piazza alimonda

Dialoghi ravvicinati del terzo tipo


Me ne vo con tutti i miei bravi foglio nell'ufficio preposto per iscrivere l'erede alla mensa dell'asilo. La donnina dietro il vetro: «La bambina mangia già?» Io: «Ha tre anni e mezzo. Se non avesse mai mangiato sarebbe un problema» La donnina dietro il vetro: «No, dico, quest'anno ha già mangiato alla mensa?» Io: «Calcolando che la mensa è partita una settimana fa, non è che la mando all'asilo per guardare gli altri mangiare e lei girarsi i pollici...» La donnina dietro il vetro: «Allora è in ritardo!!!» Io: «Io sono in ritardo? Voi manco avete fatto l'asilo e dite a me che sono in ritardo?» La donnina dietro il vetro: «Ehmmmm come?» Io: «Dunque, l'anno scorso l'avete mandata in una sezione ricavata nel refettorio delle elementari. Da dove avete sfrattato la classe per mandarla in un locale in culo al mondo che ospitava il Sert, e che doveva essere rimesso a posto per l'inizio dell'anno scolastico, con tanto di rassicurazioni e giurin giuretta della classe dirigente di questo paese. E che, ovviamente, non è finito. Per cui il suo asilo è nel salone dell'asilo degli altri, dove non riescono a fare una cippa di nulla, e per mangiare devono andare nel magazzino delle scope, dicesi magazzino delle scope, e mangiare con i piatti a castello perché non ci stanno, e venite a dire a me che sono in ritardo?» La donnina dietro il vetro: «Ah no, va bene, è in tempo, ecco, tutto fatto...» Ecco, brava