Creato da pietrificatore76 il 25/01/2007
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Ora, ogni vero scrittore è afflitto da un’ossessione portante che diventa il suo segno di distinzione, la cifra delle sue iniziali sulla camicia di forza del suo talento. Hemingway aveva un machismo vitale nei confronti della morte (quella degli uomini, dei tori, dei marlin…. Non fa differenza), io ho quella dei nani. In ogni mia “storia” infilo almeno un nano anche quando non è propriamente pertinente al contesto. La magnifica ossessione di Ippolito, la sua bellezza di Ippolita è Triora. Triora, borgo ligure che ha anticipato Loudon e Salem nella caccia alle streghe. A Triora Ippolito ha dedicato gran parte della sua combustione saggistica dimostrando di avere il sacro fuoco. Il processo per stregoneria, il delirio inquisitorio, la tortura del femminile innocente non potevano risparmiarsi di diventare lo sfondo di un thriller a ponente della fertile medioevale mente di un umanista come Ferrario. Anzi, parliamoci chiaro, di un illuminista. Ippolito: infatti fa luce.
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Inviato da: Anonimo
il 16/02/2007 alle 00:44