Creato da ciaomatteo0 il 16/10/2008
imparare a cucinare e mangiar bene
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Ciao Antonio seguo sempre le tue ricette e devo ammettere che sei bravissimo....! Girovagando sul tuo blog ho letto ke ami le patate e quindi vorrei suggerirti una ricetta che credo proprio ti piacerà. L' accostamento tonno e patate l' hai mai provato? è una squisitezza! un piatto fresco che in questi periodi caldi ( soprattutto qui a Napoli) è davvero un toccasana!ti lascio la ricetta sperando che ti incuriosisca, ti allegherei anche una foto del risultato finale ma non so come si fa....in ogni caso sono sicura te la caverai.
4 patate di media grandezza
3 scatolette di tonno
2 cucchiai di latte
2 cucchiai di maionese
mezzo chiucchiaiono di sale
1 pizzico di pepe
fai sbollentare bene bene le patate, le sbucci e le metti in una ciotola, poi con la forchetta le schiacci tutte per bene ( attento a non fare una purea troppo omogenea, lasciale schiacciate con qualche pezzo grosso qua e la, dopo aggiungi le scatolette di tonno e la maionese e metti il latte per rendere l' impasto omogeneo ( non deve essere nè troppo cremoso nè troppo secco ti devi regolare tu per la consistenza), dopo aggiungi sale e pepe e mescola il tutto. una volta ottenuto l' impasto noterai che lo puoi mettere su un piatto piano ben largo e decidere da solo quanto alto ti piace ( l' effetto è quello di una torta pan di spagna per intenderci. Dopo a parte se hai dei pomodori per l' insalata ( quelli lunghi) li tagli tutti a rondelle e la guarnisci lungo tutta la parte laterale, sull' estremità invece stendi un velo leggero di maionese ( come quando vuoi guarnire una torna con la panna e la puoi decorare con delle uova sode a fettine sottili,foglie di basilico e le rondelle di pomodoro che ti avanzano. Infine lasci riposare in frigo per una mezzoretta. SQUISITA E FRESCA! e soprattutto a base di PATATE! Ti abbraccio. Mary
CORSI CUCINA
Oggi cucino io!
Un post a tavola Laboratori, corsi, lezioni a domicilio, libri e videogiochi che insegnano ai bimbi a cucinare come i grandi e a mangiare in modo sano e nutriente per stupire i genitori e non diventare un giorno obesi Tutti possono cucinare. Ne era convinto il defunto fondatore di uno dei migliori ristoranti di Parigi protagonista del film d'animazione Ratatouille e lo devono essere anche i diversi chef che organizzano sempre più spesso corsi di baby cucina. Come quelli promossi dall'Antoniano di Bologna per insegnare ai più piccoli a prepararsi una sana merenda. Rivolti a chi ha tra i 6 e i 12 anni, vedono i bambini, insieme ai loro genitori, alle prese con mattarello e mestoli. Corsi che riscuotono un grande successo, visto che non c'è bambino che non sogni di giocare in cucina pasticciando con farina, zucchero e uova. Da qui l'offerta dell'Hotel Belvedere di Riccione per i piccoli ospiti, che potranno pasticciare con gli ingredienti, tirare la sfoglia per le tagliatelle e infornare biscotti senza che nessuno si arrabbi. Il corso per i baby chef si svolge nel giardino dell'albergo, dove uno dei giovani cuochi si prenderà cura dei piccoli, svelando loro i segreti per diventare degli cuochi provetti. E per chi resta in città? C'è Sporchiamoci le mani, ludoteca milanese che, tra le altre cose, organizza lezioni di "pasticcioteca". Pensate per i più piccoli anche le lezioni che si tengono nel laboratorio del ristorante del Teatro7 dove, all'ombra della Madonnina, i bimbi (da 5 ai 10 anni), una volta lavate le mani e indossato il grembiule, si divertiranno con farina, uova, latte, cioccolata e frutta di stagione. E non è tutto. Per le mamme più coraggiose le esperte di "Bambini in cucina" organizzano incontri e laboratori ad hoc con chef a domicilio (minimo tre bambini). Una volta imparati i trucchi del mestiere i mini chef potranno cimentarsi, insieme a mamma e papà, a cucinare le loro ricette preferite. Diversi i libri di ricette per bambini che li aiuteranno a preparare i loro piatti preferiti e a realizzare così pranzetti semplici e divertenti. Perché siano fieri di dare una mano in cucina basterà seguire le istruzioni e le fotografie, che illustrano passo dopo passo ogni pietanza. E se proprio non ci si vuole sporcare le mani, meglio optare per un videogioco con cui realizzare piatti solo in modo virtuale (Giulia passione cucina, ndr). Per chi invece non vede l'ora di stare ai fornelli, di seguito, una ricetta tratta da Bontà di cioccolata-Nella cambusa dei pirati di Paola Gerevini, edito da Motta Junior (10,90 euro).
