Verità...

Bioetica (Riproduzione Assistita)


Prima di affrontare il problema dal punto di vista biologico è d’obbligo tracciare un quadro per quanto riguarda l’esigenza di questa pratica di procreazione che si è venuta a creare in questi ultimi anni con l’avvento di nuove tecniche dell’ingegneria genetica.  Ci sono tante donne, sposate, non sposate, credenti, non credenti, omosessuali, che nella loro esistenza hanno desiderato e desiderano avere un figlio, ma questo non è stato possibile, perché alcune erano sterili, altre non volevano avere rapporti sessuali “ come le lesbiche “, altre voglio vivere da sole, quindi vi è una impossibilita oggettiva a non poter procreare. Facciamo riferimento alla coppia tradizionale, ( per coppia tradizionale intendo, un uomo e una donna in un contesto di cultura cattolica, quindi regolarmente sposati e accettati moralmente dalla chiesa e dallo Stato ), Questa coppia ha il privilegio di vivere una vita felice, perché la loro “normalità”, ( per normalità intendo la possibilità fisiologica di procreare ), gli consente di avere dei bambini. Questo è il quadro classico di una famiglia che, come si diceva prima, è accettato dai canoni della chiesa cattolica. A questo punto direi: una famiglia modello, formata da un uomo, da una donna, da bambini, da una casa, cioè tutti gli ingredienti per essere in regola con le esigenze di “questa nostra cultura”, difatti una famiglia che ha queste caratteristiche viene accettata dalla Cultura Dominante. Ma andiamo a verificare alcuni aspetti che si discostano da questo modello, prendiamo in considerazione una famiglia dove l’uomo o la donna non hanno le caratteristiche fisiologiche di procreare, ma nonostante ciò la coppia desidera avere un bambino. Al momento attuale secondo le regole restrittive e dogmatiche che la chiesa cattolica impone con prepotenza, una coppia secondo quest’ultimo modello non può ricorrere alla procreazione assistita o artificiale perché secondo l’etica ecclesiastica, si tratta di peccato mortale, la stessa cosa vale per le persone non sposate, per gli omosessuali, per le donne sole, la chiesa ammette la procreazione solo ad “esseri perfetti” fisiologicamente, mentre fa una brutale discriminazione di tutti quei casi che non rientrano in questo modello che a mio avviso è fuori da ogni tempo. Cosa ne pensa la chiesa su un fatto biblico, ( e ce ne sono stati tanti ), quando Abramo, il primo Patriarca, ha avuto un figlio dalla schiava Agar con il pieno consenso della moglie Sara? Partendo dal presupposto che tutti dobbiamo avere pari dignità, perché una coppia non sposata,  gli omosessuali o una coppia sterile non possono beneficiare di questo straordinario privilegio che oggi la scienza ci offre? Perchè la chiesa cattolica e molte altre religioni precludono questa unica possibilità di procreazione e rendere felici tante donne e uomini che non hanno nessuna colpa di essere impossibilitati a procreare? Perché negare la possibilità di avere un bambino a chi ha veramente voglia di averlo? Sono domande senza risposta, perché le leggi cosiddette eterne impediscono il naturale decorso di una evoluzione culturale che ha bisogno invece di una visione più razionale nel modo di concepire la morale, c’è bisogno urgente  di cambiare  in fretta  una mentalità e una cultura che ha ancora il sapore medioevale e che preclude  anche l’unico motivo di questa esistenza, quella di avere dei bambini.  Evoluzione della scienzaOggi l’ulteriore miglioramento negli studi della fecondazione assistita ha portato alla nascita di diecine di metodologie diverse.   La fecondazione può essere attuata in vivo ( direttamente nel corpo della donna) o in vitro ( extra corporea, in breve FIVET ) : si parla di fecondazione omologa ( AIH ) quando il seme appartiene al partner della donna, e di fecondazione eterologa ( AID ) quando il seme proviene da un donatore esterno alla coppia.  