piazza alimonda

Qualcosa bisogna dire


Su questa vicenda ho sempre detto poco perché poco ci sarebbe da dire. A meno di non essere bruno vespa o qualche cialtrone simile, che dentro queste cose ci sguazza. Quando un padre decide, dopo anni e anni, di mettere fine ad una cosa che vita non è, per quanto porporati e benpensanti possano berciare ai quattro venti, della figlia, allora vuol dire che ha già passato tutto quel che poteva passare, e sperato tutto quello che poteva sperare, e fatto tutto quello che poteva fare, e pianto tutto quel che poteva piangere, e pregato tutto quel che poteva pregare, e allora che puoi dire? Può ancora amare quel che di amore gli resta da qualche parte. Ma amare un corpo morto su un letto o un corpo morto in una bara che cambia?   E allora davanti all’immensità di questa cosa stai zitto. E se ne parli lo fai in punta di piedi, misurando le parole.   Poi davanti all’immensità di questa cosa vedi l’immensità dell’idiozia. Vedi la casta porporata e ringhiosa che cerca di difendere chissà cosa. E fa il tifo da stadio. Neanche sapessero cosa vuol dire avere un figlio. Loro, i puri, al limite i figli (degli altri) li molestano. E, loro, vogliono imporre le loro quattro convinzioni del cazzo all’universo mondo. Loro che non vogliono seguire le leggi dello stato, perché non tutte garbano, ma i che soldi dello stato li prendono eccome, adesso vogliono dire allo stato cosa deve e non deve fare. Però, loro, dimenticano una cosa fondamentale. Quello che vogliono o non vogliono può stare bene a loro e a quelli che la pensano come loro. A quelli che credono come loro. E il fatto di credere o non credere è una questione di fede. E la fede o ce l’hai o non ce l’hai. Se ce l’hai bene, se non ce l’hai, o la trovi da qualche o stai senza. Non la puoi comprare. Se la cerchi forse la trovi, ma non è detto. Magari ti piove addosso, magari no. Resta il fatto che se qualcuno non ce l’ha, la fede, quello che loro dicono non conta nulla.   E poi vedi l’enormità della stronzaggine più bieca e volgare di un ometto che ha un po’ di potere per le mani. E che si giustifica dicendo che una morta da 17 anni e tenuta a galla da un filo “può generare un figlio”. Se fossi il padre di quella povera crista, un giorno andrei a cercarlo e dopo averlo guardato negli occhi gli direi solo: “Fai schifo”. E poi, l’ometto, fa, disfa, mette le mani nelle leggi. Per la vita. Perché non vuole essere complice di un omicidio. Quando gli fa comodo. Perché quando i comodi erano diversi alla vita mica teneva tanto. Perché quando aveva messo incinta la sua signora, sapendo che il bambino non sarebbe nato sano, mia ci aveva pensato tanto a farla abortire. Già, te lo immagini un Berlusconi down? O su una sedia a rotelle? No no, l’onore prima della vita. Adesso la vita gli torna comodo.   Ecco, davanti a queste cose qualcosa devi pur dire. Devi dire che la chiesa, questa chiesa, quella che stanno facendo, è una cialtronata fatta da cialtroni. La chiesa, quella che ho conosciuto collegio facendo, è un’altra cosa. Quella dei preti che si fanno il culo e a volte ci lasciano la pelle è un’altra cosa. Questa è solo un ufficio di collocamento di frustrati ed incapaci. Che non sapendo cosa fare nella vita, e non essendo nessuno senza uno straccio di divisa addosso, campano in questo modo. E magari fanno pure carriera.   E davanti a queste cose devi pur dire che l’ometto, quello là, è una mosca senza testa che corre da una parte all’altra seguendo solo le sua convenienza e qualche gonnella da trombare. E che questo modo di fare fa schifo. Che loro fanno schifo. Che porporati, ministri e diversamente alti fanno schifo.