La colazione di Capitan Ghiottone
iNGREDIENTI 125 g di burro 120 g di zucchero 200 g di farina 1 bustina di lievito 150 mil di latte 60 g di cioccolato fondente grattuggiato 20 g di cacao in polvere 2 tuorli d'uovo un cucchiaio di vanillina un pizzico di sale Utensili: stampini per muffin, teglia da forno Tempo di preparazione: 50 minuti 1)Preriscalda il forno a una temperatura di 200 gradi. Spennella gli stampini per muffin con un filo d'olio e di burro. 2)Inun recipiente, lavora il burro e lo zucchero fino a ottenere una crema. A parte sbatti i tuorli con la vanillina e incorporali alla crema di burro. 3)Passa al setaccio la farina, il cacao e il sale e uniscili al composto diluendo con il latte. Aggiungi in fine il cioccolato grattuggiato. 4)Riempi gli stampini per metà e appoggiali su una teglia abbastanza capiente riempita d'acqua, in modo che i dolcetti cuociano a bagnomaria. 5)Inforna per venti minuti e servi i muffin ancora caldi. Consiglio per i più golosi: con l'aiuto di una siringa da pasticcere, aggiungere un po' di crema di nocciole. Marcella Gaudina
Carote a vista raggi X
Far mangiare verdura ai figli più piccoli può diventare per i genitori una battaglia quotidiana. Cercare di camuffarla in mezzo ad altri cibi o inventarsi giochi come filastrocche per imboccare i bambini possono essere stratagemmi utili. Ma oggi uno studio fornisce un sistema quasi infallibile per far mangiare loro più ortaggi.
In questo test, a 186 bambini di 4 anni sono state proposte in diversi pasti verdure con nomi accattivanti. Ad esempio le carote sono diventate «carote a vista a raggi X», oppure «broccoli brontosauro» e «piselli potenziati». Con questo trucco risulta che i ragazzi mangiano il doppio di verdure. Non solo, nel momento in cui si smette di usare i nomi di fantasia, i bambini sottoposti all’esperimento comunque continuano a mangiare almeno il 50% di verdura in più. Non si pensi però che con questi stratagemmi vengano «abbindolati» solo gli ingenui infanti: anche gli adulti ci cascano. Uno studio parallelo ha rilevato che se nel menu il filetto di pesce viene chiamato «gustoso filetto di pesce italiano» le vendite aumentano del 28% e l’indice di gradimento del 12%. Questi trucchi nei ristoranti sono di vecchia data, come il «pesce veloce del Baltico su crema di mais» non è altro che merluzzo con polenta...
Luca Bernardini l.bernardini@slowfood.it Fonte: Msnbs Philadelphia Parenting Examiner
Nutrizione :
Il girasole fa bene al cuore e mantiene giovani. Del girasole non ne vanta i pregi solo la pubblicità, ma ora anche i ricercatori dell’Università della Virginia. Dallo studio è infatti emerso che il contenuto di acido alfa-tocoferolo (vitamina E) riscontrato nel girasole è più abbondante rispetto a qualsiasi altra frutta secca o seme oleoso come mandorle, nocciole, noci pecan, nocciole e noccioline. Come già si sapeva, il tocoferolo è un potente antiossidante che protegge dalle malattie cardiovascolari e contribuisce a ridurre il rischio di cancro. Questo, associato a una buona dose di minerali, è un valido alleato della salute e del benessere dell’intero organismo. Gli scienziati hanno appurato che i semi di girasole contengono il 76% della dose giornaliera raccomandata di vitamina E (15 mg). Sono ricchi di acido folico e di magnesio utili contro le malattie cardiovascolari per cui ne consigliano il consumo in una dose pari a circa 30/50 g al giorno. I ricercatori hanno concluso la ricerca dichiarando che "i semi di girasole sono un alimento che protegge il corpo, molto sano e con una dose elevata di minerali utili".
