Post N° 42

Post n°42 pubblicato il 18 Gennaio 2009 da lucy_101
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L'inimicizia di Nuvola Rossa nei confronti dei bianchi era iniziata con la perdita prematura di suo padre, morto a causa di acquavite di cattiva qualità che gli avevano dato i bianchi. Il ragazzo crebbe con suo zio Old Smoke e cominciò presto a prendere parte a spedizioni militari contro i Pawnee, i Corvi e gli Shoshoni. Nel corso di una di queste si dice che riportasse un bottino di due scalpi e che avesse ucciso un guerriero Pawnee a soli quindici anni. Il suo coraggio gli portò grande rispetto nella sua tribù, tanto da superare altri capi che avevano ereditato la loro posizione. Come riconoscimento per il suo valore ricevette il nome del suo defunto padre, mentre in precedenza era conosciuto come Two Arrows. Nel 1851 era stato già stipulato un trattato tra gli Stati Uniti e le tribù delle praterie. Gli indiani avevano concesso la costruzioni di forti e di strade senza tuttavia rinunciare a nessuno dei loro diritti. Tre anni dopo si verificarono i primi scontri tra Sioux e Americani al "Grattan-Massaker" a cui prese parte anche Nuvola Rossa. Anche gli anni seguenti furono contrassegnati da scontri che raggiunsero l'apice nel 1865, quando delle spie comunicarono che un gran numero di soldati si stava dirigendo sul fiume Powder. Nuvola Rossa, il capo degli Cheyenne, Dull Knife e Roman Nose, decisero che era giunto il momento di agire. Stabilirono il quartiere generale a Piatte Bridge per dare una lezione agli invasori: si combatté a Piatte Bridge e gli indiani uscirono vittoriosi e, fiduciosi di essersi procurati un periodo di tranquillità, tornarono indietro. Invece, già nell'agosto 1865, tre colonne militari invasero la regione del fiume Powder guidate dal generale Patrick E. Connor che, nel 1863, era divenuto famoso per l'attacco a un villaggio Paiute in cui erano stati uccisi duecentosettantotto abitanti. In gran fretta Sioux e Cheyenne misero insieme un esercito di cinquecento guerrieri che, al comando di Nuvola Rossa e di Dull Knife, accerchiò una colonna di carri che non apparteneva carovana di Connor. Durante le trattative che seguirono. Nuvola Rossa chiese spiegazione per la presenza di bianchi nella sua terra: fu così che i due capi appresero, con grande sorpresa, che nel nord della regione del fiume Powder, Connor era intenzionato a costruire un forte. La colonna poté proseguire dopo aver consegnato il carico di un carro di viveri, ma i mesi successivi non furono certo tranquilli. Gli indiani chiusero il valico di Bozeman, per vedere fino a che punto sarebbero arrivati gli invasori.Questa situazione risultò nel tempo insostenibile, specie per gli americani. Dopo parecchi tentativi riuscirono a far sedere, innanzitutto Nuvola Rossa, ritenuto il più importante, e molti altri capi, al tavolo delle trattative di Fort Laramie. In quest'occasione Nuvola Rossa rappresentò degnamente quella tradizione indiana di uomini di stato di valore: era alto e la sua figura incuteva rispetto, inoltre non v'era differenza, quanto a modo di esprimersi e di confrontarsi, da un uomo di stato bianco. Si era presentato con molta diffidenza, poiché capiva perfettamente che la costruzione di forti sul valico di Bozeman avrebbe significato l'inizio di una massiccia limitazione dei diritti di caccia e di libertà di movimento degli indiani. Intuitivamente aveva il presentimento che gli americani avrebbero costruito i forti con o senza il consenso degli indiani. Questo brutto presentimento fu in ogni caso superato dalla realtà: all'inizio delle trattative il colonnello Carrington trasferì duemila soldati da Fort Keamey al territorio del fiume Powder, e ne fece poi passare settecento da Fort Laramie, il che rappresentava una rozza trasgressione al regolare svolgimento delle trattative. La maggior parte dei capi, Nuvola Rossa in testa, reagì alla provocazione rompendo immediatamente i negoziati. Vedendo Carrington, Nuvola Rossa era balzato in piedi e, indicando l'aquila d'argento sulla giacca dell'ufficiale, esclamò:

Guardate qui: c'è l'aquila bianca che è venuta a rubare una strada nel territorio indiano.

