PINO CARIGLIA

IL 14 LUGLIO SCIOPERO DEI GIORNALISTI


INTERCETTAZIONI: MAGISTRATI E GIORNALISTI CONTRO IL DECRETO ALFANOROMA - Giornalisti, magistrati, parlamentari, politici e cittadini comuni contro il decreto Alfano sulle intercettazioni, in via di approvazione al Senato. Una manifestazione inusuale, il palcoscenico del Teatro Ambra Jovinelli a Roma, a metà tra talk show, piece teatrale e docu-fiction, ricostruzione attraverso gli attori di episodi che hanno caratterizzato le principali inchieste giudiziarie italiane negli ultimi cinque-sei anni. Una manifestazione organizzata dall'Ordine dei Giornalisti, dall'Unione Cronisti Italiani e dalla Federazione Nazionale della Stampa a cui hanno partecipato, tra gli altri, Antonio Di Pietro, il senatore Carlo Casson, il presidente dell'Associazione nazionale magistrati, Luca Palamara, il presidente della Fnsi Roberto Natale e il segretario Franco Siddi. In sala, centinaia di giornalisti, cittadini, esponenti politici che hanno assistito allo spettacolo con forte partecipazione. Nell'introduzione allo spettacolo, Guido Columba, presidente dell'Unione Cronisti Italiani, ha spiegato che il decreto sulle intercettazioni non ha lo scopo di proteggere la privacy dei cittadini, ma quello di sottrarre alla magistratura e alle forze di polizia uno strumento indispensabile per la repressione dei reati più gravi e, al contempo, di impedire che l'opinione pubblica possa venire a conoscenza - e quindi farsi una propria, libera opinione - sull'operato degli indagati e dei protagonisti delle più importanti vicende giudiziarie in corso in Italia. "Il problema della fretta del Parlamento di approvare il decreto - ha spiegato Liana Milella, giornalista di Repubblica - è che c'è quel codicillo, nella formulazione del decreto stesso, per cui le norme contenute non si applicano ai processi in corso: come dire che l'inchiesta giudiziaria di Bari potrà continuare ad utilizzare le notizie raccolte dalle intercettazioni stesse"."Non siamo di fronte ad un gossip - ha spiegato dal canto suo Roberto Natale - ma al fatto che ci sono inchieste giudiziarie, basate sulle intercettazioni, che con questo decreto potrebbero essere vanificate, sia nella sostanza dell'inchiesta stessa, sia nella possibilità per i cittadini di conoscere fatti e notizie". E Luca Palamara, presidente della ANM ha spiegato chiaramente questo passaggio: "I concreti indizi di colpevolezza che possono autorizzare l'uso delle intercettazioni sono gli stessi che dovrebbero essere individuati attraverso, appunto, le intercettazioni. Come dire che se già si sa che l'indagato è colpevole del reato, le intercettazioni stesse diventerebbero praticamente inutili". Roberto Natale ha ribadito che i giornalisti si mobiliteranno ancora contro questo decreto, in tutte le forme possibili, compresa la disobbedienza civile, l'obiezione di coscienza e lo sciopero generale della categoria che - ha detto - potrà essere proclamato alla vigilia della votazione al Senato del decreto Alfano. Poi è cominciato lo spettacolo vero e proprio, tratto dal libro di Gianni Barbacetto "Se Telefonando... le intercettazioni che non leggerete mai più". Una vera e propria carrellata sulle maggiori inchieste giudiziarie italiane, da Parmalat alla scalata del gruppo Rizzoli-Corriere della Sera, dalla vicenda Unipol allo scandalo di Calciopoli, dalle truffe di Vanna Marchi all'inchiesta sulla clinica Santa Rita. Un'ora e mezzo di teatro della verità, raccontato attraverso le intercettazioni ormai pubbliche e che il decreto Alfano, per il futuro, vuole "cancellare" definitivamente.