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Post n°13 pubblicato il 09 Maggio 2008 da GESTIONESOST
Sviluppo e qualità della vita Secondo i dati del piano regolatore generale del Comune di Serravalle Sesia, come può verificare ogni cittadino che chieda di consultarlo presso l'ufficio tecnico, circa il 21% dell'area è adibita a sistema urbano-industriale e territorio agricolo, mentre il restante 79% ha altre destinazioni. Sembrerebbe che la maggior parte del territorio, qualora fosse interamente allo stato naturale, sia sufficiente ad assimilare il disordine creato dall'attività umana. Prima di arrivare a tali conclusioni conviene ricordare alcuni concetti: 1. Poiché il livello energetico dei sistemi urbano-industriali è circa 100 volte più alto di quello di qualsiasi ecosistema naturale, ci vuole un sistema naturale molto vasto per smaltire il disordine in uscita da una piccola area urbanizzata e la capacità di dissipazione è necessaria per lo sviluppo ed il mantenimento di una struttura altamente organizzata. 2. La capacità di auto-mantenimento della vita dell'ambiente naturale può variare di parecchi ordini di grandezza. Quindi un ettaro di deserto non può essere produttivo quanto un ettaro di fertile palude. 3. Importiamo energia, sotto forma di alimenti ed altri prodotti, da territori extra-comunali e produciamo sempre più rifiuti velenosi. I mezzi di trasporto che attraversano il territorio comunale rilasciano gas di scarico e relativo particolato che vengono assimilati dagli ecosistemi locali aumentando il disordine energetico da dissipare. L'ambiente naturale è inoltre un sistema di mitigazione climatica ed è ormai noto come anche alle nostre latitudini la siccità stia diventando un influente, quanto pericoloso, fattore con cui confrontarci. Alcune domande sorgono spontanee: 1. Quante case occorrerà costruire per avere un futuro migliore? 2. Perché si deve aumentare la densità della popolazione per vivere meglio? Con il crescere della città i salari tendono ad aumentare, ma la qualità dell'aria tende a diminuire. Ci sono altre diminuzioni di profitto proporzionali all'incremento delle dimensioni di una città elencate da Sale Kirkpatrick in (“The polis perplexity: An inquiry into the size of cities”. Working Paper. 1978): 1. Più alti costi dei mezzi di trasporto. 2. Massiccia disoccupazione durante i periodi di recessione economica. 3. Alti tassi di malattie nell'ambiente di lavoro (effetti cronici degli inquinamenti). 4. Più elevati costi dei servizi che aumentano molto più rapidamente dell'aumento della popolazione. 5. Elevati costi dei riscaldamenti e della refrigerazione (effetti della “isola calda” che si ha negli edifici). 6. Flessione della qualità scolastica. 7. Incremento della criminalità. L'uso sostenibile delle risorse è di interesse pubblico, ma lo sviluppo dell'impresa oltre certi limiti non pare dettato solo da un profitto collettivo. GTA Li, Serravalle Sesia, venerdì 2 maggio 2008. |
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