Il governo aveva raggiunto il suo scopo: fu ancora guerra. I militari cominciarono a costruire Fort Phil Keamey. Nuvola Rossa e i suoi guerrieri si appostarono sulle colline del Wyoming, attendendo il momento più adatto per colpire. Il capitano Fetterman affermava in tono tronfio che avrebbe potuto attraversare il territorio dei Sioux con soli ottanta uomini. Riuscì a trovare un numero sufficiente di persone che la pensavano come lui e che volevano prendere lo scalpo di Nuvola Rossa e quindi partì nonostante tutti gli avvertimenti. Gli indiani, al comando di Nuvola Rossa e del giovane Cavallo Pazzo, non lasciarono scampo al capitano e ai suoi. Questa impresa dissennata passò alla storia con il nome di massacro di Fetterman. Il 30 luglio 1867, fu riunita una commissione per la pace, i cui membri più eminenti erano i generali Sherman e Sanborn. Parecchi capi Sioux accettarono l'invito a partecipare ai negoziati, ma non il più importante, Nuvola Rossa, che fece sapere di non avere tempo e che forse sarebbe venuto l'estate successiva. Seppure indispettita, alla commissione non rimase altro da fare che presentare una nuova proposta in cui si offriva ai Sioux un territorio protetto che si estendeva dal confine nord dello stato del Nebraska fino al 46° grado di latitudine, e fino al Missouri a est, e fino al 104° grado di longitudine. Questo territorio avrebbe dovuto appartenere ufficialmente agli Indiani e nessun bianco avrebbe potuto attraversarlo senza permesso degli Indiani. Inoltre gli USA si impegnavano, dopo la stipula del trattato, a cedere tutti i presidi militari in tutto il territorio. Mentre, fino al 1° giugno, cento capi indiani e importanti guerrieri avevano approvato e sottoscritto il trattato, Nuvola Rossa si rifiutava di farlo, finché non fossero stati evacuati tutti i forti nella zona del fiume Powder e chiuse le strade. A fine agosto le truppe americane uscirono dai forti e Nuvola Rossa diede alle fiamme le installazioni militari. Rimandò però la firma dell'accordo a dopo la chiusura della caccia autunnale. Il 6 novembre 1868, a Fort Laramie, il capo indiano firmò finalmente il contratto, che fu ratificato dal senato americano il 16 febbraio dell'anno seguente e promulgato otto giorni dopo dal presidente Johnson. Nuvola Rossa è quindi l'unico capo degli altopiani che fu capace di vincere una guerra contro gli USA. Il capo tuttavia era un politico troppo intelligente per non sapere che questa battaglia non sarebbe stata definitiva. Dopo aver sottoscritto il trattato, Nuvola Rossa si attenne scrupolosamente a quanto stabilito e, nonostante tutte le violazioni degli americani, mantenne la pace. Quando nel 1870 vi furono disordini, causati dalla notizia di una sanguinosa carneficina in Montana, dove l'esercito aveva massacrato gli abitanti di un villaggio dei Blackfeet, il Commissario per gli Affari indiani Ely Parker invitò Nuvola Rossa e il capo dei Brulé, Coda Maculata, a Washington. Entrambi i capi accettarono l'invito e, nel corso delle trattative, Nuvola Rossa rivolse queste parole a Ely Parker:

Da alla mia gente la polvere e le munizioni che ti abbiamo chiesto. Noi siamo pochi, voi un grande e potente popolo. Mi serve soltanto il necessario perché la mia gente possa andare a caccia. Tutto ciò che il Grande Spirito ha creato nel mio paese è selvaggio e deve essere cacciato. Non è come da voi, che potete andare a prendere ciò che vi serve. Ho occhi e vedo che i bianchi allevano bestiame: so che fra qualche anno potremmo anche noi fare altrettanto e lo ritengo giusto.

Quando Nuvola Rossa ricevette il trattato sottoscritto a Fort Laramie, interpretato dal Ministro per gli Interni, comprese che lui e il suo popolo erano stati imbrogliati. Furioso, dichiarò di non riconoscere quell'accordo e che di conseguenza non lo avrebbe rispettato:

Non ho detto che tutti i membri della commissione hanno mentito, sono stati gli interpreti che hanno tradotto male. Quando i soldati hanno lasciato il forte ho firmato un trattato, ma non si tratta di questo trattato. Questa faccenda va chiarita. Queste carte contengono solo bugie.

Usando tutte le sue capacità diplomatiche, Ely Parker riuscì a risolvere il problema. Il contratto fu riscritto e Nuvola Rossa ottenne ancora una vittoria. Negli anni successivi Nuvola Rossa rimase nell'ombra e, nonostante i suoi tentassero più volte di convincerlo, si rifiutò di prender parte agli scontri del 1876. Da tempo si era convinto che non vi fossero possibilità per il suo popolo di impedire l'espansione dei bianchi e la conquista da parte loro delle Black Hills, montagne sacre del popolo Sioux. Si adattò alle inevitabili cessioni di terreno, per evitare una nuova guerra alla sua gente. Anche per quanto riguarda l'insurrezione dei Sioux del 1890/91, il grande capo, che era nel frattempo divenuto quasi cieco, si mantenne neutrale, anzi minacciò di schierarsi contro gli insorti. Il suo comportamento coerente nel corso di tutti questi anni gli valse spesso l'odio e il disprezzo dei suoi compagni di lotta di un tempo. La malcelata gelosia di Nuvola Rossa per i capi più giovani e di successo, approfondì le divergenze. Dopo essersi conquistato la fiducia del professor Marsh, uno studioso che cercava fossili nelle praterie, intraprese con lui un viaggio nell'Est e visitò tra l'altro Washington, New Haven e il Connecticut. Durante questo viaggio riportò l'attenzione del pubblico ancora sui problemi dei Sioux, trovando comprensione e gente disponibile ad aiutare. Il vecchio capo, debole e cieco, trascorse i suoi ultimi anni nella casa che il governo gli aveva messo a disposizione nella riserva di Pine Ridge. Si convertì alla religione cattolica romana e quando scomparve, nel 1909, fu sepolto nel cimitero della missione di Holy Rosary. Dopo che Nuvola Rossa si era ritirato in una riserva e non si occupava più di politica, gli Americani si trovarono di fronte due nuovi temibili nemici, Toro Seduto e Cavallo Pazzo che, con la loro volontà di ferro e il loro genio strategico, sarebbero in seguito riusciti ad infliggere all'esercito americano - al Little Big Horn - la più amara sconfitta del XIX secolo.

 
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