io tu gli altri

Post N° 605


 Non dormire. Lo sfioro partendo dalla nuca. Disegno una linea continua che scende precisa a metà della sua schiena e lo divide in due.E’ sottilmente lanuginoso.Mi stendo piano su di lui, senza peso. Gli passo le labbra vicino all’orecchio.Vorrei fare come te, sai? Vorrei dirtele tutte le parole che ho in mente. Vorrei tenerti sveglio. Vorrei farti provare l’imbarazzo e la gioia che mi fai provare quando mi sussurri tutte le tue fantasie.Lo sfioro piano col seno. La peluria del mio inguine gli spolvera i glutei. Sono bagnata.Non dormire. Non voglio che dormi.Striscio piano con i seni verso il basso. Riempiono le zone cave delle sue forme. Gli appoggio lievi baci sulle scapole.Sono così leggeri che volano via e lui neanche se ne accorge.Faccio su e giù attaccata alla sua spina dorsale.Svegliati.Sono così umida che gli smacco baci sulle naticheSvegliati.Allora gli allargo i glutei. Passo la lingua proprio dove la pelle si congiunge. Scendo sempre più giù. Ha la peluria folta qui.Gliela imperlo di saliva.Dai, svegliati.Vado ancora più in basso.Insisto.Sembro un gatto stanco che ne lava un altro.Ha un odore forte di sudore. E di porte chiuse. Di pelle sfregata.A ogni lappata alza i glutei. E allarga le gambe.Vedi che non stai dormendo?Le mie mani sono piene di carne. Mi faccio strada sempre di più. Sta evitando ogni resistenza. Dal respiro che ha direi che gli piace.Libero una mano, col dito passo sulle zone che ho inumidito.Poi riprendo a leccare. Sempre più abbondante. Hai preso il mio posto, hai visto? Adesso ci sei tu, carponi, davanti allo specchio. Sei tu quello che sta inarcando la schiena come facevo io. Insiste a tenere gli occhi chiusi. Poi li apre. Ma non si guarda.Si gira verso di me. Mi fisso sempre allo specchio quando mi fa stare sotto.Vado più giù con la lingua.“Cosa stai facendo?”Me lo chiedi perché non ci credi o perché vuoi davvero che te lo spieghi?”Niente. Non sto facendo proprio niente.” E torno a riempirmi la bocca delle zone dove di solito nessuna ti tocca.Stare così è scomodo.Ormai si è alzato a quattro zampe e si lascia fare quello che voglio.Se guarda l’immagine riflessa è per seguire i miei movimenti.Scivolo sotto di lui senza lasciargli il tempo di capire.Non smetto di leccarlo, di toccarlo. Mi insinuo piano tra lui e il materasso. Mi sdraio tra le sue gambe. Gli tengo le mani ben piantate sulle natiche e lo guido piano nella mia bocca.Vuole vedermi, lo so. Vuole guardarmi perché sa che gli sorrido anche quando sono così.Mi si siede sullo sterno, appoggiato sui calcagni per non pesarmi addosso. Si sposta in avanti. Mi fa rimbalzare il sesso sulle labbra.Poi appoggia la sacca di pelle sui miei occhi. E’ un po’ come avere due uova sulle palpebre.Non so come ti vengono certe idee.Si sposta un po’ e io torno a vedere.Sorride.Gli afferro la base del pene saldamente. Mi avvicino la punta alla bocca. Ci soffio sopra due volte e poi dico forte e chiaro:”Ciao, sono Valentina da Varese e volevo salutare tutti quelli che mi conoscono.”Scoppia a ridere. Non se l’aspettava.Cosa ci vuoi fare? L’amore non può mica essere una faccenda seria. Non per me e per te.