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Correndo con le forbici in mano


«Uno degli usi del denaro è che non ci costringe a subire le conseguenze dei nostri errori». Ineccepibile, parla George Baekeland, inventore della bakelite, a capo di una fortuna spropositata agli inizi del secolo. Non compare in Savage grace, piuttosto sono i suoi soldi a tenere banco, il benessere che ha consegnato al figlio Brooks (Stephen Dillane), umbratile, altero pezzo grosso newyorkese che non riesce a eguagliare l’eccezionale impresa paterna e finisce come i suoi concittadini ricchi a svernare cambiando continuamente località nell’Europa del bel vivere. Ha sposato un’attrice di modeste origini, Barbara (Julianne Moore), caparbia, estroversa, di grande stile e bellezza, da giovanissima decisa a fare il salto nell’alta società, con ambizioni così granitiche che il marito non si sentiva «abbastanza grande per lei, per lei ci voleva Enrico VIII». Il loro diventa un rapporto contrappuntato da una sorda violenza, psicologica e velatamente fisica. Fonte: http://www.unita.it/view.asp?IDcontent=76238