piazza alimonda

Si trasmette la lozione con il beccuccio


Ieri, nel mio nbs (natio borgo selvaggio) era giorno di fiera. E quindi di bancarelle. A me affascinano i venditori. Quelli che in televisione riescono a parlare per mezz’ora di uno strumentino che affetta le carote, o ti taglia le patate a forma di Calderoli. Quelli che nelle fiere si mettono un microfono al collo e te la contano per ore di un cavatappi o di uno schiaccianoci (cose che se ne parli per 30 secondi, vuol dire che dopo i primi 10 già sprechi fiato): una volta sono rimasto a bocca aperta davanti ad un tizio che aveva uno strumento per sodomizzare i limoni dai quali ricavava ettolitri di succo. Alla fiera sono rimasto affascinato da uno che vendeva una colla speciale. E, col suo bravo microfono, spiegava al pubblico non pagante come incollare (oddio, non che esistano decine di modi per incollare…) e poi, verso la fine, quando aveva detto di mettere la colla sulla parte da incollare, si esibisce in questa frase: «… poi si trasmette la lozione con il beccuccio…». Trasmette? Lozione? Beccuccio (il flaconcino che bene ho visto tutto aveva fuorché beccucci)? Me ne sono andato con l’amarezza che mi assale quando la gente usa le parole a sproposito.Poco più avanti c’era il gazebo di un partito politico, di cui non farò il nome ma dirò che ha una forte connotazione geografica, e che per codesto partito nutro un affetto e una stima che rasenta il genocidio. Il gazebo stava lì perché il partito succitato presentava un proprio candidato alle europee. Candidato che, come dire…. mettiamola così. Se fosse un calciatore sarebbe Aldo Serena. Che, avendo giocato in Inter, Milan, Juve e Toro, quando scendeva in campo si beccava il coretto «Serena puttana l’hai fatto per la grana». L’unica differenza è che il candidato di squadre ne ha cambiate di più, e che in genere la grana ce l’ha smenata per poi farsi sodomizzare (come il succitato limone). Fattostà che erano lì con volantini, manifesti e cazzilli vari. Che, ovviamente, si sono ben guardati dal darmi. Poi sono andato a portare l’erede sulle giostre, e mentre lei girava ho visto che candidato e sostenitori bazzicavano anche da quelle parti. Si sono fermati poco lontano da me, e cercavano di indottrinare uno. Il candidato diceva che quel partito è un partito che pensa alla gente, che è il futuro, è l’unico partito vero. E i sostenitori dicevano che quel candidato era un galantuomo, un genio della politica. Mi sarebbe piaciuto dire loro che quei sostenitori fino a non poco fa dicevano che l’uomo era un farabutto e un dittatore, e che facevano esposti su esposti per poterlo inchiappettare, e lui diceva del partito che era una massa di bifolchi e rozzi, con i quali era impossibile parlare. Altre parole, le loro, usate a sproposito. Condite di una buona dose di quel cialtronismo politico che ormai la fa da padrone. E allora, sproposito per sproposito, meglio l’uomo della colla e la sua buona fede. Meglio trasmettere la lozione con un beccuccio che non c’è.