Verità...

Razionale e Irrazionale (4° Capitolo Ricerca)


RAZIONALE E IRRAZIONALE  viaggio tra falsità e necessità culturali: ( superstizione – mito – rito – sacro )(Sesta parte)  CERCHIAMO ORA DI ESAMINARE DA VICINO IL FENOMENO Arriviamo qui a un punto molto importante, quello dell’esistenza, oppure no dei fenomeni paranormali.   Fino adesso abbiamo esposto le possibilità teoriche e la differenza tra la vera scienza e le pseudoscienze. Abbiamo visto quali sono le difficoltà concettuali, abbiamo fatto un lungo elenco delle principali pseudoscenze che oggi sono regolarmente praticate. Cercheremo ora invece di capire se effettivamente questi fenomeni descritti e di cui tanto si parla, sono davvero osservati oppure no, perché è ovvio che questo è il punto fondamentale.   Se il fenomeno non c’è, non c’è neppure bisogno di cercare delle teorie. Tutto questo potrà sorprendere qualcuno, perché di solito si da per scontato che i fenomeni paranormali esistono, che siano ormai dimostrati, e che il problema sia piuttosto di capire perché avvengano.   Invece la critica di fondo che viene fatta alla parapsicologia è che questi fenomeni in realtà, non sono osservabili, cioè non sono mai stati dimostrati, e perciò è inutile costruire nuove teorie ( che sono in contrasto con tutto ciò che abbiamo appreso nel corso dei secoli ) a partire da cose che, in definitiva, non esistono, infatti il problema essenziale che è emerso in tutti i libri e i vari articoli che ho letto, è che se esistesse anche un solo fenomeno convincente, chiaramente provato, gran parte degli scienziati si getterebbe a capofitto in quest’area di ricerca, poiché ciò significherebbe che tali fenomeni esistono, e che bisogna allora rivedere le basi non solo della fisica, ma di tutte le altre discipline scientifiche, ricercando nuove leggi.   Invece, malgrado si facciano ricerche da quasi un secolo nessuno finora è riuscito a mostrare alla comunità scientifica l’esistenza dei fenomeni paranormali: nessun fenomeno è stato mai “ omologato dalla scienza “ non solo, ma nessuna grande università o istituto ha trovato, nei dati emersi, motivo per dedicare uno spazio modesto a questa ricerca.   ESEMPI : Se si cercasse di dimostrare che gli uomini hanno la capacità di volare, non sarebbe necessario trovare il 52 % : basterebbe il 48 % o anche il 10 %  o 1 %. E cosi pure se si volesse dimostrare che i cavalli possono parlare, non ci sarebbe bisogno di ricorrere a una media statistica. Basterebbe trovare un solo cavallo parlante su un milione, non avrebbe importanza se gli altri 999.999 studi hanno dato esito negativo.   Alcuni dati statistici : la lottologia. Già ai primi dell’ottocento, il matematico Pierre Simon De Laplace scrisse : “ Quando un numero non esce da molto tempo, i giocatori corrono a coprirlo di danaro, essi ritengono che quel numero reticente debba uscire al primo colpo, a preferenza di altri, ma il passato non può avere alcuna influenza sull’avvenire.   Esempio : 90 numeri – 5 estrazioni per ruota e per concorso, si può prevedere la frequenza di un certo numero ? Il 33, ad esempio, sulla ruota di Roma ? – in un caso su 90 il numero esce alla prima estrazione, nei restanti 89 rimane nell’urna, e solo in uno di questi esce alla seconda estrazione – in totale su 5 estrazioni il 33 dovrà uscire in media ogni 18 concorsi. E se ora ci dicessero che il numero non esce da 100 turni cambieremo la previsione? Il ritardo modifica le probabilità? Prima di rispondere consideriamo che, le sfere dell’urna non hanno memoria dei concorsi precedenti e non cambiano comportamento. Il ritardo non contraddice le premesse del calcolo, ne tanto meno il risultato. Se il ragionamento era corretto prima lo rimane anche dopo l’informazione. Andando più a fondo si scopre anzi che il ritardo di 100 concorsi esistono sempre e sono circa 1 su ogni 3 ruote. Ciascun ritardatario ha una grande probabilità di essere estratto molto presto cioè come ogni altro numero entro i successivi 18 concorsi. Meglio quindi non puntare i risparmi su numeri ritardatari o sulle previsioni, la probabilità di fare una quaterna è la stessa e rimane bassissima per qualunque giocata.   Il mondo del lotto e dei giochi a pronostico in genere vanta lo sviluppo fiorente di una nuova pseudoscienze, particolarmente in auge presso tutti i media in questi ultimi anni: la “lottologia scientifica”. E oggi in commercio, infatti, un’infinità di metodi pseudo statistici che, illudendo il pubblico d’essere scientifici, non si fanno remore a garantire vincite con certezza matematica. Tali metodi  “matematicamente certi” o “statisticamente certi” hanno talmente impensierito lo stato italiano da spingerlo ad aumentare le estrazioni del lotto e superenalotto da una a due volte alla settimana, rendendo il cittadino sprovvisto di una buona conoscenza scientifica schiavo di questi fenomeni assurdi che lo allontanano dalla vera realtà. La diffusione di notizie tramite giornali e televisione, relativamente a questi temi, è quasi sempre acritica e non corretta. Viene dato per scontato che gli eventi associati alle uscite dei 90 numeri del lotto non siano del tutto equiprobabili, in quanto i numeri che non si presentano da molto tempo avrebbero maggiori probabilità di uscire nel prossimo futuro rispetto ad altri.   A partire da questa credenza sono nati il concetto di “ numero ritardatario “ e la maggior parte degli approcci statistico-sistematici che promettono le cosiddette vincite sicure. Molte fra le persone che si dedicano al gioco del lotto e del superenalotto tengono allora in gran conto questa finta, convinte che possa servire per determinare in anticipo i numeri che saranno estratti. Non deve stupire, quindi, che ci sia gente disposta a spendere moltissimo pur di accaparrarsi qualcuno di questi metodi, i quali, in realtà, non hanno assolutamente alcun valore. La lottologia, infatti, si basa su un’errata interpretazione della legge dei grandi numeri o su altre grossolane travisazioni delle leggi del calcolo delle probabilità.    (Fine Sesta parte)