[da lastampa.it del 25 febbraio 2009 - Luigi Mondo e Stefania Del Principe]
L'amatriciana è buona senza cipolla, con poco Pomodoro a Filettoni cotto a parte, nel grasso del guanciale rosolato e sfumato con poco Vino Bianco. Il Peperoncino è facoltativo, e comunque va usato sempre con parsimonia. Il Pecorino è bene che sia Semistagionato, non molto salato.
Comunque, se ci mettete poca cipolla, rosolata a parte, sempre nel grasso del guanciale rosolato, ed a cipolla quasi cotta unite dei filettoni o cubetti di buon pomodoro spellato, senza semi, maturo ma sodo, e saltate la pasta, condendo il tutto con pecorino semistagionato o, anche con Ricotta Stagionata, ottenete un piatto stupendo che vi farà sognare.
Così come si sogna con tutti i piatti della nostra tradizione, sempre viva e sempre ricca, mai uguale, neanche a se stessa, neanche in un piatto di Amatriciana.
COME CONDIRE LE RAPE ROSSE
Originalmente inviato da ilvostrochef AFFETTALE SOTTILMENTE, FAI UN BATTUTO DI DUE SPICCHI DI AGLIO, UNA MANCIATA DI MENTA, DEL PREZZEMOLO E BASILICO, SALE E PEPE. UNISCI AL BATTUTO DEL PANE GRATTUGIATO, BASTANO 100 GR, MISCHIA BENE IL TUTTO. ORA PRENDI UNA PIROFILA CON COPERCHIO E DISTRIBUISCI UNA MANCIATA DEL BATTUTO, UNA SPRUZZATA DI ACETO BIANCO, UNO STRATO DI CAROTE ROSSE, UNA MANCIATA DI BATTUTO ECC. SINO A CHE L'ULTIMO STRATO SIA DI BATTUTO. IRRORA CON ALTRO ACETO E INCOPERCHIA. CONSERVALE IN FRIGO PER UNA NOTTATA. IL GIORNO DOPO LE PUOI MANGIARE.
SE VUOI ALTRI CONSIGLI VAI: http://blog.libero.it/pignatelli/
ciao! Antonio
Condivido in pieno, associare una componente acida ad una componente dolciastra (come barberosse e carote) è un ottimo abbinamento.
gli aromi del battuto conferiranno sicuramente profumo e freschezza al piatto.
Complimenti Antonio.
Claudio __________________
Claudio Menconi, chef
29/05/2009 22:23
CON TE C'è SEMPRE DA IMPARARE CHE MINIERA SEI! PRODUCO CONSERVE IN QUANTITA' INDUSTRIALE PERCHE' MI PIACE E POI SONO, IN UN CERTO SENSO COSTRETTA (CHE FORTUNA!) PERCHE' FEDERICO MIO FIGLIO E' ALLERGICO PER ACCUMULO A CONSERVANTI E COLORANTI QUINDI IN CASA SI MANGIANO CONSERVE DI OGNI GENERE DOLCI, SALATE, AGRODOLCI...
