piazza alimonda

Le mezze stagioni ci sono ancora


Le mezze stagioni ci sono ancora. Eccome. Individuarle è facile. Quando ad un certo punto i tiggì intervistano l’espertone di turno che dice: «Sarà un’estate caldissima…. i condizionatori… i frigo…. la carenza di energia elettrica…. ci saranno black out su black out….» allora si sa che è primavera. Poi, ovviamente, non succede niente. Perché quella della carenza di energia è una palla clamorosa. Quando gli stessi tiggì intervistano altri espertoni, e gli espertoni dicono cose come: «Sarà un inverno freddissimo…. le stufe… i termosifoni… la carenza di energia elettrica… ci saranno black out su black out…» allora si sa che è autunno. Poi, ovviamente, non succede niente. Perché quella della carenza di energia è la stessa palla clamorosa di prima. Il panico da black out (in Italia pressoché inesistenti: il più clamoroso, successo proprio, guarda caso, quando si parlava di liberalizzazione del mercato dell’energia, scava scava lo si doveva imputare ad un ramo che aveva tranciato un cavo e agli omini che non avevano aperto i rubinetti dell’energia di scorta), per puro caso, viene ammortizzato dal fatto che, governanti illuminati, hanno stabilito che le centrali le può fare praticamente chiunque. Anzi, le cose vanno di pari passo: oh, cazzo, sta capitando un black out. Oh, che culo, adesso la ditta Pinkopallo mi fa una centrale nell’orto, così il black out non capita più. A me il black out non fa paura. Una centrale un po’ di più. Alcune cose mi fanno un po’ pensare. Tipo che finché c’era uno solo che gestiva, di tutta questa carenza di energia nessuno parlava mai. Che il gestore di prima fosse completamente pirla, e non avesse pensato che doveva rafforzare i suoi impianti? Mah! Che solo quelli arrivato dopo se ne siano accorti? Mah! Il dubbio che più cresce il panico e meno la gente protesta se gli prospettano una centrale dietro casa e più quelli che la fanno ci guadagnano è solo un pensiero maligno che, sono certo, non ha ragion d’essere. Ora, non è che uno si sveglia un giorno e tira su un camino ed una caldaia. C’è tutto un iter da seguire. Tutta una serie di autorizzazioni da ottenere. Vi faccio un esempio della serietà di queste autorizzazioni: c’è una delibera della Regione Piemonte datata 8 luglio 2003 che dice, in sintesi: «Il posto scelto per fare quella centrale lì è in una zona fortemente inquinata, come diciamo anche noi, Regione. Nella stessa zona ci sono già altri impianti di un certo tipo…. il progetto presentato ha delle lacune. Però, se fate delle serre per le coltivazioni, allora si può fare». Ecco, davanti a questa serietà c’è poco da avere paura, no? Gli espertoni dicono che le centrali non fanno male. Che sono sicure. Bene, prendiamolo per buono. Forse non tutti sanno che chi vuole fare una centrale in un certo posto, deve pagare a quel Comune una barcata di soldi. Ma proprio tanti tanti soldi. Ma proprio tantissimi soldi. Non per gli oneri di urbanizzazione, ma per una cosa che si chiama «indennizzo ambientale». Se sullo stesso posto invece ci mettono un biscottificio, il biscottificio quei soldi lì non li paga. Il motivo per cui la centrale paga e il biscottificio no, non lo so. Ma lo immagino. Gli amanti delle centrali hanno alcuni cavalli di battaglia. Uno dei migliori è: «Dobbiamo tornare al nucleare. La francia ha le centrali: se capita qualcosa prende anche noi, per cui tanto vale che le si faccia qui». Se qualcuno ha dei bimbi piccoli, e un giorno in bimbo piccolo chiede: «Papà (o mamma): cosa vuol dire cazzata?», pregasi ripetere paro paro la frase di cui sopra. Se un giorno il granduca del Lussemburgo mangia funghi allucinogeni, e va fuori di testa, e dice: «Fare le fogne è inutile e costa troppo. Scarichiamo direttamente i cessi nelle strade», allora i tedeschi dovrebbero dire: «Prima o poi la cacca dei lussemburghesi arriva fin qui, per cui tanto vale che pestiamo la nostra e risparmiamo anche noi». Allora gli svizzeri (buoni quelli: se fanno un video per dissuadere l’immigrazione e dicono: «Non venite qui che siamo tutti delle teste di cazzo» allora sì che la gente crede e prende sul serio) dicono: «Prima o poi la cacca del lussemburghesi e quella dei tedeschi arriva fin qui, per cui tanto vale che pestiamo la nostra e risparmiamo». E allora un giorno, in Italia, il Casini di turno dice….. ecc ecc ecc. Per sapere qualcosa di più sulla meraviglia delle centrali rimando a questo post: http://blog.libero.it/greenpeace/3679766.html E ringrazio lifeinweb76 per avermelo segnalato, e avermi indotto a tirare fuori dal gozzo queste tre cosette che da un po’ volevo dire.