piazza alimonda

E' tutta colpa di Watson


Tutto il casino di questi giorni è scoppiato per colpa di James Watson. Le cose stanno così. Watson è un premio Nobel (oddio, quell'anno lì non sapevano a chi darlo, il premio, e avevano pensato a Giorgio Mastrota per uno studio sulla fenomenologia dei materassi e delle pentole. Poi però, siccome Mastrota non poteva andare a ritirarlo perché era impegnato con le televendite, l'hanno dato a Watson) che un bel giorno teorizza che gli uomini bianchi sono più intelligenti nei neri. Passa un'ora scarsa da questo annuncio che Michael Jackson telefona a Calderoli, e gli dice: «Senti, siccome un premio Nobel ha detto questa cosa, e io ai Nobel credo, e siccome tu non sei per nulla intelligente, dimmi come hai fatto a sbiancarti così, che io sono anni che ci provo senza riuscirci». Calderoli, sgamato, va in panico: teme che se la voce circola, i legaiuoli, dopo anni di celticismo e daglialnegrismo, si sentano presi per i fondelli e lo lincino. E allora chiama tutti gli adepti del monolocale delle libertà, e dice che si deve trovare una soluzione per venirne fuori. Pensa che ti ripensa, Casini ha un'idea. La spiega agli altri e poi dice: «Però ci serve uno intelligente ma che non conta nulla da sacrificare». E non lo trovano, perché non c'è nessuno che abbia queste due caratteristiche. Allora Casini dice: «Va bene, anche se non è intelligente basta che non conti nulla e che si possa sacrificare». E anche in questo caso non trovano nessuno, perché tutti corrispondono a quella caratteristica. «Se Mastella fosse dei nostri....», dice uno. «Ma Mastella è dei nostri. Solo che per il momento gioca ancora nell'altra squadra», gli spiegano. Ad un certo punto a Schifani viene l'idea: «Storace». Tutti sono d'accordo e lo convocano. Gli dicono: «Senti, fino ad ora ti abbiamo messo un po' il bavaglio, ma ora puoi dire tutto quello che vuoi, che noi non ci arrabbiamo». E Storace parla. Prima dice le peggio cose della Levi Montalcini. Poi del presidente della repubblica (prossimamente sosterrà che Topo Gigio è pedofilo, che i nanetti da giardino che bussano alla porta quando le fosse biologiche puzzano dicendo: puzzapuzzapuzza sono spie del Kgb amiche di Prodi e infine che oscar luigi scalfaro è jack lo squartatore). Lui dice, i giornali riportano, i concubini del monolocale delle libertà ritagliano gli articoli e li mettono in una busta con una lettera indirizzata a Watson che dice: «Egregio dottor Watson, il qui presente storace non solo è bianco, ma è anche ariano. Guardi le puttanate che dice. Secondo lei davvero un bianco è più intelligente di un nero (borghezio voleva scrivere «negro cornuto di merda», ma gli hanno detto che come esempio bastava già strorace)?». Così Watson, prove inoppugnabili alla mano, sarà costretto a ritrattare, e calderoli sarà salvo. Ma finito sto casino, per il monolocale delle libertà c'è già un'altro problema da risolvere. La colpa stavolta è di Pamela Anderson. Prima dice che, per pagare un debito di gioco, l'ha dovuta dare a quello che aveva vinto. E fin qui tutto normale: noi tutti più o meno ottenevamo lo stesso risultato giocando al dottore o all'ufficio postale invece che a poker, per cui nessun problema. Poi, però, ha detto anche che suo marito l'ha vinta al gioco. E i giornalisti si sono scatenati, e prima o poi scopriranno che anche bossi ha avuto lo stesso destino. Capita che un giorno la prima moglie di bossi gioca a briscola con una amica, e punta il senatur. E vince. E la perdente è costretta a sposarselo.