piazza alimonda

Caste, castette e figli di


Quando pensiamo alla «casta» pensiamo ai viaggi in aereo per andare a vedere un gran premio del senatore mastella. Ai privilegi (economici, ma non solo) dei parlamentari. A schifani che, anni addietro, alla voce del«lei non sa chi sono io» voleva entrare in un cinema dove i posti erano esauriti. Al diversamente alto che raccontava, divertito, di essere andato «in un ristorante, con amici, e non c'era posto. Allora il titolare ha fatto alzare della gente già seduta per far sedere noi». A selva che usa l'ambulanza per motivi personali. A tutte queste cose qui, insomma. Ma c'è anche la castetta, che a me fa girare i marroni ancora di più. Per fare un esempio, un rappresentante della margherita del consiglio comunale di napoli, subito appoggiato dai colleghi di an, ha presentato un ordine del giorno per protestare contro il Napoli Calcio. In soldoni succede questo: per le partite in casa la società regala al Consiglio comunale 120 biglietti (loro sono solo 60, ma vuoi non andare a vedere la partita con un amico, un parente, una amichetta?). Questo consigliere della margherita dopo un po' si è scocciato ed ha sollevato il caso. Succedono infatti queste tre cose: A) quando i consiglieri vanno allo stadio con i biglietti regalati, per entrare devono esibire i documenti. «Eppure siamo tutti ben conosciuti», si doglia il consigliere dell'odg. B) Mentre guardano la partita a sbafo vengono «sovente dileggiati da spettatori non politici» e C) i posti loro assegnati sono di «valenza secondaria». Magari a turno potrebberli mandare direttamente in panchina. E a loro questa situazione inizia ad andare un po' stretta, perché loro «onorano con la propria presenza l'evento sportivo». Ora, io manco vado a vedere la mia di squadra, figurati se ne me frega qualcosa di quelli che vanno a vederne un'altra. Però questa cosa fa schifo o no? Come buttiglione quando si lamentava che alla buvette non c'erano i gelati... Cesarino previti ha un figlio. Si chiama Umberto. Fa il portiere. Non di albergo: di calcio. Gioca nella primavera della Lazio. Qualche settimana fa, il 19 settembre, è stato inserito nella lista per la champion league (per quelli/e che masticano meno di calcio è l'elenco dei giocatori autorizzati a giocare, per quella stagione, in quella che quando ero giovane si chiamava coppa dei campioni). Papà cesarone in una intervista dichiara: «Di sicuro, non l'ho raccomandato io. Lui gioca nella Lazio da quando aveva 8 anni e se è andato così avanti lo deve solo ai suoi meriti. Io non c'entro niente». Passano sei settimane, giorno più, giorno meno, e saltano fuori le intercettazioni telefoniche di qualche mese prima, tra previti e il presidente della lazio. cesarone si lamenta perché il pargolo è tenuto in panchina: «Questo non te lo consento, faccio un casino, ci faccio una conferenza stampa sopra» (per dire che? che hai un figlio scarso a giocare a baloon e che lo tengono in panca?). Poi se la prende con il responsabile delle giovanili «un generale da operetta che non capisce un c... di calcio», con il portiere titolare, l'allenatore ecc ecc. E lotito promette di intervenire. Morale? Umbertino diventa titolare, e finisce nell'elenco champions. Ecco, se mio padre invece di fare l'operaio in fiat avesse fatto qualche altra cosa, sarei finito in serie A anche io, invece di fermarmi ad un provino per la C1. Anche questa cosa dei «figli di» mi sta un po' sugli zebedei. Facciamo così: sa qualcuno sa cosa fa per vivere qualcuno dei figli della casta, me lo faccia sapere. Mettiamo giù una classifica, facciamo una cosetta così. Partendo da umbertino previti. Il numero 1. Il numero dei portieri