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Post N° 57


Introduzione alla storia contemporanea P. Pombeni (ed.)Domande 8 _ I movimenti delle donne 1.        Quale contraddizione nelle teorie liberali era alla base dell’esclusione delle donne dalla politica nell’Ottocento?L’idea di separazione fra il corpo (la donna) e la ragione (l’uomo) pose la divisione tra una sfera pubblica-razionale (e quindi maschile) ed una sfera privata-affettiva (femminile) che nell’800 definì il contesto politico e culturale. La teoria delle sfere separate se significava l’esclusione della donna dalla sfera politica non comportava necessariamente la sua subordinazione all’interno della sfera privata. Specie in aria angloamericana proprio in virtù della sua specificità biologica e della sua funzione riproduttiva ed educativa si riconoscenza alla donna uno status morale superiore a quello dell’uomo, necessario per crescere ed educare i futuri cittadini della nazione. Fu, allora, criticata la contraddizione insita nella teoria liberale tra una sfera pubblica fondata sui concetti di uguaglianza, libertà e diritti ed una sfera privata in cui vigevano elementi arcaici di potere patriarcale.2.        Quali furono le rivendicazioni dei primi movimenti suffragisti e femministi dell’Ottocento?Rivendicavano per le donne il riconoscimento dei diritti naturali e l’uguaglianza politica e sociale. Wollstonecraft, Vindication of the Rights of Woman: non solo le donne dovevano godere gli stessi diritti dell’uomo, ma solo esse potevano diventare vere compagne per l’uomo, le donne non volevano avere potere sugli uomini ma so su se stesse. Le donne avevano ben chiaro che l’affermazione della loro identità come individui razionali e soggetti pubblici passava attraverso sia il riconoscimento dei diritti naturali (libertà e uguali ganza) nella sfera pubblica come pure in quella privata, sia lo svelamento di quella contraddizione che identificava l’individuo universale e razionale con l’uomo. Si rivendica l’autonomia, la libertà di giudizio, di azione, accesso all’istruzione e alla libertà di disporre dei beni di proprietà, diritto al lavoro, alla parità salariale, al divorzio e alla sessualità 3.        Maternità, diritto al voto, istruzione: come tali questioni permearono la lotta per l’emancipazione femminile?Maternità: valore sociale e fondamento per la costruzione dell’identità sociale e politica delle donne.Diritto al voto: obiettivo principale dei movimenti suffragisti e femministi. L’impegno delle donne nella guerra e nel sociale faceva sì che l’allargamento del suffragio non potesse più essere ignorato.Istruzione: fu per es. un elemento importante della battaglia delle donne borghesi ed aristocratiche. Sia in Europa che in America alle donne era vietato l’ingresso alle università. Se il diritto all’istruzione fu considerato una conquista importante per il processo di emancipazione femminile, altrettanto significativa fu la lotta per i diritti civile che procedette di pari passo con quella per il diritto al voto, anzi in molti casi l’arretratezza giuridica fu la molla che spinse le donne a lottare contro la disuguaglianza. 4.        Quale impatto ebbero le due guerre mondiali sulla questione femminile?________5.        Quali furono principali politiche riguardanti questione femminile attuate dai governi nel periodo fra le2guerre?Il lavoro femminile rappresentò dalla fine dell’800 uno dei principali terreni di mobilitazione dei gruppi e delle associazioni di donne. Questi lottarono per il riconoscimento di una serie di misure a tutela del lavoro femminile, della maternità e della cura dei figli o per il miglioramento delle condizioni di vita delle donne lavoratrici e povere, delle donne sole o senza figli. In Italia nel 1910 fu istituita la cassa di maternità. In Europa le prime forme di welfare state, di programmi statali di assistenza e tutela sociale si basarono, oltre che sulle misure previdenziali e di legislazione sociale a favore dei lavoratori, anche sull’approvazione di leggi che obbligavano i padri al sostentamento dei figli illegittimi, garanzia del posto di lavoro delle donne quando in maternità. Con la tutela della maternità, le femministe cercarono di affermare con forza che la tutela della maternità non poteva essere disgiunta né dall’idea di un’identità femminile né dal concetto di cittadinanza.Le politiche di welfare messe in atto dagli stati all’indomani della crisi economica del 29, le politiche di nazionalizzazione delle masse, centrate sulla riproposizione della divisione sessuale dei ruoli all’interno della famiglia, ma che al contempo rendevano la maternità una questione sociale e fondativa del carattere della nazione, la mobilitazione e l’irreggimentazione delle donne da parte dei regimi nazista e fascista, il consumismo di massa posero in crisi la teoria delle due sfere.6.        Quali furono le politiche attuate dai regimi totalitari in materia?In Italia, nel 1925 viene istituita l’OMNI (opera nazionale per la maternità e l’infanzia), finanziata dallo stato che forniva educazione sanitaria ed assistenza soprattutto alle madri povere e a quelle nubili. Nel 1936 gli assegni familiari per la moglie e per i figli a carico vennero corrisposti ai padri che avevano un lavoro; nel 1939 fu introdotto la corresponsione dei premi di natalità. Anche nella Germania nazista, il culto della paternità e della virilità fu all’origine dell’introduzione di una serie di misure di assistenza sociale: prestiti matrimoniali, riduzione delle tasse sul reddito, assegni per i figli corrisposti ai padri. Più che aderire ad una politica pro-natalista, il regime nazista si fece interprete di una politica demografica di tipo selettivo: la prima legge sulle nascite del 33 prevedeva la sterilizzazione obbligatoria per gli inadatti ed in biologicamente inferiori.7.        Quali furono le differenze principali fra i primi movimenti suffragisti e la seconda ondata del femminismo?La liberazione da un sistema di subordinazione patriarcale, la divisione del lavoro che all’interno della famiglia diviene divisione sessuale dei ruoli e fondamento del rapporto di potere dell’uomo sulla donna, l’autodeterminazione. La parola d’ordine fu Il personale è politico: fine era non solo l’eguaglianza dei diritti, ma una rivendicazione di identità e di costruzione del soggetto femminile che sovvertiva i tradizionali confini tra pubblico e privato. Obiettivo era raggiungere le azioni positive8.        Illustrate l’importanza dell’opera di Simone de Beauvoir, Il secondo sesso.Pubblicato nel 1949 costituisce il testo della seconda ondata del femminismo. Si poneva la domanda: “Che cosa è una donna?”. Un interrogativo che a suo avviso costituiva già una prima risposta perché un uomo non si classifica mai come un individuo di un certo sesso: che sia uomo è sottointeso. Attraverso un’analisi di topo storico economico e culturale, affermava che la donna aveva sempre rappresentato l’altro, il polo negativo, la sua individualità era stata definita sempre in relazione all’uomo. Rapporti economico-sociali, culturali ed ideologici avevano spinto a considerare la donna “altra”. Per de Beauvoir, proprio perché i concetti di donna e femminile erano il frutto di una costruzione storica, economica e culturale, la liberazione e l’emancipazione della donna dalla condizione di oppressione e subordinazione non poteva che essere collettiva ed il frutto di un processo di affermazione di sé come soggetto. Condizione prima per il processo di liberazione della donna è l’evoluzione della sua condizione economica e dell’uguaglianza politica, economica e sociale.