piazza alimonda

L'informazione è di sinistra


Qualche velato sospetto che l’informazione non fosse così tutta di sinistra come il diversamente alto e i suoi accoliti si sono ostinati a dire per una vita, confesso che mi aveva assalito. Un po’ da addetto ai lavori, un po’ da persona mediamente dotata di un cervello funzionante (anch’esso mediamente), qualche cosa l’avevo intuita. Cioè, c’erano delle cose che non mi tornavano. Poi capita che un giorno saltano fuori le intercettazioni tra i vertici di rai e mediaset, ed ecco che tutto si spiega. Lascio la scoperta del contenuto delle conversazioni ai giornali che le vorranno pubblicare. Mi limito ad un breve elenco di cose che mi hanno sempre incuriosito e che mi hanno destato qualche (legittima) perplessità. Solo una breve premessa, per far capire come la penso sull’argomento. Il giornalismo si basa su due principi: il diritto di cronaca (= i fatti) e il diritto di critica (= le opinioni). Per fare un esempio pratico, se l’italia batte le far oer per tre a uno, sui giornali del giorno dopo si dovrebbe leggere che l’italia, appunto, ha vinto per 3 a 1 (fatto), e poi il commento, che potrebbe essere, a seconda della sensibilità, del modo di vedere le cose, della formazione di chi scrive, che l’italia ha avuto culo e un pareggio sarebbe stato più giusto, o che se finiva 10 a 1 nessuno aveva rubato nulla. Resta il fatto che «il fatto» ci deve essere, sennò è inutile che ci sia un commento. Questo mi pare ovvio. E per questo mi piacciono santoro e travaglio, che parlano di fatti concreti e verificabili, e mi sta sui marroni l’astro nascente facci, per il quale tutto il mondo è spiegabile in base alle sue categorie mentali. A prescindere da quello che succede. Va da sé che più il fatto è interessante, più c’è (o dovrebbe esserci) l’interesse del giornalista a raccontarlo. Se tra l’arresto di un ministro e la fiera del cavolo verza di montalto dora qualcuno decide di dare l’apertura al secondo invece che al primo, o è un pessimo giornalista, o ha degli interessi o è in malafede. O tutte e tre le cose assieme. Va anche da sé che dovendo capire se un fatto è interessante o meno è necessario capirci qualcosa di quel fatto specifico. Per cui, se non si sa nulla, ci si prepara. Almeno un minimo. Giusto per capire se la persona con cui vai a parlare ti prende per i fondelli oppure no. Detto questo, breve galleria degli orrori che questa sera trovano finalmente un suo perché: Porta a porta. Vado ad elencare dei fatti successi in questi anni e il tema trattato la sera da vespa. So che la cosa può risultare grottesca, ma è tutto vero e facilmente verificabile. Condanna in primo grado di previti al processo sme: vespa tratta il tema del viagra Condanna a marcello dell’utri per estorsione: vespa parla di calcioscommesse con mosca e biscardi Bocciatura di buttiglione al parlamento europeo: vespa parla dei risvegli dal coma Il centrosinistra fa il pieno alle elezioni del 2004: vespa parla dell’isola dei famosi Ciampi boccia la riforma della giustizia di castelli perché incostituzionale: vespa parla del film di boldi e de sica Previti condannato in via definitiva: vespa parla della dieta mediterranea Condanna, per mafia, a mannino dell’udc: vespa parla di cogne C’è poi un altro episodio che al momento mi sfugge (ma ne avevo parlato qualche post fa, per cui i santommasi possono andare a ritroso e cercarlo): vesta parla dell’orgasmo femminile Questa sera, con sto casino delle intercettazioni: vespa parla del quarto uomo del delitto di perugia pescato in germania. Stefano mensurati: ex direttore del secolo, promosso in era gasparri a Radio anch’io. Un giorno (è il 2004 o già di lì), è ospite il diversamente alto. Che spara numeri ad minchiam, al punto che un ascoltatore chiama e dice che le cose non stanno così. La telefonata si chiude bruscamente, il Da (diversamente alto) fa l’offeso, il conduttore si scusa. Poi per questa vicenda lo intervistano, e lui dichiara: «Che diritto ho io di contestare quel che il politico dice? Come faccio a contestare le cifre che dicono? Che ne so io?». Clem clem gei mimun. Al tempo delle primarie del pd, donadoni, impegnato con la nazionale, dice che lui a votare ci sarebbe andato, se fosse stato a casa. Cjm fa saltare non solo questo pezzo, ma tutta l’intervista e addirittura impedisce al giornalista di fare il servizio sulla partita, e lo fa lui direttamente. Senza dimenticare che, tempo prima, cjm in una intervista aveva dichiarato che il suo Tg1 era l’unico che aveva tolto il sonoro alla figura di cacca che il da (diversamente alto) si era fatto a Strasburgo, quando aveva dato del kapò a shulz. Vantandosene Che schifo questi comunisti che hanno invaso tutta l’italica informazione…