piazza alimonda

Gli undici settembre quotidiani


Non ho scritto nulla per l’11 settembre. Né per quello americano, né per quello cileno. Nulla perché non sapevo che dire di nuovo. Poi, su Youtube, mi sono imbattuto in due cose. Il protagonista, anche se non sembra, è lo stesso. Nella prima ricorda un grande che se n’è andato. Nella seconda ricorda sé stesso, sapendo che di li a poco se ne sarebbe dovuto andare anche lui. I due video (che non posso mettere qui perché, per motivi a me ignoti, non ho uno straccio di editor nell’apposita pagina “Scrivi nel tuo blog”) sono questi: http://it.youtube.com/watch?v=zRFQpwgXUiA&feature=related http://it.youtube.com/watch?v=pPZ3DB4t0MU&feature=related Li dedico a tutti quegli undici settembre quotidiani che viviamo. Alle persone che se ne vanno, che scompaiono, che un attimo ci sono e quello dopo non ci sono più. Che si allontanano, che scappano via. Che non ci sono più anche se ci sono ancora, che ci sono ancora anche se non ci sono più. Ma siccome dopo ogni 11 settembre, e non solo cronologicamente, c’è un 12 settembre, li dedico anche a quei dodici settembre quotidiani che viviamo. Alle persone che si incontrano, che si ri incontrano, che appaiono, che un attimo non ci sono e quello dopo ci sono eccome. Che si avvicinano, che tornano. A questo maelstrom di morte e di vita, di arrivi e di partenze, di fughe e ritorni nel quale, giorno dopo giorno, ci tocca nuotare.