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Creato da pietrificatore76 il 25/01/2007
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Manifesto del noir a Ponente.
Domenica, 18 febbraio 2007, testimone il cielo stellato di Apricale, ebbri di amore per la scrittura e di altrettanto traboccante passione per il nettare di Bacco, e affini derivati, procediamo alla legittimazione del nostro modus scrivendi stabilendo gli imprescindibili cardini intorno a cui facciamo quadrato e scrivendo qui di seguito il manifesto del nostro tempo. -Abbiamo negli occhi l’azzurro del mare, ma il nostro sodalizio letterario nasce dalle pietre di paesi millenari, sgorga dagli anfratti dei muri a secco, serpeggia fra le aride pietraie correndo lungo i profili di aspre montagne. -Come il vomere che cozza contro la roccia, la nostra penna affonda con fatica e dolore nel carattere degli abitanti delle nostre terre. Seminiamo interrogativi per raccoglierne i frutti: scarne, povere, ma essenziali risposte. -Siamo per la realtà cruda, vera, che non necessita di scuse o mediazioni. Ai fronzoli barocchi preferiamo le cesoie che tagliano senza paura, scoprendo la radice ed esponendola alla luce del sole -Il nostro mezzo è l’osservazione, sia investigativa, nel senso più ampio del termine, sia introspettiva. Il nostro terreno d’indagine prediletto è l’animo umano, nostro e quello altrui. -Abbiamo comuni radici ideali, nodose come quelle degli ulivi, disperatamente salde e contorte. La nostra linfa letteraria è direttamente correlata al Ponente Ligure, alla sua storia, alle tradizioni. -Il paesaggio è il nostro punto di riferimento, è valore etico, descrittivo e strumento di analisi psicologica. -La nostra attitudine letteraria è verista e di completa adesione alla realtà. Il noir è il nostro strumento privilegiato. -La libreria Casella di Ventimiglia è la nostra sede, il nostro punto d’incontro, il nostro laboratorio. Ippolito Edmondo Ferrario Aderiscono al manifesto: Avvocato Alberto Pezzini, giornalista de La Riviera Giovanni Choukhadarian, giornalista di Repubblica-Genova Diego Marangon della libreria Casella di Ventimiglia Donatella Lauria, giornalista del Secolo XIX Roberto Negro, scrittore Andrea Becca, scrittore Marco Vallarino, fondatore di Mare Noir Marino Magliani, scrittore Roberto Coggiola, fotografo
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Apricale è uno fra i borghi più belli d'Italia e mentelocale.it se n'è già occupata più e più volte.
Domenica sera andava in scena nel notevole castello di costà, detto della Lucertola uno spettacolare terzo grado letterario allo scrittore gallerista avanguardista Ippolito Edmondo Ferrrario, assistito nell'interrogatorio dall'avvocato anarchico umanista Alberto Pezzini, con l'ausilio nel ruolo di voce narrante dell'ubiquo indispensabile amabilissimo librao e meu amigu Diego Marangon.
La sala del castello era pienissima, c'era anche il grande Marco Cassini, incisore litografo e autore di un importante Apricale: Storia fotografica 1880-1950. Nelle vesti di pubblico ministero, c'era il vostro cronista strampalato, cioè io.
L'interrogatorio è durato un'oretta e dieci scarse, ha avvinto il foltissimo pubblico presente cui, rispettosi delle procedure, non è stata concessa la parola, pure richiesta a gran voce.
Alla fine, stremata dalla fatica, la compagine teatral-giudiziaria s'è avviata, lento pede verso un luogo di somma delizia e maggior perdizione: La capanna di Bacì.
Al tavolo c'erano tutti i protagonisti, coadiuvati da Re Mida, cioè il vicesindaco Roberto Pizzio e colendissima consorte, non che fotografati dal mio e vostro grande amico de Uruguay Roberto Coggiola, anche lui accompagnato dalla moglie, che è nel caso di specie la Divina Nonchalante doña Graciela.
Con Roberto a fianco, si è chiacchierato di Eduardo Galeano Ol' Blue Eyes, Lluìs Llach e della per ancora pochi giorni malnota Sara Galimberti, segnàtevi ‘sto nome e cognome.
Come si è mangiato, vi starete domandando? Domanda fuori luogo. Come in pochi altri posti in questo estremo lembo etc., dire che da Bacì si mangia è offensivo. L'impeccabile chef Andrea ha comunque servito in tavola memorabili vol au vent agli asparagi, fra gli antipasti raffinatissimi ravioli a tutto cuore, stante che quella sera si chiudeva la settimana di San Valentino benissimo organizzata dalla Pro Loco e dal Comune, il classico stinco di camufalo in crosta per ora non linkabile e, piatto da re, il leggendario brasato di torello alla birra di Apricale.
Come dolce, immancabile ma sempre più gradito, zabajone con pansarole e/o castagnole prelibatissime. Si è finito sul tardi, anche grazie all'eccelso Rossese di Guglielmi. Che domenica bestiale e perfetta, amici miei, salva l'assenza di Lavinia: ma altri San Valentini occorrerano, no?
Giovanni Choukhadarian
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Una sosta durante l’ultimo pietrificante tour del pietrificatore era più che necessaria.
