piazza alimonda

La sfortuna di Giuseppe


 Qualche tempo fa, leggendo Repubblica on line, mi cade l’occhio su un titolo: «Sgarbi contestato». Vado a vedere. Ci trovo un video. Guardo. Si vede Sgarbi che si accinge a partecipare ad un qualche incontro, ed un ragazzo che lo guarda e gli dice che A) è un pregiudicato (cosa vera) e B) inneggia a Caselli (Sgarbi, tempo fa, aveva condotto una lunga campagna diffamatoria nei confronti del giudice Caselli – che per motivi miei non mi è simpaticissimo – salvo poi doversi rimangiare tutto). Ovviamente, avendo detto delle verità, il ragazzo passa i suoi guai. Ho scoperto che questo tizio aveva un blog, e me lo sono andato a vedere. E mentre leggevo pensavo: «Ecco, domani i giornali commenteranno che è il solito comunista (posto che lo fosse, non lo so) senza lavoro e senza voglia di fare un cazzo, capace solo a far casino ecc ecc» cioè il solito corollario di cazzate che si dicono in questi casi. Il ragazzo, siciliano, si chiamava (l’uso dell’imperfetto non è casuale) Giuseppe Gatì. Si chiamava perché è morto. Un incidente sul lavoro. Ha toccato un cavo, o qualcosa di simile, ed è morto. Stranamente la sua morte sul lavoro non ha fatto notizia.Avevo scritto due righe sul suo blog. Non ha fatto in tempo a rispondermi.