Mentre già con la fecondazione omologa si pone un problema a livello legislativo, ( cosa si intende per coppia? ), quella eterologa può produrre situazioni più variegate che non sempre vengono accettate: esempiflicando al massimo, i problemi nascono soprattutto dall’eventuale anonimato del donatore, dall’inseminazione post – mortem e dalla richiesta formulata da una donna sola, o anziana o da una coppia lesbica. Le tesi cattolicheFin dal XIX secolo il Vaticano è stato sollecitato ad esprimere sull’argomento: commissioni pontificie, il sant’uffizio e diversi Papi non hanno che ripetere, passivamente, il loro diniego.   Inizialmente il “no “ cattolico era motivato soprattutto dalla tesi che questo sistema di procreazione non sia naturale, ovvero non avvenga secondo le leggi immutabili stabilite dal Creatore, con le quali è peccato mortale interferire.   La successiva introduzione e diffusione della fecondazione in vitro ha scatenato la chiesa cattolica anche su un secondo versante: quello del congelamento e della distribuzione degli embrioni prelevati in soprannumero allo scopo di aumentare le possibilità di riuscita della fecondazione. Per il Vaticano l’embrione come abbiamo già detto è una persona umana, pertanto la fecondazione in vitro è paragonabile all’aborto procurato.   Anche se secondo l’organizzazione mondiale della sanità la gravidanza inizia solo al momento dell’impianto dell’embrione ( 14 giorni dopo il concepimento ), la congregazione per la dottrina della fede ha ufficialmente ribadito che  “ non spetta alle scienze biologiche dare giudizio decisivo su questioni propriamente filosofiche e morali, come quella del momento in cui si costituisce la persona e quella della legittimità dell’aborto “.  Alcuni dati importanti sulla fecondazione artificialeLa sterilità di coppia in Italia raggiunge oramai cifre da brivido: oltre una coppia su cinque non è in grado di assicurarsi una discendenza, una percentuale che tende ad aumentare di anno in anno. Con queste premesse, già oggi 300 strutture italiane praticano la fecondazione assistita; si stima che tra le 50.000 e le 70.000 coppie si rivolgono a questi centri, e che oltre 100.000 siano i pre – embrioni custoditi nei criocongelatori. Stiamo quindi parlando di un fenomeno di massa, che come tale deve essere considerato.  Le tesi cattoliche sono facilmente smontabili, moralmente possono pensarla come vogliono e giudicare anche ininfluente il parere della scienza, resta il fatto che queste tesi sono rivolte solo alla popolazione cattolica ( circa il 17 % della popolazione mondiale e l’80 % - nominale di quella italiana ), e non si capisce per quale motivo dovrebbero essere applicate a tutta le popolazione: nessuno, ovviamente, si è mai sognato di imporre tali pratiche a donne e coppie non consenzienti.  La fecondazione artificiale è una libera scelta e pertanto un Stato laico non deve basarsi sulla morale di una parte della sua popolazione per frapporre divieti ad una pratica volta, fino a prova contraria, a superare i problemi di sterilità e di infertilità di una coppia.  Quanto alla eventuale sofferenza che proverebbe il bambino nel non conoscere il padre biologico, è facile constatare come tali difficoltà siano riscontrabili, anche in questa circostanza, nel caso dell’adozione. L’alternativa per il bambino è tra il non nascere ed il nascere attraverso la fecondazione eterologa: difficile quindi individuare un danno in questo.   Sulle donne sole e/o lesbiche che intenderebbero accedere alla fecondazione eterologa, alle quali una coppia una certa corrente di pensiero ( soprattutto cattolica ) non vorrebbe concedere tale possibilità, si può rilevare come, nella stragrande maggioranza dei casi, esse potrebbero comunque raggiungere lo scopo attraverso un rapporto eterosessuale tradizionale: dovremmo quindi vietare anche queste gravidanze?  Dovremmo conseguentemente considerare illecito il figlio di una ragazza madre? Un discorso valido, a maggior ragione, per l’inseminazione post – mortem.   In definitiva, bisogna considerare la fecondazione assistita un nuovo metodo riproduttivo, alternativo a quello tradizionale: visto sotto quest’ottica, non è altro che una possibilità in più per raggiungere lo scopo a cui aspira una coppia e cioè avere un bambino a cui voler bene.