piazza alimonda

Il gioco dell'oca


L’erede ha pescato, chissà dove, una sorta di gioco dell’oca. Ci giochiamo, a volte, sul pavimento, con i due mamozzi che fungono da pedine e un apposito dado in cartone. Funziona che quando il suo mamozzo è davanti, va tutto bene. Quando è dietro si inventa lanci di dado doppi su certe caselle dove capita lei, il salto del turno sulle caselle dove capito io, ecc ecc. E, ovviamente, alla fine vince. E, ovviamente, se la partita dopo capito io su quella casella, la storia del doppio lancio non vale più.Dall’alto dei suoi cinque anni ha una spiccata vocazione per vincere e, avendo la sinistra nel Dna, questa vocazione le procurerà non pochi mal di pancia.C’è, qualche centinaia di chilometri più in giù, un ometto alto come lei ma come età potrebbe essere suo nonno. E che, grosso modo fa le stesse cose. Fa le regole, non le rispetta, le cambia, dà la colpa a dritta (mai) e a manca (sempre) e se alla fine non vince piagnucola. Come lei. Solo che lui non si strappa i capelli in quanto, essendo finti, gli resterebbero in mano.Vabbè, l’erede ha cinque anni. Ci passi sopra a queste cose. Ma per quanto riguarda l’ometto mi chiedo: ma davvero tutta queste gente di destra beve le puttanate che dice? Davvero tutti credono che spacciare una propria cappella per una ingiustizia contro il mondo sia una cosa sensata? Davvero non c’è uno che abbia il pelo, e la testa, di dire: «A me questo ometto piace, ma questa volta ha fatto una stronzata»?Per la cronaca, nei prossimi giorni l’ometto dirà che la Franzoni, Ciccio di Nonna Papera, un cugino di primo grado di Mino Reitano e il fratello di Pelè hanno fisicamente impedito ai popolani della libertà di portare la lista. E, quel che è peggio, qualcuno dei suoi dirà che quel bastardo di Ciccio lo sguardo da comunista l’ha sempre avuto…