del mio viaggio

le porte dei sogni


ieri ho tratto finalmente una conclusione:da tanto tempo sono triste e non scrivo quasi per niente. Non lo faccio perché per scrivere, specialmente poesie, devo stare in uno stato di grazia, di elevazione, devo guardare la realtà dall'alto e con occhi diversi.C'è stato un momento, anni fa, che mio marito ha intrapreso una guerra contro il mio stare online; di questo ho la mia parte di responsabilità, perché in quel periodo perdevo tempo online anche se non dovevo fare niente di particolare; magari guardavo pubblicità, leggevo articoli ed altre cose.Mi sono trovata con lui che mi urlava nelle orecchie mentre io stavo scrivendo. Decisi perciò di smettere, di non scrivere più. La motivazione era che pensavo che non amasse più questo lato di me, che per me era fondamentale.Sono passati diversi anni. Si è spenta questa luce interiore che mi faceva scrivere ed una parte importante di me è MORTA.Quello che è successo dopo è che sono diventata triste e rancorosa verso di lui.Ma il punto è: io ho sempre scritto dall'età di 14 anni, molto prima di conoscere lui. Scrivere faceva parte della mia natura, del mio carattere, della mia vita.Se non scrivo non sono io e mi perdo per strada.Ieri lo raccontavo a mia madre e mi sono uscite proprio queste parole: lo scrivere, il creare si fa in uno stato di grazia; non posso farlo con una persona che mi urla nelle orecchie; ma non si può fare una guerra per difendere uno stato di grazia, non è lo stesso piano di azione e comunicazione.Così ho smesso.Ma dopo ci ho riflettuto: è l'eterna battaglia dell'umanità. Chi può fare qualcosa che sale verso l'alto, lo DEVE fare, perché l'umanità ne ha bisogno.Non bisogna permettere a chi usa aggressività di farci chiudere le porte dei sogni.È tutto