbiamo portato Chiara al Valentino (per i non torinesi per Valentino intendesi parco di Torino in riva al Po, con tanto di borgo medievale, baretti, sentierini, skaboardisti che filano come pazzi ecc ecc). C'era una specie di festival della tradizione orale, o qualcosa di simile. Niente cose a luce rossa, per intenderci, ma una serie di cantastorie che riproponevano brani dei tempi andatissimi. Poi, siccome non eravamo riusciti a farlo prima, le abbiamo comprato un pallocino, di quelli pieni di elio che si tengono per il filo. Lei, tra tutti, ha voluto quello di Nemo, il pesce protagonista di un cartone animato che mi sembra si intitoli Alla ricerca di Nemo, o qualcosa di simile (per inciso un palloncino simile costa 5 EURO: a volte ho l'impressione di aver sbagliato tutto nella vita...). Comunque, le signora pallonara le ha legato il filo al polso, e lei tutta orgogliosa se lo guardava, quel Nemo, mentre andavamo verso la macchina. Qui, mentre io piegavo il passeggino, e la mia metà nonché sua madre apriva le porte e si apprestava ad ancorarla al seggiolino, Chiara ha slegato il filo, e Nemo (nonché i miei 5 euro) sono volati via. Chiara lo ha guardato, e dopo un po' ha urlato come una indemoniata: «Nemo, vieni qui....». Nemo non l'ha ascoltata. Siamo rimasti li come tre pirla per un congruo numero di minuti a vedere quel puntino che diventava sempre più piccolo. Finché sua madre nonché mia metà, le ha ri racontato la storia di Nemo, dicendole che doveva tornare a casa con il suo papà. Non so se l'ha bevuta. Da un lato non ne ha fatto un dramma (io, per i 5 euro, un po' di più), dall'altro, quando siamo in giro e per caso vede in cielo elicotteri, aerei, ufo o lampioni in lontananza, mi/le/ci chiede se per caso quel puntino può essere Nemo che torna a trovarla. Quel «Nemo, veni qui....» mi è rimasto dentro (anche per i 5 euro, ma non solo). Tra qualche settimana Chiara di Nemo non si ricorderà più. Del resto, tutti abbiamo avuto il nostro Nemo che volava via (solo che quando io avevo la sua età i palloncini erano tutti rigorosamente sferiformi, monocolori e non costavano 5 EURO o cifre equivalenti). Io, poi, in giovane età, sono riuscito a perdere due portafogli nello stesso giorno e, in un'altra occasione, 4 paia di sandali in una settimana. Però mentre la guardavo con la testina piegata di lato mentre sperava / aspettava che Nemo tornasse, mi sono venuti in mente quei bambini che Nemo non l'hanno mai perso ma solo perché Nemo non l'hanno mai avuto. Perché non hanno manco da mangiare. Perché non hanno manco la speranza di vedere il giorno dopo, altro che Nemo. Poi mi è venuto in mente Paolo Belli. Nel 1990, quando c'erano (come adesso, del resto) gli americani che facevano la guerra in Iraq, Red Ronnie (che a me non ha mai entusiasmato, ma per il quale la mia morosa dell'epoca aveva una sorta di preoccupante venerazione) aveva fatto una puntata straordinaria del suo programma (che fosse Roxy Bar o Be bop a lula non me lo ricordo). Prima aveva dispensato le sue perle di saggezza, poi aveva fatto dispensare i ragazzi in studio, poi una serie di cantanti o presunti tali. Di quegli interventi non ricordo quasi nulla. Se non quello di Gino Paoli (che non rammento, ma ricordo che mi era piaciuto) e quello di Paolo Belli che aveva detto una cosa simile: «Quando capitano queste cose ti passa la voglia di suonare, ti viene voglia di mollare tutto....». Ecco, quando penso a chi non vedrà mai il suo Nemo volare via per i motivi di cui sopra, la voglia di mollare tutto mi viene davvero...