piazza alimonda

La miss è alta. Alta assai


Venerdì sera, per la terza volta, la ruota del destino mi ha portato ad intervistare cristina chiabotto. La ex miss italia. Le prime volte era stato solo per telefono. Questa volta me la sono trovata davanti. E poi stavolta mi è anche toccato fare un’intervista per una televisione privata (che s’ha da fare per vivere….). Di lei posso dire questo: è alta. Alta assai. Ed è costituita per l’80% da gambe, per il 5% da capelli, e per il restante 15% da tutto il resto. Era da queste parti per fare da madrina ad un’iniziativa di Nutriaid. Che è un’associazione che combatte la malnutrizione in africa. Cioè, in buona sostanza, cerca di evitare che i bambini muoiano di fame (per capire bene cosa facciano si fa prima a guardare il sito www.nutriaid.org ). Ora, domenica mattina, mentre cercavo di tenere testa a questo convulso e piovosissimo week end, mi sono fermato a parlare con un amico. Nel discorso è finita anche questa cosa di venerdì sera. E lui mi ha chiesto, con malcelato allupamento: «Ma com’è lei? Com’è?» «Mah, era qui per sostenere questa associazione che si occupa di bambini africani e…» «Si, va beh, questo non mi interessa. Ma com’è lei?» E a questo punto fa un gesto difficilmente replicabile a parole ma che fa capire come gli aspetti della succitata miss che gli interessano sono tre, di cui due situati sul fronte, simmetricamente distribuiti una spanna sotto il mento e il terzo molto più in basso, piazzato sul retro. «Allora, pensa che ad un certo punto era accanto al presidente di questa associazione, e lui raccontava che una volta era in rwanda, e assisteva alla distribuzione pomeridiana dei biscotti iperproteici. Sei biscotti al giorno per dare a questi bambini tutte le proteine di cui hanno bisogno….» «Sì, va bene. E lei?» «Aspetta che ci arrivo. Allora, mentre questi bambini sono in fila, lui si mette il camice bianco e si mette in fila anche lui, per divertirli. Te lo immagini un lungagnone bianco, con un camice bianco, in mezzo ad una fila di bambinetti neri?» «Sì, sì, va bene. Ma cristina?» «Ora ci arrivo. Allora, lui racconta che quando tocca a lui, l’infermiera che distribuisce i biscotti fa finta di cazziarlo e non glieli dà. A questo punto una bimbetta, che era in fila prima di lui, prende l’infermiera per il camice, e gli fa notare che a quell’uomo i biscotti non li ha dati. L’infermiera, ovviamente, non le dà retta. Allora la bimbetta prende i suoi sei biscotti, tutti e sei, e li mette in mano all’uomo. Glieli regala». «Sì, Sì, ho capito. Ma la miss?» «La miss? E’ una femmina come tante altre. Ma quello che ti ho raccontato è più importante. Ciao». Ps. A costo di sembrare politicamente scorretto, potrei dire, con tutta la gentilezza e il tatto di cui proverbialmente dispongo, a quel vescovo umbro o laziale che sia, che non ha voluto sposare in chiesa un disabile perché non poteva riprodursi a causa dell’incidente che lo ha inchiodato sulla sedie a rotelle, che se prendesse i suoi pregiudizi del cazzo, se li schiaffasse tra le chiappe e andasse a dare biscotti iperproteici ai bambini del rwanda, farebbe molto meno schifo al mondo di quanto invece fa in questo momento?