Ed ecco che nella gelida sera di venerìi 16 febbraio tre loschi individui, armati di ottime intenzioni, irrompevano all’antica Osteria Alla Posta di Castelvecchio di Rocca Barbena in cerca di conforto gastronomico.
I tre, fra cui il noirista ormai più inflazionato del Ponente, sbarcati nel quieto paesello avvinghiato magicamente alle alture di Albenga, non potevano certo passare inosservati, causa i loro precedenti legati alla giustizia letteraria e non solo a quella: diego Marangon, pericoloso libraio di Ventimiglia e inventore delle più truci presentazioni letterarie della zona e l’Avvocato Alberto Pezzini temutissimo e sanguinario azzeccagarbugli del Foro di Sanremo, nonché caustico giornalista de La Riviera.
A fronteggiare i tre fuorilegge e fuori di testa ci pensava l’inossidabile e granitico oste longobardo Antonio Rocchelli che a suon di antipasti, bottiglie di Barbera, carni spadellate e tagliatelle al sugo d’anatra sedava i tre sediziosi.
La scena che lo sprovveduto e incauto visitatore avrebbe potuto scorgere nel ristorante era la medesima: mentre l’avvocato Pezzini, tra un bicchiere e l’altro, provvedeva a ravvivare le fiamme del camino gettandovi al suo interno ogni genere di materiale combustibile (con grande gioia dell’oste tentato dal chiamare i Vigili del fuoco e la neuro di Albenga) il Marangon già progettava, supportato dalla lucida follia del pietrificatore, kermesse teatrali, presentazioni di autori e lussuriosi banchetti da organizzarsi nel paese.
Intorno alla mezzanotte Antonio si liberava con grande gioia delle “tre bufere”, per dirla alla John Carpenter, che con passo barcollante si dirigevano verso l’Antico Melo, dove trovavano rifugio per la notte spartendosi i posti letto come autentici commilitoni e reduci di una lontana e menomante guerra,
Pezzini e Ferrario, sulle note di “All’armi siam fascisti” prendevano posto in due lettini presi in prestito ai nani di Biancaneve,mentre il Marangon, indossando un pigiama a righe degno del più distinto lord inglese, piombava nel sonno in un enorme letto a due piazze nonostante le manovre di “artiglieria pesante” che il Pezzini e il Ferrario mettevano in atto.
Alla mattina, raggiunta una tregua, l’incombente presentazione di Bordighera costringeva i tre a ripartire non prima di aver compiuto un giro d’ispezione nel paese e aver portato i propri saluti ai camerati agricoli del posto (per l’occasione appositamente assenti).
Naturalmente le tre bufere hanno eletto Castelvecchio di Rocca Barbena a loro luogo di croce (di ferro, conquistata a suon di cannonate notturne) e delizia (gastronomicamente parlando) e il loro ritorno nel paese di Ilaria del Carretto è una certezza.
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Repubblica, 11 febbraio 2007
Cuori, cibo, fantasia è già San Valentino
Tocca al magico borgo di Apricale l´apertura della ricca settimana dei buoni sentimenti. E lassù è molto facile prendersi una cotta... Appuntamenti estrosi, teatro nel Castello della Lucertola e uno show a sorpresa. Nei ristoranti menù afrodisiaci in serie GIOVANNI CHOUKHADARIAN
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Il pietrificatore in cattedra.
Ippolito Edmondo Ferrario, il serial writer più giurassico del Ponente ligure incontra gli studenti delle scuole medie di Masone.
Comune di Masone (GE), venerdì 16 febbraio 2007, ore 10.00
Comunicato stampa
Ai cattivi maestri lo scrittore Ippolito Edmondo Ferrario ha sempre preferito i “Cattivi tenenti”, tanto per dirla alla Harvey Kaitel. Ma se un manipolo di pargoli, seppur cresciuti, reclama la presenza del pietrificatore in cattedra, lui non si tira certo indietro di fronte alla pedagogica missione intellettuale.
L’argomento che attanaglia le giovani e fresche menti degli studenti delle scuole medie di Masone è l’omnipresente processo per stregoneria di Triora di cui il novello scrittore-pietrificatore conosce vita, morte e miracoli.
La saga stregonesca che ormai perseguita il sempre più insofferente noirista milanese si concluderà
- così spera il poveretto- con l’incontro di Masone dove tenterà, da buon illuminista, di far luce su una della pagine della storia ponentina più inique e oscure.
Forte della sua verve orami prossima al tracollo, Ferrario illustrerà alla meglio e alla peggio gioventù, i fatti trioresi del 1587 e non mancherà di fare una personale incursione sui truci retroscena sui quali si fonda il noir “Il pietrificatore di Triora” (Frilli Editori, 300 pag., 11.50 euro) il thriller più diseducativo degli ultimi mesi.
Confidando che gli studenti non lo defenestrino durante l’incontro, lo scrittore conta poi di incontrare i suo fedelissimi e cameratissimi fans il giorno successivo a Bordighera e la domenica seguente al castello di Apricale per l’efferato interrogatorio di cui sarà protagonista.
Info
www.ippolitoedmondoferrario.it
e-mail maestrale1976@hotmail.com
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Inviato da: Anonimo
il 16/02/2007 alle 00:44