SETTIMANA SCORSA HO INIZIATO LA PRODUZIONE DELL'AGLIO SOTT'OLIO BUONO VERO? SE HAI RICETTE PARTICOLARI DI OGNI GENERE DI CONVERVE LE SPERIMENTERO' CON GIOIA
UN ABBRACCIO LILIANA
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I miei Blog Amici
INDICE
2 cucina
3 metodi di cottura
4 additivi
5 trattamento
6 pasta e riso
7 pasta fresca
8 pastella all'uovo
9 preparare per friggere
10 incominciamo a preparare il pane
11 consigli utili
12 consigli per gli acquisti
13 trucchi di casa
14 glossario
16 alla ricerca dalla qualità
17 un rito collettivo
ANTIPASTI
20 calzone stuzzicante
21 cassetta rustica
22 crostini
23 crostoni allegria
24 piadina alla rucola
25 ricotta al forno
26 stuzzichini
27 canapè al papavero con pesce marinato
28 pittule (pasta lievitata fritta)
29 tartine campagnole
30 carpaccio di tacchino
31 patè di prosciutto
32 sgombri del pescatore
33 acciughe al limone
34 insalata azzurra
35 antipasto caldo di pesce
36 insalata di polipo e rucola
37 mozzarella appetitosa al tonno
38 sautè alla pescatora
39 barchette di patate
40 crocchette gustose
41 focaccia ripiena
42 frittelle di magnolia
43 germogli fuori stagione
44 patate al rosmarino
45 pizza con zucchine
46 pizzette con melanzana
47 pomodori primavera
48 purè di patate
50 insalata di mare
SALSE
51 salsa tonnata
52 salsa vellutata
53 salsa allo yogurt
54 salsa remoulade
55 salsa al formaggio
56 salsa americana
57 maionese
58 salsa al salmone
59 salsa base
60 salsa primavera
61 salsa verde
SUGHI
62 sugo alla marinara
63 sugo mediterraneo
64 sugo alle vongole
65 sugo vegetale
indice primi
66 spaghetti alle acciughe
68 spaghetti al sugo verde
69 spaghetti alla chitarra arrabbiati
70 spaghetti matteo
71 malfatti di semolino
72 orecchiette della domenica
73 pappardelle al gorgonzola
74 tagliatelle in salsa aromatica
75 ziti alla siciliana
76 gnocchetti alla marinariello
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Se si prescinde dall'indispensabile contenuto del burro, il principio consistente nel sovrapporre varie sfoglie di pasta sottile era già conosciuto in Egitto al tempo del Nuovo Impero. Nella Roma del primo cristianesimo, i pasticci, esistenti in numerose versioni, erano i cibi più diffusi. Fra di essi troviamo i cosiddetti "pasticci in terrina", che costituiranno la base dei due pilastri su cui poggia la pasticceria, cioè la pasta sfogliata e le torte. L'origine dei pasticci, messi a cuocere senza essere stati posti precedentemente in un recipiente, risale al massimo a 600 anni or sono. In un manoscritto apparso a Wurtzburg nel 1350 e in cui troviamo alcune ricette e pasticci, è detto ripetutamente che la pasta, confezionata con farina, vino e uova, ha da essere dura, ossia consistente e deve essere stesa molto sottile. Il termine "Pasta Sfogliata" è più recente. In un decreto del Consiglio di Venezia del 1525, che condanna lo sfarzo di cui si faceva sfoggio in occasione di una cerimonia nuziale, è citata chiaramente, fra i vari cibi e bevande, la pasta "sfoglia". Alcune ricette per una normale pasta sfoglia sono descritte in modo particolareggiato nel libro di Rontzier del 1598, che si sofferma anche sulla pasta sfoglia detta "spagnola", dal paese di provenienza, indicandone il procedimento particolare seguito in Spagna e noto ancora oggi in alcuni paesi. La pasta impiegata per il pasticcio francese rappresentava il punto di partenza del procedimento di lavoro invalso ancor oggi, che consiste nel lavorare tale pasta con il burro e nel darle quindi vari "giri". L'esperienza suggerì in seguito di disporre il burro sulla pasta tutto in una volta anziché gradualmente, come si era fatto all'inizio. Claude Lorrain, il famoso pittore, riteneva di avere inventato lui la pasta sfoglia; ma egli ebbe purtroppo la sfortuna di nascere nel 1600 e di presentare la sua novità appena nel 1635. Fra molte ricette che l'olandese P.V. Aengeln cita nella sua opera "Il panettiere francese", uscita nel 1665, vi è anche quella della pasta sfoglia. Nel suo Diaeteticon del 1682, al capitolo III "Placentae majores" Elshols indica fra l'altro anche le "Placentae foliatae" ossia "dolci a sfoglie". Dato che Elshols non era uno specialista di pasticceria, la sua citazione prova che i dolci di pasta sfoglia dovevano essere allora molto diffusi. La pasta sfogliata veniva spesso chiamata "pasta di burro", definizione che le rimase sino alla fine del XIX secolo. Attualmente il metodo seguito nella preparazione della pasta sfoglia spagnola è diffuso ancora in Turchia per la confezione dei cosiddetti "Baklava", con la differenza che, anziché con il grasso o olio di oliva, le varie sfoglie di pasta vengono spalmate con burro ammorbidito. La pasta per lo "Schusterstrudel" della cucina ungherese viene stesa anche sottilissima e spalmata di burro. La pasta sfoglia è inoltre impiegata per alcune specialità russe. Mentre nel caso della pasta sfoglia la pasta si alza per effetto dell'alto quantitativo di burro in essa contenuto, per quanto riguarda il "plunder" (pasticceria danese) il medesimo effetto è prodotto dal lievito. Il panettiere che pensò di aggiungere il burro alla pasta lievitata, dando così origine a questo dolce, era sicuramente una persona molto parsimoniosa. Un'opera specializzata, apparsa a Braunschweig nel 1697 con il titolo "Platiche Golatschen", descrive diffusamente una ricetta del plunder. Non dimenticheremo di citare a questo proposito la famosa specialità "Plunder di Copenaghen o danese", una via di mezzo fra la pasta lievitata e la pasta sfoglia, la cui particolarità consiste nella farcia che comprende in parti uguali burro, zucchero e pasta di marzapane, nonché del cedro candito tagliato molto sottile. Pasta sfoglia
Ingredienti: Acqua 140 g Burro freddo 175g Burro fuso 50 g Farina 250 g Sale PREPARAZIONE Mettete in una ciotola la farina setacciata nella classica forma a fontana ed un pizzico di sale. Aggiungete quindi l’acqua e mischiate il tutto fino ad ottenere un specie di pastella, quindi, aggiungete il burro fuso che avrete precedentemente fatto raffreddare e lavorate il tutto molto velocemente fino ad ottenere un impasto morbido. Praticate una croce al centro dell’impasto e lasciate riposare in frigo per 30 minuti. Avrete così ottenuto quello che in gergo si chiama “detrempe”. A questo punto, tagliate il burro a dadi grossi e mettetelo tra due fogli di pellicola trasparente; quindi, servendovi di un matterello, iniziate a batterlo fino ad ammorbidirlo e ridurlo ad un “panetto” morbido ed uniforme che non presenti al suo interno pezzoni solidi. Avrete così ottenuto il cosiddetto “beurrage”. Infarinate il tavolo e stendete per bene il vostro detrempe nel senso in cui sono state fatte le incisioni, in modo da ottenere una croce. Così facendo, al centro si formerà una sorta di rettangolo abbastanza grande sul quale dovete appoggiare il beurrage che avete preparato in precedenza. Coprite il beurrage con i quattro bracci della croce e, con il matterello, pressate un po’ il panetto che avete ottenuto. A questo punto, iniziate a stendere la sfoglia ricordandovi di partire sempre dal centro andando su e giù ed esercitando sempre più o meno la stessa pressione sull’impasto. Naturalmente, cercate di stendere la sfoglia nel modo più regolare possibile cercando di dargli una forma rettangolare ed una lunghezza sui 50 centimetri. Avete così concluso il vostro “primo giro” e quindi chiudete la sfoglia in quattro portando le due estremità, inferiore e superiore, al centro e ribaltate una metà sull’altra: fate in modo, quando dovete stendere la sfoglia, da tenere sempre l’apertura a destra, come fosse un libro. Adesso, procedete esattamente come prima: abbassate un po’ la sfoglia premendo leggermente sul panetto con il matterello, e ricominciate a stendere la sfoglia seguendo lo stesso procedimento di prima. Raggiunta la stessa lunghezza della sfoglia precedente, chiudete la sfoglia, stavolta in tre, portando il lato superiore a 1/3 della lunghezza della sfoglia e coprendolo con portando sopra il lato inferiore. Avete concluso il vostro secondo “giro”: coprite il vostro panetto e mettetelo in frigo per 30 minuti. A questo punto bisogna ripetere nuovamente tutto il procedimento: stendete la sfoglia, ripiegatela in tre ed abbassatela con il matterello. Stendetela di nuovo, ripiegatela in 3 parti, togliete con un pennello la farina in eccesso e rimettetela in frigo per altri 30 minuti. Stendete nuovamente la sfoglia, piegatele nelle consuete tre parti, abbassatela con il matterello ed eccoci pronti per il sesto ed ultimo “giro”. Stendete la sfoglia, ripiegatela ed ecco pronta la vostra pasta sfoglia: mettetela su carta oleata infarinata e tirare la sfoglia dello spessore voluto a seconda dell'uso. da stendere per realizzare le vostre creazioni. NOTE: Per rendervi conto se la preparazione della vostra sfoglia sta avvenendo nel modo esatto, basta passarci una mano sopra mentre la state stendendo: se la sfoglia risulta omogenea e liscia al tatto, allora state facendo un buon lavoro.
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